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OTELLO, GIUSEPPE VERDI - TEATRO LA FENICE, DOMENICA 1 DICEMBRE 2024

Otello, penultimo capolavoro di Giuseppe Verdi su libretto di Arrigo Boito, ha inaugurato con grande attesa la Stagione Lirica e Balletto 2024-2025 del Teatro La Fenice. La prima del 20 novembre è stata infatti annullata a causa di uno sciopero del personale del teatro, il terzo dall’inizio della stagione, che aveva già fatto saltare Turandot il 30 agosto e il dittico La Fabbrica Illuminata ed Erwartung il 13 settembre. Proclamato dai sindacati il 20 agosto, lo sciopero è stato confermato in un’assemblea qualche giorno prima della serata inaugurale, ma non ha compromesso le recite successive, che si sono svolte regolarmente.

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ROBERTO DEVEREUX – GAETANO DONIZETTI, TEATRO DONIZETTI DI BERGAMO, SABATO 23 NOVEMBRE 2024

Il 2024 segna la fine di un ciclo per il Festival Donizetti Opera, che saluta un commosso Francesco Micheli in uscita dopo dieci anni di direzione artistica con questa ultima edizione. Da sempre divisivo, oscillando tra fanatismi e osteggiamenti da parte della critica, gli si deve oggettivamente riconoscere il ruolo centrale nel rendere il Festival un evento di riferimento per Bergamo (nonché degno omaggio al genio cui ha dato i natali), grazie a una formula vincente in grado di unire con efficacia tradizione e innovazione, altresì supportata da una comunicazione fresca e rivoluzionaria, accompagnata da una continua rete di eventi diffusi in tutta la città. E non si poteva sperare in un epilogo migliore per questo mandato, con il clamoroso successo di questo Roberto Devereux.

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G. DONIZETTI - ZORAIDA DI GRANATA- TEATRO SOCIALE DI BERGAMO - 24 NOVEMBRE 2024

La coproduzione italo-irlandese di Zoraida di Granata, dopo il debutto della versione del 1822 a Wexford lo scorso anno, arriva a Bergamo in occasione del bicentenario della versione del 1824.

Le due versioni di Zoraida di Granata (Roma, 1822; Milano, 1824) rappresentano un'importante testimonianza dell'evoluzione stilistica di Donizetti e della sua capacità di adattarsi alle diverse esigenze teatrali. La versione romana, concepita per il Teatro Argentina, segue ancora fedelmente il modello rossiniano, con una struttura formale rigidamente articolata in numeri chiusi e un’orchestrazione sobria, coerente con le limitate risorse del teatro.

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G. ROSSINI - LA CENERENTOLA, TEATRO FILARMONICO DI VERONA - VENERDI' 22 NOVEMBRE 2024

La Cenerentola di Rossini torna sul palcoscenico del Teatro Filarmonico di Verona, con un allestimento firmato da Manu Lalli, assieme alle scene girevoli ideate da Roberta Lazzeri e ai costumi fiabeschi di Gianna Poli. Sceglie una strada sicura e immediata, mirata a valorizzare i riferimenti visivi e drammaturgici già espliciti nel libretto. La scena, ispirata a un castello barocco, si struttura in modo funzionale: le camere delle sorelle si trovano ai lati del palco e, attraverso rotazioni o unioni, si trasformano nella sala da ballo o, nel secondo atto, in una rappresentazione simbolica del temporale visto dagli occhi di Ramiro. Questo impianto visivo chiaro e ordinato segue un’impostazione narrativa tradizionale, in cui le relazioni tra i personaggi rimangono fedeli alla lettera rossiniana e si sviluppano senza deviazioni interpretative rilevanti.

L’elemento originale più significativo è l’amore di Angelina per i libri, un tratto non presente nel libretto ma integrato nella messinscena attraverso soluzioni visive suggestive. Durante la Sinfonia, le sorellastre distruggono simbolicamente la biblioteca di famiglia per installare le loro stanze, mentre grandi volumi, dedicati a celebri eroine letterarie  appaiono ai margini del palco. Questo dettaglio, unito alla presenza di ballerine classiche che accentuano l’atmosfera fiabesca, imprime alla narrazione un carattere favolistico, quasi infantile, in sintonia con il contesto rossiniano.

La regia alterna momenti ben calibrati, come il duetto tra Don Magnifico e Dandini, dove i due interpreti assecondano il ritmo musicale con gesti mimetici e studiati, a scene meno articolate, come il primo duetto tra Cenerentola e Ramiro, risolto con i protagonisti statici ai lati opposti del palco e scarse interazioni. In ogni caso, la struttura complessiva richiama l’idea del "Rossini a orologeria", una concezione registica che pone al centro la precisione ritmica e musicale, seguendo le orme di maestri come Jean-Pierre Ponnelle e Michael Hampe.

Francesco Lanzillotta  guida l’Orchestra della Fondazione Arena  con una direzione vivace e teatrale, esaltando la compattezza e la precisione dell’ensemble. I tempi scelti sono generalmente spediti, specialmente nelle scene più movimentate, ma sempre calibrati per rispettare le esigenze del palco. I cantanti, infatti, non risultano mai sopraffatti, trovando nel direttore un sostegno solido e puntuale.

Lanzillotta  evita sonorità eccessive, preferendo mettere in risalto dettagli preziosi della partitura e dimostrando una profonda familiarità con il repertorio. Il Coro maschile, preparato da Roberto Gabbiani, si distingue per l’eccellente precisione negli attacchi e per la sua compattezza sonora, completando con eleganza un’esecuzione ben equilibrata.

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TRAVIATA, GIUSEPPE VERDI – TEATRO VERDI DI TRIESTE, 10 NOVEMBRE 2024

La Traviata di Giuseppe Verdi, nella nuova produzione del Teatro Verdi di Trieste per la stagione 2024/25, ha dato il via alla stagione con un allestimento che ha suscitato ampi consensi e qualche perplessità. Diretto da Enrico Calesso, questo capolavoro verdiano ha offerto una lettura che ha saputo mescolare tradizione e innovazione, creando una serata ricca di emozioni e sorprese visive.

La regia di Arnaud Bernard ha optato per un’ambientazione negli anni Cinquanta, conferendo all’opera un taglio temporale più moderno e distaccato dalle tradizioni ottocentesche. La scelta stilistica ha incluso un uso marcato dei ferma immagine, specialmente nelle scene corali, dove il coro è stato spesso statico, creando una sensazione di distanza emotiva e accentuando il senso di drammaticità. In particolare, nella scena della festa, anche Calesso ha scelto di rallentare il tempo, quasi a voler sottolineare la tragedia imminente, distorcendo il ritmo frenetico della festa per mettere in evidenza la desolazione e l’ineluttabilità del destino di Violetta.

Le scene di Alessandro Camera si sono contraddistinte per l'essenzialità, con un fondale nero e una grande tavola bianca disposta in diagonale, accompagnata da sedie bianche, creando un forte contrasto visivo che ha sottolineato i temi centrali della tragedia. I costumi di Carla Ricotti e le luci di Emanuele Agliati hanno esaltato questa visione, creando un'atmosfera emotivamente intensa, ma talvolta eccessivamente marcata.

Il soprano Maria Grazia Schiavo ha offerto una Violetta Valéry vibrante ed emozionante, dimostrandosi più a suo agio nei momenti lirici che in quelli virtuosistici. La sua intimistica interpretazione di "Addio del passato", eseguita con ripresa, è stata particolarmente apprezzata, lasciando il pubblico visibilmente commosso.

Al fianco della protagonista, Antonio Poli (Alfredo Germont) ha brillato con una voce dal timbro caldo e una performance scenica che è cresciuta di intensità nel corso dell'opera. Artista ormai maturo, Poli ha mostrato una grande profondità interpretativa, ricca di sfaccettature già a partire dal brindisi, dove la sua vocalità ha saputo alternare passaggi di freschezza giovanile a momenti più riflessivi e drammatici. La sua interpretazione è maturata con il proseguire dell’opera, con una caratterizzazione emotiva sempre più intensa, culminando in un finale carico di passione.

Roberto Frontali, nel ruolo di Giorgio Germont, ha offerto un'interpretazione di grande spessore. Il duetto tra Violetta e Germont si è rivelato uno dei momenti più toccanti della serata, con un'intensa connessione drammatica che ha messo in risalto il conflitto interiore dei personaggi. Le sue arie, "Di Provenza il mar" e "Pura siccome un angelo," hanno dato piena evidenza alla maestria di Frontali nel fondere parola scenica e musica, facendo emergere il senso profondo del testo attraverso una voce autorevole e ricca di sfumature.

Accanto ai protagonisti, i comprimari hanno dato un valido contributo. Francesco Verna, nel ruolo del Barone Douphol, ha offerto una performance solida, mentre Francesco Auriemma, come Marchese d'Obigny, ha aggiunto un ulteriore spessore sociale. Andrea Pellegrini, nel ruolo del Dottore Grenvil, ha interpretato il personaggio con misura e credibilità, e Saverio Fiore, nei panni di Gastone, ha portato freschezza alla scena. Veronica Prando (Annina) e Giuseppe Oliveri (domestico di Flora) hanno completato il cast con interpretazioni precise. Gianluca Sorrentino, come Giuseppe, e Damiano Locatelli, nel ruolo di un commissario, hanno dato corpo ai personaggi minori, inserendosi armoniosamente nel contesto.

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Chamber Orchestra of Europe diretta da Antonio Pappano, pianista Bertrand Chamayou - Teatro Giovanni da Udine, 14 novembre 2024

La Chamber Orchestra of Europe, diretta con maestria da Sir Antonio Pappano e accompagnata dal pianista Bertrand Chamayou, ha offerto al pubblico udinese una serata che ha unito il Novecento musicale francese e americano con eleganza e virtuosismo. Un elemento che ha arricchito ulteriormente l'esperienza è stata la tradizione che Pappano ha continuato a portare con sé, quella di introdurre i brani prima di ogni esecuzione. Un'abitudine che il direttore britannico ci ha abituato a vedere nei suoi anni alla guida dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, e che anche in questa occasione ha aggiunto un tocco di coinvolgimento e personalità facenedo apprezzare non solo la musica ma anche la storia e le interconnessioni tra i compositori.

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DOPPIO APPUNTAMENTO: LA BENEDIZIONE – Cristian Carrara
GIANNI SCHICCHI – Giacomo Puccini,
Teatro Coccia di Novara, 25 Ottobre 2024

Nel perimetro del virtuoso Progetto DNA Italia ideato dalla Fondazione Teatro Coccia, volto a promuovere giovani talenti del nostro panorama operistico, si interrompe il ciclo di farse rossiniane (proposte a partire dal 2021) per celebrare a dovere il centenario pucciniano.

La scelta ricade su “Gianni Schicchi”, che nella sua brevità viene eseguito in affiancamento a un secondo titolo come da tradizione. È tuttavia affascinante e inedito che non si tratti in questa occasione di un titolo di repertorio, ma di una nuova commissione ad hoc.

“La Benedizione”, con musica di Cristian Carrara e libretto di Marco Malvaldi, è un’opera contemporanea eseguita in prima assoluta mondiale, ma legata a doppio filo alla partitura pucciniana sia a livello di soggetto e personaggi, sia a livello stilistico-musicale. Si tratta infatti di una sorta di prologo alle vicende narrate nello Schicchi, dove si vogliono rivelare tutti i retroscena della storia nell’ultimo giorno di vita del vecchio Donati, in un racconto di lugubre ironia e un taglio di trama quasi giallo. Com’è morto il “Povero Buoso”? Perché ha deciso di lasciare tutti i suoi averi al Convento di Santa Reparata? Qualcuno per opporsi ha deciso di ucciderlo? E in che modo? Il pubblico ha finalmente modo di scoprirlo in poco più di mezz’ora di musica, caratterizzata da una struttura orchestrale sinfonicamente solida con forte valorizzazione delle percussioni e un impianto tonale in continuità con i tipici tratti pucciniani. La partitura insiste forse eccessivamente su un declamato teatrale alla lunga piuttosto ripetitivo e difficilmente memorabile, con una quasi totale assenza di abbandoni melodici e parentesi cantabili. Il risultato complessivo è tuttavia brioso e gradevole, con una nuova proposta di qualità che con approccio tradizionale si accosta in punta di piedi al titolo classico, riuscendo perfettamente a creare un’inaspettata continuità a livello percettivo.

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GIUSEPPE VERDI - STIFFELIO,
TEATRO FILARMONICO DI VERONA - 29 OTTOBRE 2024

Nel 1850, solo un artista audace come Verdi avrebbe potuto immaginare un’opera incentrata su un pastore protestante, Stiffelio, che, venuto a sapere del tradimento della moglie Lina, inizialmente la obbliga al divorzio, ma poi – ispirato dai principi evangelici – decide di perdonarla pubblicamente. Pur non essendo tra i titoli più noti di Verdi, quest’opera, posta tra Luisa Miller e Rigoletto, contiene spunti musicali e drammatici degni di nota, in particolare nel secondo e terzo atto, che ne evidenziano la validità artistica e il fascino, specialmente dal punto di vista della scrittura vocale.

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VICENZA OPERA FESTIVAL - R. STRAUSS: LE BOURGEOIS GENTILHOMME-SUITE -
ARIADNE AUF NAXOS - TEATRO OLIMPICO DI VICENZA -24 OTTOBRE 2024

Il cuore pulsante della VII edizione del Vicenza Opera Festival, dedicato alla musica operistica e sinfonica sotto la direzione artistica di Iván Fischer e in programma dal 24 al 27 ottobre presso il Teatro Olimpico di Vicenza, è stato Ariadne auf Naxos di Richard Strauss.

Dopo le atmosfere inquietanti di The Turn of the Screw di Benjamin Britten e l’intensa drammaticità di Pelléas et Mélisande di Claude Debussy, Fischer ha scelto un registro più leggero con Ariadne auf Naxos, presentando la brillante commedia nata dalla collaborazione tra Richard Strauss e Hugo von Hofmannsthal.

Dopo il trionfo di Der Rosenkavalier nel 1911, Strauss e Hofmannsthal idearono una nuova opera ambientata nel periodo barocco, affrontando il tema contemporaneo dell’ascesa sociale della borghesia. Hofmannsthal si ispirò alla commedia Le Bourgeois gentilhomme di Molière, mentre Strauss trovò interessante l’idea di rielaborare la musica originale di Lully. Hofmannsthal ridusse la commedia in due atti, offrendo a Strauss l’opportunità di comporre musica di scena, particolarmente per la vivace scena del banchetto, con riferimenti musicali legati a ogni portata. Alla commedia seguì un intrattenimento nuovo e, per l’epoca, radicale, che combinava l’opera seria con la commedia dell’arte, in sostituzione delle scene teatrali turche della versione originale. La prima esecuzione tuttavia, fu troppo lunga e accolse reazioni contrastanti, non soddisfacendo né il pubblico teatrale né quello operistico.

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CAPULETI E MONTECCHI, VINCENZO BELLINI - INAUGURAZIONE STAGIONE D’OPERA TEATRO GRANDE DI BRESCIA, VENERDI’ 27 SETTEMBRE 2024

Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini inaugura la stagione del Circuito Lombardo a Brescia, dopo più di un decennio di assenza al Grande. Il libretto di Felice Romani, epurato di alcuni personaggi shakespeariani e concentrato per così dire soltanto sui ruoli più essenziali allo svolgimento della trama, trae ispirazione principalmente dalle fonti italiane precedenti al poeta bardo, come la novella di Luigi Da Porto e la versione di Matteo Bandello. Questo dà all'opera un'impronta diversa da quella comunemente conosciuta, con un forte accento politico e meno enfasi sui dettagli romantici presenti nell'opera di Shakespeare.

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IL SETTEMBRE DELL’ACCADEMIA 2024
XXXIII FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA - ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA - DIRETTORE G. NOSEDA - PIANISTI - JAN LISIECKI E FRANCESCO PIEMONTESI - TEATRO FILARMONICO DI VERONA MERCOLEDÌ 18 SETTEMBRE 2024

Per il terzo appuntamento del Settembre dell’ Accademia 2024, il Teatro Filarmonico è stato lo scenario di una serata al fulmicotone, con un programma che ha saputo coniugare la modernità di Jörg Widmann, la classicità di Mozart e la potenza titanica di Beethoven. La bacchetta di Gianandrea Noseda, travolgente e trascinante, ha guidato l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e i solisti in un crescendo emotivo che ha letteralmente trascinato il pubblico.

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LA CENERENTOLA, ossia la bontà in trionfo; GIOACHINO ROSSINI – FESTIVAL VICENZA IN LIRICA, TEATRO OLIMPICO, SABATO 14 SETTEMBRE 2024.

Si affida al regista Bepi Morassi la direzione del Festival Vicenza in Lirica per la Cenerentola di Rossini in scena come spettacolo di punta dell’edizione 2024, verso la conclusione del ricco cartellone offerto.

Morassi è ben noto per il suo approccio tradizionale ma al tempo stesso vivace e raffinato alla messa in scena delle opere liriche. Si è sempre distinto per la capacità di bilanciare il rispetto per il testo e la partitura con una regia creativa che valorizza le peculiarità drammaturgiche delle opere. In questo caso ha dovuto adattare le sue idee ai limitati spazi dell’Olimpico ed ha considerato secondo noi un cast formato da artisti giovani e promettenti che tanto hanno da offrire soprattutto dal punto di vista recitativo, posti tra l'altro a dura prova considerata la specificità del teatro che esalta particolarmente l'acustica in buca. Abbiamo notato una estremizzazione dei personaggi e di quanto possano offrire sulla scena: ogni gesto ed intenzione vengono esaltati in modo volutamente esagerato, fino ai limiti del ridicolo, evidentemente per provocare riso e stupore in chi ascolta, cosa puntualmente avvenuta.

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IL SETTEMBRE DELL’ACCADEMIA 2024 - XXXIII FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA - SÄCHSISCHE STAATSKAPELLE DRESDEN - DANIELE GATTI DIRETTORE - TEATRO FILARMONICO DI VERONA - VENERDI 13 SETTEMBRE 2024

Quando si ha a che fare con un’orchestra prestigiosa e rinomata, composta da musicisti che si ascoltano e si comprendono a vicenda, quanto può fare la differenza la qualità del direttore d'orchestra? In un'epoca in cui il semplice titolo di prodigio sembra sufficiente per ottenere immediatamente posizioni di prestigio e dirigere orchestre di alto livello, l’inizio del mandato di Daniele Gatti come direttore principale della Sächsische Staatskapelle Dresden offre una visione chiara e concreta. Il secondo concerto del 34° Settembre dell’Accademia di Verona, ha  rivelato, in modo evidente, la distinzione tra il glamour superficiale e l'incontro autentico e maturo tra musicisti.

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IL SETTEMBRE DELL'ACCADEMIA - 34a EDIZIONE - MAHLER CHAMBER ORCHESTRA - TEATRO FILARMONICO DI VERONA 8 SETTEMBRE 2024

La Mahler Chamber Orchestra, con la direzione del maestro Antonello Manacorda e il soprano Anna Prohaska, hanno aperto la 34a edizione del Settembre dell’Accademia al teatro Filarmonico di Verona in una serata musicale di straordinaria intensità e varietà. Un concerto  esempio perfetto di come la Mahler Chamber Orchestra riesca a combinare raffinatezza tecnica e sensibilità artistica, offrendo al pubblico un’esperienza immersiva e coinvolgente. La scelta del programma poi, incentrato su temi di scoperta e dialogo tra mondi diversi, si è rivelata particolarmente azzeccata, Antonello Manacorda e Anna Prohaska hanno contribuito in modo significativo al successo della serata, creando un connubio perfetto tra direzione, esecuzione e interpretazione, mentre l'orchestra  ha confermato il suo status di eccellenza nel panorama musicale internazionale. Si é esplorato un’affascinante combinazione di opere europee, tra tradizione e modernità, con un programma che ha alternato brani di Ferruccio Busoni, Gustav Mahler e Antonín Dvořák.

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DAS LIED VON DER ERDE, GUSTAV MAHLER - TEATRO OLIMPICO DI VICENZA, SABATO 7 SETTEMBRE 2024

Sinfonia per contralto, tenore e orchestra

Versione cameristica di Arnold Schönberg e Rainer Rehn
Testi di Hans Bethge da Die Chinesische Flöte

Sempre più alta la qualità degli spettacoli offerti dal Festival Vicenza in Lirica, manifestazione giovane ma con già tanta esperienza alle sue spalle e successi progressivamente crescenti. Sabato scorso abbiamo ascoltato "Das Lied von der Erde" (Il canto della terra) di Mahler: una sinfonia-ciclo di canzoni composta tra il 1908 e il 1909. È una delle sue opere più emblematiche, ove gli elementi di lied e sinfonia, tanto cari all’autore, si combinano perfettamente.

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FESTIVAL VICENZA IN LIRICA 2024 - STABAT MATER DI GIOACHINO ROSSINI AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA, DOMENICA 01 SETTEMBRE 2024.

Il Festival Vicenza in Lirica apre le porte del teatro Olimpico con un evento prestigioso per la città e gli appassionati di musica di qualità: l’ esecuzione dello Stabat Mater di Gioachino Rossini, una delle opere sacre più emozionanti e celebri del repertorio musicale. In buca l’Orchestra dei Colli Morenici, il Coro Iris Ensemble e la direzione del maestro Benedikt Sauer. Solisti della serata: Claudia Pavone, soprano - Ekaterina Gubanova, mezzosoprano - Bryan Lopez Gonzalez, tenore - Riccardo Zanellato, basso.

Lo "Stabat Mater" di Gioachino Rossini è una delle composizioni sacre più celebri del XIX secolo, basata sull'omonimo testo medievale che descrive il dolore della Vergine Maria ai piedi della croce di Cristo. Rossini compose questa importante opera sacra negli anni 1831-1841.

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G. ROSSINI - IL BARBIERE DI SIVIGLIA - ARENA DI VERONA - 24 AGOSTO 2024

La serata del 24 agosto all’Arena di Verona ha visto il ritorno de “Il Barbiere di Siviglia” con un cast in gran parte rinnovato rispetto alle recite di luglio,  che ha soddisfatto e superato le aspettative. Un cast eccellente, ognuno dei quali ha contribuito a rendere la serata memorabile per il pubblico veronese, combinando talento vocale e capacità interpretative facendo brillare l’opera di Rossini  nella sua folle  semplicità.

Jack Swanson ha vestito i panni del Conte d’Almaviva con una raffinatezza e una presenza scenica notevoli. Il tenore americano ha mostrato un'eccezionale padronanza vocale, esibendo un timbro chiaro e brillante che ha ben sottolineato il carattere romantico e appassionato del suo personaggio nonostante la voce risulti piccola e di scarsa proiezione.

Carlo Lepore, nel ruolo del dottor Bartolo, ha offerto una performance straordinaria, dando vita a un personaggio tanto burbero quanto esilarante. Lepore ha saputo bilanciare sapientemente i momenti di comicità con quelli di autentico pathos, arricchendo il suo Bartolo di sfumature che lo hanno reso irresistibile grazie alla sua padronanza assoluto del canto di autentico buffo.

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TOSCA, GIACOMO PUCCINI – ARENA DI VERONA, VENERDI’ 2 AGOSTO 2024

Anche nel 2024 ritorna la ormai classica edizione di Tosca diretta da Hugo de Ana, uno spettacolo che rappresenta un felice connubio tra modernità e tradizione, come abbiamo sottolineato varie volte. Questa produzione unisce infatti una fedeltà impeccabile al libretto con una messa in scena molto suggestiva, evitando i soliti cliché. Ormai il pubblico riconosce ed accorre con gioia per rivedere la celebre testa d’Angelo con le sue enormi braccia, che avvolgono il palco brandendo una spada gigantesca, i dipinti di Cavaradossi che adornano la chiesa di Sant’Andrea della Valle, con pochi ma fondamentali arredi scenici perfettamente posizionati, e tutto ciò che questo spettacolare allestimento richiama alla mente ogni volta che viene riproposto. In una serata ancora rovente di questa stagione particolarmente afosa, un plauso va a chi riesce a portare in scena uno spettacolo complesso, sebbene non particolarmente lungo, in tali condizioni.

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PUCCINI: TURANDOT, CASTELLO DI SAN GIUSTO (TS) - MERCOLEDI' 10 LUGLIO 2024

Dopo la Manon Lescaut di inizio stagione, il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ha deciso di omaggiare il 100° anniversario della morte di Puccini anche durante la sua mini stagione estiva: spostandosi presso il Cortile delle Milizie del Castello di San Giusto ha ripreso, con qualche doveroso aggiustamento, l’allestimento della Turandot andata in scena a più riprese qualche anno fa.

L’impianto scenico è quello ideato da Paolo Vitale nel 2019, poi già declinato nel 2023 secondo la regia di Davide Garattini Raimondi che ricrea un mondo diviso in due, bianco e nero (come i costumi di Danilo Coppola), violento, in cui l’amore tenta di sopravvivere e alla fine vince sul potere e sull’odio, che si sgretolano come la corazza di ceramiche bianche e azzurre che la protagonista ha creato attorno al suo cuore. 

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CARMEN, GEORGES BIZET - ARENA DI VERONA, SABATO 13 LUGLIO 2024

Va in replica in una serata speciale questa Carmen nello storico allestimento 1995 di Zeffirelli, che la Fondazione Arena decide di dedicare espressamente all’immenso Carlo Bergonzi nel centenario esatto dalla sua nascita, e va da sé che l’attenzione si focalizzi più che in altre occasioni sulla performance del tenore in scena.

Dopo il successo dello scorso anno, si sceglie di andare sul sicuro proponendo nuovamente Freddie De Tommaso nel ruolo di Don José, che della preziosa vocalità del mostro sacro parmense ricorda più di una caratteristica - pur discostandoci da quel repertorio d’elezione verdiano e belcantistico - a confermarsiper mezzi tecnici e interpretativi tra i tenori più promettenti del panorama lirico contemporaneo: il timbro caldo e vellutato, il legato pulito ed elegante, la cura del fraseggio. In quanto lirico spinto di razza, l’artista italo-britannico aggiunge alla delicata musicalità una poderosa emissione impressionante per volume e proiezione, in grado di svettare nell’anfiteatro senza esitazioni.

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