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SECONDO CONCERTO DELLA STAGIONE SINFONICA DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA - PAGANO\JUROWSKI - 28 FEBBRAIO 2025

Il Teatro Filarmonico di Verona ha ospitato una straordinaria serata dedicata alla musica di Dmitri Dmitriyevich Shostakovich, nell'ambito della Stagione Sinfonica 2025 della Fondazione Arena. Un omaggio sentito al genio del compositore russo, nel cinquantesimo anniversario della sua scomparsa.

Figura complessa e profondamente segnata dalle vicende politiche e sociali del suo tempo, Šostakovič ha saputo esprimere attraverso la sua musica un universo di emozioni contrastanti, tra lirismo, ironia e disperazione. La serata ha visto due delle sue opere più significative: il Secondo Concerto per violoncello e la Sinfonia n. 15.

Composto nel 1966 e dedicato al leggendario violoncellista Mstislav Rostropovič, il Secondo Concerto per violoncello è un'opera densa di tensione e introspezione. A differenza del primo concerto, più immediato ed eroico, questa partitura si distingue per il suo carattere enigmatico e cupo, con una scrittura orchestrale rarefatta e momenti di profonda inquietudine. Šostakovič scrisse quest'opera in un periodo di salute precaria e crescente isolamento artistico, e il risultato è una musica che alterna introspezione lirica a episodi di sferzante ironia.

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A. CATALANI - LA WALLY - TEATRO FILARMONICO DI VERONA- VENERDI’ 21 FEBBRAIO 2025

Dimenticato in parte a causa dell’ingombrante fama del suo concittadino Puccini e stroncato dalla tubercolosi prima ancora di compiere quarant’anni, Alfredo Catalani è forse il compositore della “giovane scuola” che ha ricevuto meno attenzione dalla Storia. Oggi, in un’epoca in cui quel repertorio viene messo da parte per ragioni tanto estetiche quanto ideologiche – un vero vulnus per la nostra cultura musicale – assistere a *La Wally* ha il sapore della riscoperta: come rientrare in possesso di un frammento della propria tradizione, ormai percepito quasi come un reperto distante. Privata delle sue interpreti più carismatiche – pensiamo a voci come quelle della Olivero o della Tebaldi, capaci di imporsi con un’interpretazione viscerale – quest’opera oggi si ascolta con una prospettiva diversa. Più che la teatralità, marcata da un’estetica tipicamente fin de siècle, o la scrittura melodica, intensa ma frammentaria, ad emergere è soprattutto il valore della partitura orchestrale. La musica di Catalani non indulge mai in effetti facili né si lascia sopraffare da una retorica eccessiva, a differenza di quanto talvolta accade nei lavori di Mascagni – l’altro toscano della sua generazione, inserito nel triangolo con Puccini – o nelle pagine meno ispirate di Giordano. Più vicino a Wagner per l’idea di un tessuto musicale continuo, senza però rinunciare a strutture chiuse e riconoscibili, Catalani è verista più per il periodo in cui operò che per una reale affinità con il movimento. Più che rivalutato, andrebbe inquadrato nella sua giusta dimensione.

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G. DONIZETTI, LUCIA DI LAMMERMOOR – COMUNALE NOUVEAU DI BOLOGNA, SABATO 22 FEBBRAIO 2025

Sulle scene del Comunale Nouveau di Bologna approda una coproduzione con il Donizetti Opera di Bergamo della Lucia di Lammermoor, firmata dalla regia visionaria di Jacopo Spirei e ripresa da Alessandro Pasini. Come spesso accade negli ultimi anni, anche in questo allestimento si è puntato a creare un forte impatto emotivo, permettendo al pubblico di identificarsi nei temi trattati. Questi vengono resi ancora più attuali grazie alla scenografia contemporanea e stilizzata di Mauro Tinti e ai costumi moderni di Agnese Rabatti. L’allestimento richiama, seppur vagamente, il celebre dipinto Nastagio degli Onesti, primo episodio di Botticelli, evocato dalla presenza di tronchi d’albero e, soprattutto, dall’immagine della fanciulla in fuga, inseguita da figure maschili. Questo elemento visivo incarna il fulcro della visione registica: la donna come vittima di una società maschilista, in cui viene trattata alla stregua di un oggetto da possedere e scambiare. Lucia, simbolo per eccellenza di questa condizione, trova nella follia l’unica via di fuga dal destino di un matrimonio imposto e detestato.

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TRITTICO DI PUCCINI, TEATRO VERDI DI TRIESTE – VENERDI’ 21 FEBBRAIO 2025

Il Trittico di Puccini, messo in scena al Teatro Verdi di Trieste per la stagione lirica 2024-2025, ha offerto una rivisitazione affascinante di questa trilogia che, pur non essendo un adattamento diretto della Divina Commedia, ha saputo evocare in modo potente i temi e le atmosfere dantesche. Questo nuovo allestimento, in coproduzione tra la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste e la Fondazione Teatro Comunale di Bologna, è stato diretto dal Maestro Francesco Ivan Ciampa, che ha offerto una delle migliori letture musicali recenti a cui abbiamo assistito nel teatro giuliano.

La regia di Pier Francesco Maestrini ha creato una scenografia visiva che rimanda direttamente ai mondi immaginari creati dal sommo poeta. Le scene di Nicolás Boni, ispirate alle celebri illustrazioni di Gustave Doré, e i costumi di Stefania Scaraggi hanno arricchito l'atmosfera, mentre le luci di Daniele Naldi hanno creato effetti di grande impatto. Le proiezioni di sfondo hanno avuto un ruolo chiave, amplificando i rimandi e contribuendo a dare un volto simbolico agli spazi della sofferenza, della speranza e della redenzione.

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G. VERDI - RIGOLETTO - TEATRO LA FENICE DI VENEZIA - VENERDI' 07 FEBBRAIO 2025

La riproposizione del Rigoletto di Giuseppe Verdi firmata da Damiano Michieletto, già presentata alla Fenice nel 2021, si conferma come un'elaborazione ambiziosa e profondamente psicologica, incentrata sulla dissociazione mentale del protagonista. Rigoletto, logorato da un insostenibile senso di colpa per la tragica morte della figlia Gilda, unica ragione di vita dopo la scomparsa prematura della moglie, si rifugia in una realtà fittizia, rivivendo ossessivamente gli eventi drammatici che hanno devastato la sua esistenza. 

La struttura narrativa si articola come una complessa rielaborazione psichica, in cui passato e presente si fondono in un'atmosfera onirica. Gli eventi vengono evocati attraverso proiezioni in bianco e nero che ritraggono Gilda bambina, caratterizzata da treccine e da un precoce desiderio di emancipazione dalle restrizioni paterne. Questo anelito trova un epilogo tragico nella seduzione del Duca di Mantova, libertino incallito, la cui attrattiva risulta irresistibile per la giovane. Michieletto introduce una figura mascherata, un doppio scenico di Gilda, che porta con sé un velo nero, chiaro presagio del destino funesto che l'attende. 

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L’ELISIR D’AMORE , GAETANO DONIZETTI -TEATRO REGIO DI TORINO, DOMENICA 1 FEBBRAIO 2025

In coproduzione con il Teatro Regio di Parma, debutta al Teatro Regio di Torino un “Elisir d’Amore” dai tratti inediti nell’ispirata regia di Daniele Menghini, che trasfigura l’opera donizettiana in un’esplorazione astratta sospesa tra sogno e realtà. Una messinscena originale, in cui Nemorino assume i tratti di un moderno Geppetto immerso in un mondo animato da marionette ed entità astratte da lui stesso create, scolpite, intarsiate. Il protagonista non è semplicemente l’ingenuo innamorato che ben conosciamo, ma un artista-creatore che si trova progressivamente coinvolto nel gioco che ha lui stesso messo in moto: l’amatissima Adina è modellata nel legno dando forma alla sua donna ideale, rendendo labile il confine tra il reale e il fantastico. Emblematica è l’enorme mano che incombe sulla scena sulle note di “Una furtiva lagrima”– volente o nolente il ricordo va al debutto scaligero de La Fura del Baus, ben quindici anni fa, con una scelta analoga per il Tannhäuser wagneriano - identificando in definitiva la figura di Nemorino come demiurgo dell’intera storia. Salta immediatamente all’occhio come egli sia l’unica figura umana e autentica in un ventaglio di personaggi farseschi, caricature di se stessi, topoi che prendono vita in un maestoso teatro di figura.

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A. SALIERI - FALSTAFF - TEATRO FILARMONICO DI VERONA - 26 GENNAIO 2025

Per l'apertura della stagione operistica 2025, il Teatro Filarmonico di Verona sceglie di omaggiare Antonio Salieri nel bicentenario della sua morte con una nuova produzione di 'Falstaff, ossia Le tre burle'. Esempio emblematico dell'opera buffa settecentesca, capace di coniugare intrattenimento e raffinatezza stilistica, 'Falstaff' di Salieri, pur non rientrando tra i capolavori assoluti del periodo, ha trovato in questa produzione del Teatro Filarmonico un'esaltazione della sua freschezza e arguzia, rendendo omaggio in modo significativo al genio di Legnago. La prima rappresentazione dell'opera risale al 3 gennaio 1799, presso il Teatro di Porta Carinzia (Kärntnertortheater) di Vienna, e il suo successo la portò in breve tempo anche al Burgtheater, a Dresda e a Berlino. A Verona, Falstaff fu scelto per la riapertura del Teatro Filarmonico nel 1975, e oggi, a distanza di cinquant'anni, torna sullo stesso palco per celebrare questo importante anniversario.

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DIE ENTFÜHRUNG AUS DEM SERAIL, W. A. MOZART - TEATRO VERDI DI TRIESTE, VENERDI' 17 GENNAIO 2025

Die Entführung aus dem Serail (Il ratto dal serraglio) è una delle opere più significative di Wolfgang Amadeus Mozart, composta nel 1782 e rappresentata per la prima volta al Burgtheater di Vienna il 16 luglio dello stesso anno. Questo Singspiel in tre atti, con il libretto di Johann Gottlieb Stephanie Jr. (tratto da un’opera di Christoph Friedrich Bretzner), rappresenta un punto di transizione nella carriera di Mozart, che si stava affermando come uno dei più grandi operisti del suo tempo. La trama si sviluppa attorno a Belmonte, che cerca di liberare la sua amata Konstanze, rapita dal potente pasha Selim e tenuta prigioniera nel suo serraglio, accompagnato dai suoi fidati servitori Pedrillo e Blonde. Il tema del "rapimento" e della libertà risuona con particolare forza nel contesto storico di fine XVIII secolo, una Vienna in fermento, pronta ad affrontare grandi trasformazioni politiche e sociali.

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DIE ZAUBERFLÖTE, W. A. MOZART – TEATRO VERDI DI PADOVA, DOMENICA 29 DICEMBRE 2024

Composto da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1791, "Il Flauto Magico" (Die Zauberflöte) è come tutti sanno una delle opere più iconiche ed amate del repertorio lirico mondiale, che difatti ha letteralmente riempito il Verdi di Padova di pubblico festante ed appassionato. Questo singspiel si distingue per la mescolanza di leggerezza e profondità, che lo rende accessibile a un vasto pubblico pur mantenendo una complessità artistica e simbolica che incanta ancora oggi.
L'opera esplora temi universali come l'amore, il sacrificio, la ricerca della conoscenza e la lotta eterna tra luce e oscurità. Allo stesso tempo, contiene simbolismi legati alla massoneria, di cui sappiamo Mozart era membro, con riferimenti alla saggezza, alla fratellanza e alla trasformazione personale. "Il Flauto Magico" è molto più di un’opera: è un’esperienza multidimensionale. Il suo mix di comicità, dramma e misticismo la rende unica. È un'opera che parla al cuore di bambini e adulti, di esperti e neofiti, con un messaggio sempre attuale: la ricerca della verità e del bene è un viaggio che vale la pena intraprendere. Ed il regista Paolo Giani Cei ne percepisce le sfaccettate dinamiche con lo spettacolo in coproduzione con i teatri Mario del Monaco di Treviso e Teatro Sociale Di Rovigo.

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Messiah, Georg Friedrich Händel-Teatro Nuovo Giovanni da Udine, 16 dicembre 2024

Il Messiah di Georg Friedrich Händel, eseguito ieri sera al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, ha rappresentato molto più di un semplice concerto: è stato un viaggio emozionale, un’esperienza immersiva capace di unire la potenza della grande musica barocca a tecnologie visive di ultima generazione. Sotto la guida di Harry Bicket, la prestigiosa formazione inglese The English Concert & Choir ha offerto una performance musicale impeccabile, ulteriormente arricchita da suggestivi effetti di videomapping curati da Teatro Carillon.
Il progetto, ideato dal direttore artistico Paolo Cascio, ha voluto recuperare la funzione narrativa dell’oratorio, arricchendolo con una dimensione visiva che ne amplifica il potenziale comunicativo. Cascio ha spiegato che l’intento che sta alla base di questa iniziativa è di iniziare un progetto articolato in più stagioni dedicato al recupero di alcuni oratori di Georg Friedrich Handel che per loro stessa natura hanno un contenuto profondamente narrativo. La narrazione, per il direttore artistico, è al centro di questo lavoro, pensato come un antidoto al rumore dello storytelling diffuso nella società contemporanea. Grazie alle nuove tecnologie di creazione e trasmissione delle immagini, come appunto il videomapping site-specific, è stato possibile restituire al pubblico una rappresentazione in cui musica e visione si fondono per intensificare il significato profondo della narrazione sacra.

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OTELLO, GIUSEPPE VERDI - TEATRO LA FENICE, DOMENICA 1 DICEMBRE 2024

Otello, penultimo capolavoro di Giuseppe Verdi su libretto di Arrigo Boito, ha inaugurato con grande attesa la Stagione Lirica e Balletto 2024-2025 del Teatro La Fenice. La prima del 20 novembre è stata infatti annullata a causa di uno sciopero del personale del teatro, il terzo dall’inizio della stagione, che aveva già fatto saltare Turandot il 30 agosto e il dittico La Fabbrica Illuminata ed Erwartung il 13 settembre. Proclamato dai sindacati il 20 agosto, lo sciopero è stato confermato in un’assemblea qualche giorno prima della serata inaugurale, ma non ha compromesso le recite successive, che si sono svolte regolarmente.

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ROBERTO DEVEREUX – GAETANO DONIZETTI, TEATRO DONIZETTI DI BERGAMO, SABATO 23 NOVEMBRE 2024

Il 2024 segna la fine di un ciclo per il Festival Donizetti Opera, che saluta un commosso Francesco Micheli in uscita dopo dieci anni di direzione artistica con questa ultima edizione. Da sempre divisivo, oscillando tra fanatismi e osteggiamenti da parte della critica, gli si deve oggettivamente riconoscere il ruolo centrale nel rendere il Festival un evento di riferimento per Bergamo (nonché degno omaggio al genio cui ha dato i natali), grazie a una formula vincente in grado di unire con efficacia tradizione e innovazione, altresì supportata da una comunicazione fresca e rivoluzionaria, accompagnata da una continua rete di eventi diffusi in tutta la città. E non si poteva sperare in un epilogo migliore per questo mandato, con il clamoroso successo di questo Roberto Devereux.

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G. DONIZETTI - ZORAIDA DI GRANATA- TEATRO SOCIALE DI BERGAMO - 24 NOVEMBRE 2024

La coproduzione italo-irlandese di Zoraida di Granata, dopo il debutto della versione del 1822 a Wexford lo scorso anno, arriva a Bergamo in occasione del bicentenario della versione del 1824.

Le due versioni di Zoraida di Granata (Roma, 1822; Milano, 1824) rappresentano un'importante testimonianza dell'evoluzione stilistica di Donizetti e della sua capacità di adattarsi alle diverse esigenze teatrali. La versione romana, concepita per il Teatro Argentina, segue ancora fedelmente il modello rossiniano, con una struttura formale rigidamente articolata in numeri chiusi e un’orchestrazione sobria, coerente con le limitate risorse del teatro.

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G. ROSSINI - LA CENERENTOLA, TEATRO FILARMONICO DI VERONA - VENERDI' 22 NOVEMBRE 2024

La Cenerentola di Rossini torna sul palcoscenico del Teatro Filarmonico di Verona, con un allestimento firmato da Manu Lalli, assieme alle scene girevoli ideate da Roberta Lazzeri e ai costumi fiabeschi di Gianna Poli. Sceglie una strada sicura e immediata, mirata a valorizzare i riferimenti visivi e drammaturgici già espliciti nel libretto. La scena, ispirata a un castello barocco, si struttura in modo funzionale: le camere delle sorelle si trovano ai lati del palco e, attraverso rotazioni o unioni, si trasformano nella sala da ballo o, nel secondo atto, in una rappresentazione simbolica del temporale visto dagli occhi di Ramiro. Questo impianto visivo chiaro e ordinato segue un’impostazione narrativa tradizionale, in cui le relazioni tra i personaggi rimangono fedeli alla lettera rossiniana e si sviluppano senza deviazioni interpretative rilevanti.

L’elemento originale più significativo è l’amore di Angelina per i libri, un tratto non presente nel libretto ma integrato nella messinscena attraverso soluzioni visive suggestive. Durante la Sinfonia, le sorellastre distruggono simbolicamente la biblioteca di famiglia per installare le loro stanze, mentre grandi volumi, dedicati a celebri eroine letterarie  appaiono ai margini del palco. Questo dettaglio, unito alla presenza di ballerine classiche che accentuano l’atmosfera fiabesca, imprime alla narrazione un carattere favolistico, quasi infantile, in sintonia con il contesto rossiniano.

La regia alterna momenti ben calibrati, come il duetto tra Don Magnifico e Dandini, dove i due interpreti assecondano il ritmo musicale con gesti mimetici e studiati, a scene meno articolate, come il primo duetto tra Cenerentola e Ramiro, risolto con i protagonisti statici ai lati opposti del palco e scarse interazioni. In ogni caso, la struttura complessiva richiama l’idea del "Rossini a orologeria", una concezione registica che pone al centro la precisione ritmica e musicale, seguendo le orme di maestri come Jean-Pierre Ponnelle e Michael Hampe.

Francesco Lanzillotta  guida l’Orchestra della Fondazione Arena  con una direzione vivace e teatrale, esaltando la compattezza e la precisione dell’ensemble. I tempi scelti sono generalmente spediti, specialmente nelle scene più movimentate, ma sempre calibrati per rispettare le esigenze del palco. I cantanti, infatti, non risultano mai sopraffatti, trovando nel direttore un sostegno solido e puntuale.

Lanzillotta  evita sonorità eccessive, preferendo mettere in risalto dettagli preziosi della partitura e dimostrando una profonda familiarità con il repertorio. Il Coro maschile, preparato da Roberto Gabbiani, si distingue per l’eccellente precisione negli attacchi e per la sua compattezza sonora, completando con eleganza un’esecuzione ben equilibrata.

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TRAVIATA, GIUSEPPE VERDI – TEATRO VERDI DI TRIESTE, 10 NOVEMBRE 2024

La Traviata di Giuseppe Verdi, nella nuova produzione del Teatro Verdi di Trieste per la stagione 2024/25, ha dato il via alla stagione con un allestimento che ha suscitato ampi consensi e qualche perplessità. Diretto da Enrico Calesso, questo capolavoro verdiano ha offerto una lettura che ha saputo mescolare tradizione e innovazione, creando una serata ricca di emozioni e sorprese visive.

La regia di Arnaud Bernard ha optato per un’ambientazione negli anni Cinquanta, conferendo all’opera un taglio temporale più moderno e distaccato dalle tradizioni ottocentesche. La scelta stilistica ha incluso un uso marcato dei ferma immagine, specialmente nelle scene corali, dove il coro è stato spesso statico, creando una sensazione di distanza emotiva e accentuando il senso di drammaticità. In particolare, nella scena della festa, anche Calesso ha scelto di rallentare il tempo, quasi a voler sottolineare la tragedia imminente, distorcendo il ritmo frenetico della festa per mettere in evidenza la desolazione e l’ineluttabilità del destino di Violetta.

Le scene di Alessandro Camera si sono contraddistinte per l'essenzialità, con un fondale nero e una grande tavola bianca disposta in diagonale, accompagnata da sedie bianche, creando un forte contrasto visivo che ha sottolineato i temi centrali della tragedia. I costumi di Carla Ricotti e le luci di Emanuele Agliati hanno esaltato questa visione, creando un'atmosfera emotivamente intensa, ma talvolta eccessivamente marcata.

Il soprano Maria Grazia Schiavo ha offerto una Violetta Valéry vibrante ed emozionante, dimostrandosi più a suo agio nei momenti lirici che in quelli virtuosistici. La sua intimistica interpretazione di "Addio del passato", eseguita con ripresa, è stata particolarmente apprezzata, lasciando il pubblico visibilmente commosso.

Al fianco della protagonista, Antonio Poli (Alfredo Germont) ha brillato con una voce dal timbro caldo e una performance scenica che è cresciuta di intensità nel corso dell'opera. Artista ormai maturo, Poli ha mostrato una grande profondità interpretativa, ricca di sfaccettature già a partire dal brindisi, dove la sua vocalità ha saputo alternare passaggi di freschezza giovanile a momenti più riflessivi e drammatici. La sua interpretazione è maturata con il proseguire dell’opera, con una caratterizzazione emotiva sempre più intensa, culminando in un finale carico di passione.

Roberto Frontali, nel ruolo di Giorgio Germont, ha offerto un'interpretazione di grande spessore. Il duetto tra Violetta e Germont si è rivelato uno dei momenti più toccanti della serata, con un'intensa connessione drammatica che ha messo in risalto il conflitto interiore dei personaggi. Le sue arie, "Di Provenza il mar" e "Pura siccome un angelo," hanno dato piena evidenza alla maestria di Frontali nel fondere parola scenica e musica, facendo emergere il senso profondo del testo attraverso una voce autorevole e ricca di sfumature.

Accanto ai protagonisti, i comprimari hanno dato un valido contributo. Francesco Verna, nel ruolo del Barone Douphol, ha offerto una performance solida, mentre Francesco Auriemma, come Marchese d'Obigny, ha aggiunto un ulteriore spessore sociale. Andrea Pellegrini, nel ruolo del Dottore Grenvil, ha interpretato il personaggio con misura e credibilità, e Saverio Fiore, nei panni di Gastone, ha portato freschezza alla scena. Veronica Prando (Annina) e Giuseppe Oliveri (domestico di Flora) hanno completato il cast con interpretazioni precise. Gianluca Sorrentino, come Giuseppe, e Damiano Locatelli, nel ruolo di un commissario, hanno dato corpo ai personaggi minori, inserendosi armoniosamente nel contesto.

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Chamber Orchestra of Europe diretta da Antonio Pappano, pianista Bertrand Chamayou - Teatro Giovanni da Udine, 14 novembre 2024

La Chamber Orchestra of Europe, diretta con maestria da Sir Antonio Pappano e accompagnata dal pianista Bertrand Chamayou, ha offerto al pubblico udinese una serata che ha unito il Novecento musicale francese e americano con eleganza e virtuosismo. Un elemento che ha arricchito ulteriormente l'esperienza è stata la tradizione che Pappano ha continuato a portare con sé, quella di introdurre i brani prima di ogni esecuzione. Un'abitudine che il direttore britannico ci ha abituato a vedere nei suoi anni alla guida dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, e che anche in questa occasione ha aggiunto un tocco di coinvolgimento e personalità facenedo apprezzare non solo la musica ma anche la storia e le interconnessioni tra i compositori.

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DOPPIO APPUNTAMENTO: LA BENEDIZIONE – Cristian Carrara
GIANNI SCHICCHI – Giacomo Puccini,
Teatro Coccia di Novara, 25 Ottobre 2024

Nel perimetro del virtuoso Progetto DNA Italia ideato dalla Fondazione Teatro Coccia, volto a promuovere giovani talenti del nostro panorama operistico, si interrompe il ciclo di farse rossiniane (proposte a partire dal 2021) per celebrare a dovere il centenario pucciniano.

La scelta ricade su “Gianni Schicchi”, che nella sua brevità viene eseguito in affiancamento a un secondo titolo come da tradizione. È tuttavia affascinante e inedito che non si tratti in questa occasione di un titolo di repertorio, ma di una nuova commissione ad hoc.

“La Benedizione”, con musica di Cristian Carrara e libretto di Marco Malvaldi, è un’opera contemporanea eseguita in prima assoluta mondiale, ma legata a doppio filo alla partitura pucciniana sia a livello di soggetto e personaggi, sia a livello stilistico-musicale. Si tratta infatti di una sorta di prologo alle vicende narrate nello Schicchi, dove si vogliono rivelare tutti i retroscena della storia nell’ultimo giorno di vita del vecchio Donati, in un racconto di lugubre ironia e un taglio di trama quasi giallo. Com’è morto il “Povero Buoso”? Perché ha deciso di lasciare tutti i suoi averi al Convento di Santa Reparata? Qualcuno per opporsi ha deciso di ucciderlo? E in che modo? Il pubblico ha finalmente modo di scoprirlo in poco più di mezz’ora di musica, caratterizzata da una struttura orchestrale sinfonicamente solida con forte valorizzazione delle percussioni e un impianto tonale in continuità con i tipici tratti pucciniani. La partitura insiste forse eccessivamente su un declamato teatrale alla lunga piuttosto ripetitivo e difficilmente memorabile, con una quasi totale assenza di abbandoni melodici e parentesi cantabili. Il risultato complessivo è tuttavia brioso e gradevole, con una nuova proposta di qualità che con approccio tradizionale si accosta in punta di piedi al titolo classico, riuscendo perfettamente a creare un’inaspettata continuità a livello percettivo.

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GIUSEPPE VERDI - STIFFELIO,
TEATRO FILARMONICO DI VERONA - 29 OTTOBRE 2024

Nel 1850, solo un artista audace come Verdi avrebbe potuto immaginare un’opera incentrata su un pastore protestante, Stiffelio, che, venuto a sapere del tradimento della moglie Lina, inizialmente la obbliga al divorzio, ma poi – ispirato dai principi evangelici – decide di perdonarla pubblicamente. Pur non essendo tra i titoli più noti di Verdi, quest’opera, posta tra Luisa Miller e Rigoletto, contiene spunti musicali e drammatici degni di nota, in particolare nel secondo e terzo atto, che ne evidenziano la validità artistica e il fascino, specialmente dal punto di vista della scrittura vocale.

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VICENZA OPERA FESTIVAL - R. STRAUSS: LE BOURGEOIS GENTILHOMME-SUITE -
ARIADNE AUF NAXOS - TEATRO OLIMPICO DI VICENZA -24 OTTOBRE 2024

Il cuore pulsante della VII edizione del Vicenza Opera Festival, dedicato alla musica operistica e sinfonica sotto la direzione artistica di Iván Fischer e in programma dal 24 al 27 ottobre presso il Teatro Olimpico di Vicenza, è stato Ariadne auf Naxos di Richard Strauss.

Dopo le atmosfere inquietanti di The Turn of the Screw di Benjamin Britten e l’intensa drammaticità di Pelléas et Mélisande di Claude Debussy, Fischer ha scelto un registro più leggero con Ariadne auf Naxos, presentando la brillante commedia nata dalla collaborazione tra Richard Strauss e Hugo von Hofmannsthal.

Dopo il trionfo di Der Rosenkavalier nel 1911, Strauss e Hofmannsthal idearono una nuova opera ambientata nel periodo barocco, affrontando il tema contemporaneo dell’ascesa sociale della borghesia. Hofmannsthal si ispirò alla commedia Le Bourgeois gentilhomme di Molière, mentre Strauss trovò interessante l’idea di rielaborare la musica originale di Lully. Hofmannsthal ridusse la commedia in due atti, offrendo a Strauss l’opportunità di comporre musica di scena, particolarmente per la vivace scena del banchetto, con riferimenti musicali legati a ogni portata. Alla commedia seguì un intrattenimento nuovo e, per l’epoca, radicale, che combinava l’opera seria con la commedia dell’arte, in sostituzione delle scene teatrali turche della versione originale. La prima esecuzione tuttavia, fu troppo lunga e accolse reazioni contrastanti, non soddisfacendo né il pubblico teatrale né quello operistico.

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CAPULETI E MONTECCHI, VINCENZO BELLINI - INAUGURAZIONE STAGIONE D’OPERA TEATRO GRANDE DI BRESCIA, VENERDI’ 27 SETTEMBRE 2024

Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini inaugura la stagione del Circuito Lombardo a Brescia, dopo più di un decennio di assenza al Grande. Il libretto di Felice Romani, epurato di alcuni personaggi shakespeariani e concentrato per così dire soltanto sui ruoli più essenziali allo svolgimento della trama, trae ispirazione principalmente dalle fonti italiane precedenti al poeta bardo, come la novella di Luigi Da Porto e la versione di Matteo Bandello. Questo dà all'opera un'impronta diversa da quella comunemente conosciuta, con un forte accento politico e meno enfasi sui dettagli romantici presenti nell'opera di Shakespeare.

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