Il cuore pulsante della VII edizione del Vicenza Opera Festival, dedicato alla musica operistica e sinfonica sotto la direzione artistica di Iván Fischer e in programma dal 24 al 27 ottobre presso il Teatro Olimpico di Vicenza, è stato Ariadne auf Naxos di Richard Strauss.
Dopo le atmosfere inquietanti di The Turn of the Screw di Benjamin Britten e l’intensa drammaticità di Pelléas et Mélisande di Claude Debussy, Fischer ha scelto un registro più leggero con Ariadne auf Naxos, presentando la brillante commedia nata dalla collaborazione tra Richard Strauss e Hugo von Hofmannsthal.
Dopo il trionfo di Der Rosenkavalier nel 1911, Strauss e Hofmannsthal idearono una nuova opera ambientata nel periodo barocco, affrontando il tema contemporaneo dell’ascesa sociale della borghesia. Hofmannsthal si ispirò alla commedia Le Bourgeois gentilhomme di Molière, mentre Strauss trovò interessante l’idea di rielaborare la musica originale di Lully. Hofmannsthal ridusse la commedia in due atti, offrendo a Strauss l’opportunità di comporre musica di scena, particolarmente per la vivace scena del banchetto, con riferimenti musicali legati a ogni portata. Alla commedia seguì un intrattenimento nuovo e, per l’epoca, radicale, che combinava l’opera seria con la commedia dell’arte, in sostituzione delle scene teatrali turche della versione originale. La prima esecuzione tuttavia, fu troppo lunga e accolse reazioni contrastanti, non soddisfacendo né il pubblico teatrale né quello operistico.
Di conseguenza, Hofmannsthal e Strauss abbandonarono la commedia di Molière, riscrivendo il testo e rielaborando l’opera. Questa nuova versione, che includeva il Prologo e l’Opera, fu presentata con successo nel 1916, ed è quella che oggi conosciamo. Dal 1920, la musica di Strauss per Le Bourgeois gentilhomme vive come suite orchestrale, Op. 60, talvolta presente nei programmi concertistici.
Per questa produzione, Ivàn Fischer ha deciso di omettere il Prologo del 1916, riproponendo invece la suite orchestrale del 1920. Questo brano cattura perfettamente l’essenza di Strauss, il quale, oscillando tra modernismo e neoclassicismo, ha saputo attraversare due epoche fondamentali della storia musicale. La partitura riflette tutta la raffinatezza di Strauss anche quando si confronta con stili antichi, utilizzando un’orchestra ridotta tipica dell’epoca di Molière, con un quartetto d’archi solista, flauti, oboi, fagotti, una tromba, clarinetti e trombone, strumenti non ancora in uso nel XVII secolo, e un pianoforte al posto del clavicembalo.
In scena, oltre a due attori-mimi-acrobati, vi erano cinque interpreti dei personaggi comici dell’opera, che, pur in silenzio, animavano la scena con vivaci pantomime ispirate alla commedia dell’arte. Fischer ha immaginato una compagnia di commedia dell’arte intenta a prepararsi per una rappresentazione operistica, coinvolgendo anche direttore e musicisti nei loro scherzi, creando un’atmosfera leggera e giocosa, apprezzata dal pubblico per la sua originalità e misura. Grande merito va alla co-regista e coreografa Chiara D’Anna, la cui esperienza nella commedia dell’arte ha donato fluidità e vivacità alla produzione, arricchita dagli straordinari assoli di violino e oboe.
Il vero apice della serata è stato l’atto unico di Ariadne auf Naxos, presentato nella versione del 1916. Fischer ha mantenuto il suo cappotto scintillante, e alcuni membri dell’orchestra hanno continuato a indossare cappelli stravaganti, forse come richiamo alla prima parte della serata, che rappresentava la prova dell’opera. La scenografia di Andrea Tocchio era volutamente minimale: rocce di cartapesta e onde stilizzate suggerivano l’isola di Nasso e il mare circostante. I costumi, firmati da Anna Biagiotti, esaltavano il contrasto tra i due mondi dell’opera: colori vivaci e sgargianti per Zerbinetta e le maschere, più sobri e raffinati per i personaggi mitologici. Anche la recitazione seguiva questa dicotomia, con un’esuberanza scherzosa per i personaggi comici e un’elegante compostezza per quelli mitologici. La scelta di una messinscena essenziale ha permesso di mettere in risalto la musica e le interpretazioni, senza inutili eccessi scenici.
Fischer ha ottenuto dall’orchestra, collocata direttamente sul palco, un suono straordinariamente raffinato, capace di esaltare la complessità e la bellezza della scrittura di Strauss. L’equilibrio tra orchestra e voci è stato impeccabile, in particolare con i quattro interpreti delle maschere, che si sono distinti per la loro energia scenica e precisione vocale: Gurgen Baveyan, Stuart Patterson, Daniel Noyola e Juan de Dios Mateos hanno offerto performance vivaci e ben curate. strepitosa Anna Lena Elbert, nel ruolo di Zerbinetta, ha brillato per la sua maestria tecnica e per la capacità di infondere al personaggio un’ironia leggera e affascinante.
Eccellente anche il trio mitologico, composto da Samantha Gaul, Olivia Vermeulen e Mirella Hagen nei ruoli di Naiade, Driade ed Eco, le cui voci si sono intrecciate con eleganza, creando momenti di rara bellezza. Nei ruoli principali, Emily Magee ha interpretato un’Arianna di grande intensità, con una voce limpida e autorevole, mentre Andrew Staples ha affrontato il complesso ruolo di Bacco con sicurezza e profondità espressiva.
Il pubblico ha riservato una calorosa accoglienza a tutti gli artisti, culminando in una ovazione per Anna Lena Elbert, applaudita per la sua straordinaria performance.
Pierluigi Guadagni
LA LOCANDINA
R. Strauss LE BOURGEOIS GENTILHOMME-SUITE
ARIADNE AUF NAXOS
opera in un atto
di Richard Strauss
su libretto di Hugo von Hofmannsthal
regia di Iván Fischer e Chiara D’Anna
scenografia Andrea Tocchio
costumi Anna Biagiotti
luci Tamás Bányai
responsabile di palcoscenico Wendy Griffin-Reid
direttore tecnico Róbert Zentai
GLI INTERPRETI
Bacco Andrew Staples
Zerbinetta Anna Lena Elbert
Ariadne Emily Magee
Arlecchino Gurgen Baveyan
Scaramuccio Stuart Patterson
Truffaldino David Noyola
Brighella Juande Dies de Mateos
La Naiade Samantha Gaul
La Driade Olivia Vermeulen
Eco Mirella Hagen
IVÁN FISCHER OPERA COMPANY
BUDAPEST FESTIVAL ORCHESTRA
Ivàn Fischer direttore
Una produzione della Iván Fischer Opera Company, Müpa Budapest, Vicenza Opera Festival e Festival dei Due Mondi di Spoleto
Foto by ColorFoto
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