MAHLER-CHAMBER-ORCHESTRA

CONCERTO DELLA MAHLER CHAMBER ORCHESTRA, DANIELE GATTI DIRETTORE - TEATRO PONCHIELLI DI CREMONA, VENERDI’ 14 GENNAIO 2022

La stagione 2022 del Teatro Ponchielli di Cremona si è inaugurata con uno straordinario concerto che ha visto il ritorno sul palcoscenico del Teatro Comunale la Mahler Chamber Orchestra diretta da Daniele Gatti, una delle bacchette italiane più prestigiose ed ammirate a livello internazionale, in un programma interamente dedicato a Schumann. Fondata nel 1997 grazie all’impulso artistico di Claudio Abbado e Daniel Harding su una formazione di base di 45 musicisti provenienti da venti paesi diversi, viene gestita in modo collettivo, concentrando il repertorio sul periodo classico viennese e il periodo romantico, mantenendo, però, anche un occhio di riguardo verso le novità contemporanee. Dal 2016 ha appunto quale Artistic Advisor il direttore d’orchestra Daniele Gatti, mentre il primo violino Matthew Truscott – musicista versatile, apprezzato sia nel repertorio moderno che in quello classico, attivo specialmente in ambito cameristico – la dirige regolarmente in concerti di musica da camera quale maestro concertatore.

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Foto di Gianpaolo Parodi.

ERNANI, GIUSEPPE VERDI - TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA, VENERDI’ 17 DICEMBRE 2021

Debutta al Teatro Municipale di Piacenza una nuova produzione di Ernani di Giuseppe Verdi.

Opera romantica, dalla trama improbabile ma di indubbio fascino e dalla ricca invenzione melodica, popolarissima nel recente passato, è diventata col tempo quasi una rarità. Ecco quindi che una nuova produzione di questo titolo, viene salutata con sempre estremo piacere, soprattutto per la gioia di uscire da una routine nefasta che vede ormai prevalere i soliti titoli della trilogia verdiana nei teatri italiani. Occasione ghiotta per nulla colta da Gianmaria Aliverta che, responsabile di una non regia, allestisce uno spettacolo infinitamente noioso dove,  oltre al paradosso di esigere continui cambi scena in uno spettacolo privo di scene, (i praticabili ideati da Alice Benazzi sui quali vengono proiettati i video di Luca Atilii, soliti nuvoloni e cascate d'acqua) ci informa nelle note di sala di aver allestito una produzione lontana dalle proprie corde di lettura ma con l’intento di rendere “il sapore della tradizione". Poche idee e confuse risultate in un affastellamento di manierismi e cliché che francamente speravamo di dimenticare e  invece ci vengono riproposte con in più il sadico gusto di un intento provocatore. Sipario.

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FOTO Umberto Favretto

IL TROVATORE, GIUSEPPE VERDI -TEATRO GRANDE DI BRESCIA, DOMENICA
12 DICEMBRE 2021

Si chiude in trionfo la Stagione d’Opera 2021 al Teatro Grande di Brescia, con“Il Trovatore” coprodotto nel circuito OperaLombardia che va a riprendere il raffinato allestimento sassarese del 2019, per la regia di Roberto Catalano.

La bellezza apparentemente semplice di questa produzione sta nel saper prendere un soggetto di per sé contorto - il cui intreccio è annoverato tra i più intricati nella Storia dell’Opera - e saperne cogliere, metabolizzare e sublimare gli archetipi, in una sintesi esistenziale di grande efficacia. Non si va a snaturare nulla: solo si preferisce accantonare il didascalico e le sovrastrutture per arrivare al cuore nudo dell’Opera, ambientandola - più che in uno spazio tangibile - in uno spazio mentale di ricordo, senso di colpa, passione ardente come quel “foco” che si ripresenta con insistenza nel libretto. Questa essenzialità dell’astratto e dell’universale, che sposta la vicenda in un luogo / non-luogo e in un tempo / non-tempo, riesce ad esprimersi perfettamente con l’asciuttezza del bianco e del nero, nella monocromia austera delle scene firmate da Emanuele Sinisi e dei costumi di Ilaria Ariemme. Elemento dominante sul palco è appunto la cenere: un’oscura fuliggine spettro di un passato che incombe indelebile sul presente, tormenta i protagonisti e offusca le loro anime. Ciascuno di loro tenta di liberarsene per tutto il corso dell’opera per tornare a uno spazio di luce e purezza ma, quando sembrano ormai vicini alla realizzazione dell’intento, ecco che sull’ultima nota del tragico finale un’altra cascata nera come la pece piomba su di loro. Pochi elementi, grandissimo impatto. Magistrali sono poi le luci di Fiammetta Baldiserri (riprese da Oscar Frosio), che in una scena così minimale assumono un ruolo di particolare rilievo. Silhouette di contrasto rivelate lentamente da pannelli mobili, giochi di ombre portate, un bagliore accecante a richiamare la Pira, riflessi filtranti dal tulle trasparente che delimita il proscenio: tutto contribuisce a una resa visiva poetica e di grande suggestione.

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Foto Granfranco Rota

L' ELISIR D'AMORE, GAETANO DONIZETTI - TEATRO DONIZETTI DI BERGAMO, DOMENICA 5 DICEMBRE 2021

Finalmente si riparte. Dopo tanto (troppo) tempo alle prese con chiusure, platee fantasma e opere in streaming, L’Elisir d’Amore inaugura finalmente la stagione del Festival Donizetti Opera, con un’edizione speciale di cui scriveremo approfonditamente più avanti. L’emozione e il clima di festa sono palpabili, l’accoglienza del pubblico calorosa: ancor prima di entrare in teatro riecheggiano in piazza le note dell’opera con il tipico teatro di marionette e una banda in accompagnamento. All’ingresso le maschere distribuiscono ad ogni spettatore una bandierina gialla e rossa (i colori della città) con una citazione dal libretto dell’opera: “Cantiamo, facciam brindisi a sposi così amabili. Per lor sian lunghi e stabili i giorni del piacer!”. Poco dopo scopriremo, istruiti dal Maestro delle Cerimonie impersonato dall’istrionico Manuel Ferreira, che saremo chiamati a sventolare bandiere e cantare insieme al coro quel brano, durante la scena delle nozze. Una trovata in apparenza un po’ naïf, ma coinvolgente quanto basta a strappare un sorriso al folto pubblico (finalmente) in sala per celebrare tutti insieme, con leggerezza, la ripartenza del Festival dopo due anni, in una città così colpita e purtroppo simbolo della pandemia.

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LA VOIX HUMAINE (FRANCIS POULENC), THE TELEPHONE (GIAN CARLO MENOTTI) –TEATRO FILARMONICO DI VERONA, DOMENICA 28 NOVEMBRE 2021

Davvero interessante e oggetto di riflessioni profonde il dittico proposto dalla Fondazione Arena di Verona per concludere la stagione operistica 2021 al Filarmonico. Con La Voix Humaine e The Telephone, rispettivamente di Pulenc su piéce di Cocteau e di Menotti, siamo posti di fronte al più grande protagonista del nostro tempo che sta letteralmente sostituendo la parte fisica ed umana delle nostre frequentazioni: il telefono. Con una incredibile lungimiranza già dal secolo scorso Cocteau negli ani Trenta, quindi Poulenc nel '59, e Menotti negli anni Quaranta intuirono quanta importanza sociale avrebbe avuto col tempo uno strumento che permetteva di mettersi in comunicazione con gli altri a distanza. Oggi il telefono è diventato praticamente parte integrante del nostro corpo e sono davvero pochissime le persone che attualmente non ne possiedono ancora uno, bambini compresi.

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LA FILLE DU REGIMENT - DONIZETTI FESTIVAL 2021, TEATRO DONIZETTI DI BERGAMO, DOMENICA 21 NOVEMBRE 2021

Proprio come Agata Christie è capace di metterti a proprio agio e creare un ritratto perfetto dell’ambientazione dei suoi racconti dopo poche righe, così Gaetano Donizetti riesce a fare con chi ascolta le sue opere. Bastano infatti alcune battute di una sinfonia e lo spettatore si trova già immerso nel mood della vicenda. Una vicenda che nella rappresentazione andata in scena al Festival Donizetti Opera ha assunto un sapore cubano, grazie al ritmo delle percussioni di Ernesto López Maturell - che si sono integrate benissimo con la musica - ma soprattutto grazie all’allestimento di Luis Ernesto Doñas.

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G. VERDI, GIOVANNA D’ARCO - TEATRO COMUNALE DI MODENA, 19 NOVEMBRE 2021

G. VERDI, GIOVANNA D’ARCO - TEATRO COMUNALE DI MODENA, 19 NOVEMBRE 2021

Opera tra le più entusiasmanti del periodo “di galera” di Giuseppe Verdi (assieme allo Stiffelio) per chi scrive, Giovanna D’Arco è andata in scena al Teatro Comunale di Modena in un allestimento proveniente dall’ Opéra-Théatre di Metz che l’ha coprodotto assieme ai Teatri di Reggio Emilia. Il regista Paul Emile Fourny si inserisce nel solco della più macera “tradizione”, termine qui usato nella sua più triste accezione, poiché oltre ad un certo interesse per i video di Virgile Koering proiettati su di uno schermo cinematografico sullo sfondo del palcoscenico, e ad una azione coreografica (curata da Aurélie Barre e danzata dalla MM Contemporary Dance Company) durante la sinfonia, sostanzialmente non succede nulla. Apoteosi è stata la scena prima del secondo atto, dove figuranti, coro ed interpreti tutti sono rimasti perfettamente immobili al proscenio in barba alla grande scena di trionfo sulla Cattedrale di Reims.

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FIDELIO, LUDWIG VAN BEETHOVEN – INAUGURAZIONE STAGIONE AL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, SABATO 20 NOVEMBRE 2021

FIDELIO, LUDWIG VAN BEETHOVEN – INAUGURAZIONE STAGIONE AL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, SABATO 20 NOVEMBRE 2021

Come l’anno scorso abbiamo continuato a ribadire quanto fosse un peccato che i teatri soffrissero le chiusure dettate dall’emergenza sanitaria e le prime produzioni dopo il totale lockdown fossero menomate e prive degli elementi essenziali che ne costituiscono l’essenza, siamo lieti di ripeterci quest’anno, ma nel piacere di ritrovare i posti occupati con capienza piena e gli spettacoli che finalmente possono beneficiare di tutto ciò che è sempre servito per essere completi. Viviamo comunque un periodo di allerta anche perché non siamo affatto usciti dal tunnel ed anzi sussistono ancora dati allarmanti, soprattutto fuori ed in prossimità del nostro Paese.

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LES MUSICIENS DU LOUVRE, MARC MINKOWSKI DIRETTORE – TEATRO PAVAROTTI DI MODENA, DOMENICA 7 NOVEMBRE 2021

Il nome di Marc Minkowski è tra i più conosciuti nel campo delle esecuzioni musicali dei nostri giorni, soprattutto per le sue interpretazioni del repertorio francese del periodo barocco-illuminista, affrontato con la sua ‘geniale’ creatura, Les Musiciens du Louvre, il complesso strumentale da lui stesso fondato nel 1982 a fianco del quale ha percorso la lunga strada che arriva fino ad oggi.

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IPHIGÉNIE EN TAURIDE, C.W GLUCK - TEATRO GRANDE DI BRESCIA, 05 NOVEMBRE 2021

IPHIGÉNIE EN TAURIDE, C.W GLUCK - TEATRO GRANDE DI BRESCIA, 05 NOVEMBRE 2021

Iphigénie en Tauride approda, dopo il debutto sulle tavole del Fraschini di Pavia la scorsa settimana, al Teatro Grande di Brescia che insieme al circuito OperaLombardia ha prodotto questo interessantissimo allestimento del capolavoro di Gluck.  Culmine del teatro gluckiano, Iphigènie en Tauride è insieme operazione nostalgica e preromantico studio di caratteri. Nel suo penultimo lavoro, Gluck esalta qui altissima la sua maestria di uomo di teatro, così come la capacità di tratteggiare psicologicamente i personaggi con pochi accenni, raggiungendo un’arte di grande raffinatezza.

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DON PASQUALE, GAETANO DONIZETTI – TEATRO VERDI DI PADOVA, DOMENICA 31 OTTOBRE 2021

DON PASQUALE, GAETANO DONIZETTI – TEATRO VERDI DI PADOVA, DOMENICA 31 OTTOBRE 2021

Approda a Padova il Don Pasquale di Donizetti in collaborazione con i teatri di Bassano, Rovigo e Treviso ed il suo spettacolo allegro, frizzante e colorato che arriva quando finalmente il Teatro Verdi può ospitare il suo pubblico a capienza piena grazie al green pass, nonostante le limitazioni economiche dovute ad una crisi del settore che dopo questo stop forzato dalla pandemia non vede ancora la luce per quanto riguarda i lavoratori e le condizioni in cui si sono trovati ad esercitare la loro professione. Bypassando le difficoltà del periodo possiamo comunque dire che per questo spettacolo si registra un bel successo; evidentemente le poche prove che gli artisti hanno avuto a disposizione, complice anche il ripetersi delle recite in giro per il territorio, se pur con cambiamenti nei cast, sono servite a rodare lo spettacolo.

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FONDAZIONE ARENA DI VERONA, CONCERTO DI GIOVANNI SOLLIMA, ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA - TEATRO FILARMONICO 16 OTTOBRE 2021

FONDAZIONE ARENA DI VERONA, CONCERTO DI GIOVANNI SOLLIMA, ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA - TEATRO FILARMONICO 16 OTTOBRE 2021

Protagonista dell’ undicesimo concerto della stagione sinfonica della Fondazione Arena di Verona è stato il celebre violoncellista e compositore Giovanni Sollima, che per la prima volta a capo dell'Orchestra areniana, si è prodotto in un concerto cross over particolarmente interessante.

Noto per aver radicalmente cambiato il modo di suonare il violoncello,  i suoi concerti entusiasmano da sempre il pubblico eterogeneo che lo segue con ammirazione, creando veri e propri happening events.  Forza fisica, postura armoniosa ed una pregevole capacità di improvvisazione sono le affilate armi di Sollima,  musicista borderline , interprete massimo della sintesi tra accademia e contemporaneità. Strepitoso sperimentatore di sonorità, effetti e tecniche esecutive nuove sul suo violoncello visionario, portato oltre la convenzione di suono al quale siamo abituati, nelle sue mani lo strumento diventa vibrante, un oggetto ligneo dalla voce suasiva e carnale capace di divenire il mistico tramite di un’ esperienza a 360 gradi.

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PARMA, FESTIVAL VERDI 2021,  UN BALLO IN MASCHERA (Gustavo III) - TEATRO REGIO DI PARMA, 15 OTTOBRE 2021

PARMA, FESTIVAL VERDI 2021, UN BALLO IN MASCHERA (Gustavo III) - TEATRO REGIO DI PARMA, 15 OTTOBRE 2021

E’ un Ballo in Maschera gelido e funereo quello proposto dal Festival Verdi  2021 di Parma, connotato non solo da un’ambientazione cimiteriale ed algida, ma soprattutto velato da un’atmosfera di mestizia originaria che l’improvvisa morte del suo creatore Graham Vick ha accentuato in maniera definitiva.

Jacopo Spirei, il suo storico collaboratore qui chiamato a portare a compimento l’idea originaria, ha declinato lo spettacolo come una sorta di viaggio attorno ad una elaborazione di un lutto, la morte di Gustavo, tutto articolato attorno al suo proprio monumento funebre, dove una corte fatta di uomini travestiti da donne, dame barbute, popolani e lacchè di corte compiacenti, partecipa soprattutto fisicamente, agli ultimi giorni travagliati del Sovrano, figura storicamente libertina e bisessuale. Il tutto vivisezionato attraverso un microscopio anodino, la cui luce rimane gelida anche quando dal verde acido si trasporta ai colori del rosa o del rosso sangue che rimangono, in ogni caso, come percolati da un separatore estraniato . Una storia che ci ricorda quella di un’autopsia, una sorta di procedimento decostruttivo svolto sul tavolo necroscopico qui chiaramente rappresentato dalla sua stessa tomba, dove il coro (fisso in alto in una sorta di striscia atemporale nera)  è curioso spettatore, voyeur della sgangherata masnada, e in essa si specchia senza mai sporcarsi le mani, guantate di bianco.

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Foto Accademia Filarmonica Verona

LA CITTA’ AL CONCERTO, ACCADEMIA FILARMONICA DI VERONA - ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO, ORAZIO SCIORTINO direttore e pianoforte, Lunedì 11 ottobre 2021, Teatro Filarmonico di Verona

La rassegna “La città al concerto”, parallela del Settembre dell’Accademia riservata alle nuove formazioni orchestrali del territorio veneto e ai loro interpreti, si è conclusa nel segno dell'Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Orazio Sciortino nella triplice veste di pianista solista, direttore e compositore.  Evento significativo della serata è stato appunto la prima esecuzione assoluta di “Al gran cerchio d’ombra” composizione commissionata ad Orazio Sciortino dall’Accademia Filarmonica di Verona assieme all’Associazione Musicale A. Mariani di Ravenna per il settecentenario della morte di Dante Alighieri.

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RIGOLETTO, GIUSEPPE VERDI - TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, SABATO 2 OTTOBRE 2021

RIGOLETTO, GIUSEPPE VERDI - TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, SABATO 2 OTTOBRE 2021

Vi siete mai chiesti cosa sia successo a Rigoletto dopo la morte di Gilda?

Alla risposta ci aveva pensato Damiano Michieletto già nel 2017 quando allestì per la Dutch National Opera di Amsterdam la sua versione del dramma, che in questi giorni è stata riproposta presso il Teatro La Fenice di Venezia.

Secondo il regista, al termine della storia il protagonista impazzisce e viene ricoverato in un ospedale psichiatrico. Partendo da questo spunto, tutta l’azione viene spostata nella bianchissima camera di un manicomio con un semplice letto, un lavandino a sinistra e un grande finestra sulla destra; le pareti, su cui si aprono delle voragini da cui entra ed esce il coro, sono rivestite di piastrelle e su tutto domina un grande soppalco raggiungibile da due scalette opposte: una sorta di asettico non-luogo della mente -ideato da Paolo Fantin - in cui il protagonista è rinchiuso e che Michieletto utilizza come un canvas bianco per riscrivere l’azione.

Qui, fra incubi e deliri, il buffone rivive la sua vicenda di padre ossessionato, una retrospettiva ampliata dall’utilizzo di una serie di flashback dell’infanzia di Gilda – proiezioni ad opera di Rocafilm  e Ideogamma - che risultano un po’ eccessivi e stucchevoli.

Nonostante la grande attenzione alla coerenza drammaturgica, cavalcando benissimo la musica e gli spunti del libretto, i primi due atti scorrono senza particolari guizzi nonostante i tanti spunti interessanti come la bambina senza volto- doppelgänger di Gilda, il letto sospeso su cui un cortigiano fa una parodia delle molestie di gruppo alla ragazza, il velo nero con cui si veste da sposa durante il duetto col Duca, che diventa telo con cui la rapiscono e con cui copriranno la sua tomba, il modo in cui Rigoletto gioca con il coro.

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Verona, concerto Wang / Mahler Chamber Orchestra,  - Teatro Filarmonico di Verona,   23 settembre  2021

Verona, concerto Wang / Mahler Chamber Orchestra, - Teatro Filarmonico di Verona, 23 settembre 2021

Nel carnet delle star del pianismo internazionale che si sono esibite al festival del Settembre dell’Accademia, si è aggiunta anche Yuja Wang, che assieme alla Mahler chamber Orchestra, si è esibita in uno straordinario concerto sulle tavole del Teatro Filarmonico di Verona.

Programma particolarmente interessante quello proposto, che ha visto percorrere un excursus musicale che parte dal settecento di Bach e Haydn per approdare al novecento di Stravinsky e Shostakovich, fino al contemporaneo “You come here often?” di Michael Tilson Thomas eseguito tra i bis finali.

Che Yuja Wang sia una pianista anticonvenzionale ormai lo sanno tutti, bella, estrosa, talentuosa, molto eccentrica, oramai abituati ai suoi spettacolari outfit da concerto al limite del nudismo che imbarazzano le attempate mogli degli Accademici veronesi, la Wang dimostra però di avere tutte le caratteristiche per incontrare i gusti del pubblico contemporaneo. Non solo, ha anche un incredibile talento pianistico, che si materializza principalmente nell' impressionante velocità d’esecuzione unita ad un’impeccabile pulizia sonora, oltre che alla naturale predisposizione al creare atmosfere e rarefazione sonora. E la Wang non poteva trovare miglior partner della Mahler Chamber Orchestra che la asseconda, la guida e con lei gioca in un meraviglioso connubio di duttilità sonora ed espressiva.

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L’ORCHESTRA RAI ALLA SCALA PER MILANO MUSICA

L’ORCHESTRA RAI ALLA SCALA PER MILANO MUSICA

L’ORCHESTRA RAI ALLA SCALA PER MILANO MUSICA

In programma la prima esecuzione con pubblico di Tre quadri di Francesco Filidei

Incontra finalmente il pubblico la nuova creazione di Francesco Filidei Tre quadri, che lo scorso novembre è stata proposta in prima esecuzione assoluta in streaming e in TV su Rai5 dall’Auditorium Rai di Torino a porte chiuse a causa dell’emergenza sanitaria. Il lavoro è in programma nel cartellone del 30° Festival Milano Musica mercoledì 22 settembre alle 20 al Teatro alla Scala a Milano. Il concerto – commissionato dal Festival Milano Musica, dalla Casa da Musica di Porto e dal Festival Internazionale di Musica Contemporanea “Autunno di Varsavia” – è interpretato dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Tito Ceccherini e dal pianista Maurizio Baglini.

«Tre quadri è il terzo concerto per strumento solista e orchestra che scrivo – dice Francesco Filidei – e il primo che vede il pianoforte come protagonista. Mentre gli altri due lavori comportano un solo movimento, probabilmente la grande tradizione propria al concerto per pianoforte mi ha portato a concepire questo lavoro in tre parti di andamento contrastante. Il concerto – prosegue il compositore – inizia con il quadro più ampio: November, un viaggio fra episodi che alternano il pianissimo al fortissimo, il grave all’acuto, il cantabile all’ossessivo. Si prosegue con una Berceuse centrale, dal carattere più intimo e chopiniano (che pur nasconde una struttura algoritmica ferrea). E si termina con Quasi una Bagatella, uno scherzo costruito sul primo movimento del concerto Imperatore dell’immancabile Beethoven».

Filidei è tra i compositori italiani viventi più apprezzati nel mondo, con esecuzioni a Berlino, Monaco, Vienna, Tokyo, New York, Los Angeles, nei festival di musica contemporanea più prestigiosi, e con premi come il Salzburg Music Forderpreistrager, il Prix Takefu, il Forderpreistrager Siemens, la Medaglia Unesco Picasso/Mirò del Rostrum of Composers e il Premio Abbiati.

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ORCHESTRA MARIINSKIJ DI SAN PIETROBURGO, V.GERGIEV - TEATRO FILARMONICO DI VERONA, 13 SETTEMBRE 2021

ORCHESTRA MARIINSKIJ DI SAN PIETROBURGO, V.GERGIEV - TEATRO FILARMONICO DI VERONA, 13 SETTEMBRE 2021

Dopo un anno di pausa forzata dovuta alla pandemia, torna il Settembre dell’Accademia al Teatro Filarmonico di Verona e festeggia il suo trentennale con un “parterre de Roi” di altissimo livello com’è nella tradizione di questo amatissimo Festival.

Tra i nomi illustri, di orchestre e solisti, che si sono susseguiti sulle tavole del Teatro di Verona, mancava ancora “lo Zar” Valery Gergiev con la “sua” Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo della quale è monarca assoluto dal 1988.

Orchestra di notevolissima qualità nel repertorio operistico russo, con la direzione di Gergiev è riuscita a smarcarsi dall’unicità di un repertorio fortemente circoscritto alle produzioni del suo teatro, tanto da poter competere con la sua gemella, la Filarmonica di San Pietroburgo, anche nel repertorio sinfonico.

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Mitridate-Re-di-Ponto-W-A-Mozart-Teatro-Olimpico-9-settembre-2021-Festival-Vicenza-in-Lirica-ph-Federico-Balestro-generale

MITRIDATE RE DI PONTO, W. A. MOZART – FESTIVAL VICENZA IN LIRICA, TEATRO OLIMPICO, 9 SETTEMBRE 2021

Tra i titoli di punta del Festival Vicenza in Lirica giunto alla nona edizione spicca il Mitridate re di Ponto di Mozart, opera parte di quel repertorio piuttosto ricercato e di rara bellezza che ogni anno l’evento musicale vicentino propone al suo pubblico per valorizzare capolavori sottostimati o poco rappresentati e per esaltare le doti dei giovani interpreti cui la rassegna dedica dall’inizio particolare attenzione, tanto che lo slogan quest’anno è appunto ‘L’Opera è Giovane’.

Tra gli interpreti principali vi sono gli artisti selezionati al Concorso Tullio Serafin tenutosi lo scorso mese di giugno al Teatro Olimpico, ove l’opera giovanile di Mozart non viene rappresentata dal lontano 1984. Coraggiosamente e con una equipe giovane e dinamica si è portato in scena un capolavoro che nel 1770 ebbe grandissimo successo per il quattordicenne Wolfgang che così confermò la fama di genio e precocità artistica. Necessariamente ridotta per l’esecuzione vicentina, causa spazio limitato e dovute regole per il distanziamento, l’Orchestra barocca del Festival Vicenza in Lirica è costituita da strumenti storici con regolazione del diapason fissata a 430Hz, come a fine Diciottesimo secolo. Così il suono che il Maestro Luca Oberti ottiene dai suoi musicisti è generalmente ovattato, profluso di carezzevoli onde sonore che trainano gli interpreti nel mare di ariee e recitativi che rendono questa opera una tempesta di emozioni calde e leggiadre o fredde e burrascose.

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RINALDO,  HÄNDEL - TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, GIOVEDI'  2 SETTEMBRE 2021

RINALDO, HÄNDEL - TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, GIOVEDI' 2 SETTEMBRE 2021

Dopo aver girato mezzo mondo, il capolavoro händeliano ripreso in questi giorni dal Teatro La Fenice di Venezia, può essere tranquillamente chiamato il “Rinaldo di Pierluigi Pizzi”.    Lo spettacolo nato nel 1985 per il teatro Municipale di Reggio Emilia e ricostruito in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Firenze, è voluto essere un omaggio (che a dire il vero sarebbe dovuto andare in scena la scorsa stagione) per il 90esimo compleanno del regista milanese che proprio a Venezia aveva fatto il suo debutto. Questo Rinaldo è forse il suo lavoro più rappresentativo visto l’approccio  personale – e a questo punto centratissimo vista la longevità – di quello che era il teatro barocco, un teatro della meraviglia, in cui la parte visiva era fondamentale.Da qui nasce l’idea di partire dalla macchina scenica, che solitamente era nascosta, visualizzarla e soprattutto umanizzarla attraverso l’utilizzo di 22 servi di scena (tipici del teatro elisabettiano o del kabuki) che muovono i carri su cui si trovano i personaggi e sono i veri e propri responsabili dell’azione.

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