Benvenuti ad Hazzard! Chi è appassionato di telefilm anni Settanta/Ottanta non può non ricordare le avventure di Bo e Luke che scorazzavano in giro per l’immaginaria contea statunitense con la mitica auto Dodge Charger e la compagnia dell’adorabile e procace cugina Daisy, il cattivo e viscido ‘Boss’ e lo sceriffo Rosco. Ebbene la versione dell’Elisir proposta da Pier Francesco Maestrini grazie alle scene di Juan Guillermo Nova ci ricorda uno scenario similare e molto caratteristico, con i cartelloni pubblicitari enormi, i campi di pannocchie sullo sfondo con tanto di spaventapasseri, l’accenno alla storica Route 66, le fanciulle in pantaloncini e cappelloni da cowgirl, insomma tutto ciò che ricorda gli Stati Uniti come vengono concepiti soprattutto nelle fiction. Ne nasce un allestimento veramente esagerato e pieno, anzi pienissimo, di luoghi comuni non sempre fondamentali, ove talvolta si fa persino fatica a focalizzare l’attenzione sui cantanti. Adina possiede una stazione di servizio in cui si serve uno squisito ‘Road Food’, con piatto forte naturalmente il pollo fritto, come recita l’insegna che la vede proprio in groppa ad un gallo. È una ragazza volitiva, furbissima e che sa il fatto suo mostrando solo a tratti il suo animo sensibile. Non ci sono i cugini scatenati della serie TV perché qui il protagonista è un povero e sottostimato Nemorino, un ‘pollo’ sensibile e credulone, vestito da gallinaccio proprio come si usa spesso nei locali di questo genere per attirare i clienti. Le donzelle al seguito di Adina sono alquanto generose col sesso opposto, e non mancano qua e là personaggi aggiuntivi dai costumi più fantasiosi ad impersonare indiani, militari e chi più ne ha ne metta per essere sicuri di non aver dimenticato niente di tipico. Ovvio che i costumi di Luca Dall’Alpi siano in linea con l’ambientazione.
Ciò non toglie che lo spettacolo diverta poiché pieno di siparietti esilaranti e situazioni estremamente buffe che hanno richiesto doti attoriali particolarmente significative agli interpreti; dunque largo a birra e patate fritte e baldoria a tutto spiano!
Il cast è stato eccellente nel servire il regista in tutto ciò che ha richiesto questo spettacolo molto dinamico e su tutti trionfa il Nemorino di Francesco Demuro. Con spirito da grande professionista il tenore impersona il poveretto beffato continuamente con tutto se stesso, fermo restando una dignità di fondo dettata dal nobile sentimento per l’amata, forte di una voce musicalissima ed un fraseggio pulitissimo. Climax raggiunto con ‘Una furtiva lagrima’ perché eseguita con trasporto e sincera melanconia, di cui il pubblico ha richiesto il bis; accortosi che qualcosa non funzionava con l’orchestra il coraggioso tenore ha chiesto tra gli applausi generali di ripartire e la magia si è ripetuta. Spigliata, fresca e generosa come Daisy del telefilm è Laura Giordano nei panni di una Adina tutto pepe a sensualità dalla voce uniforme e precisa. Perfettamente odioso è il Belcore di Qianming Dou, qui un militare inflessibile per il quale sono state aggiunte battute atte a mettere in scena gli allenamenti con i suoi soldati in tuta mimetica. Il ‘Boss Hogg’ della situazione, Dulcamara, arriva in una rombante cabrio vestito appunto in completo bianco e dalla taglia forte, impersonato dal divertentissimo Salvatore Salvaggio, animale da palcoscenico dal piglio burlesco e con una voce adatta al ruolo buffo. Molto bene anche la Giannetta di Elisabetta Zizzo, innamorata non corrisposta da Belcore e pertanto alquanto aperta a nuovi ‘incontri’ militareschi.
Il coro preparato da Matteo Valbusa ha preso parte con simpatia a tutte le situazioni burlesche ideate da Maestrini.
Alla guida dell’orchestra della Fondazione Arena era il Maestro Ola Rudner. Sebbene i volumi siano stati rispettosi delle voci, abbiamo avvertito parecchi scollamenti tra buca ed interpreti che hanno faticato non poco a tenere i ritmi, talvolta ammorbiditi, dell’orchestra. Tanto il coro che i protagonisti ci sono sembrati un tantino a disagio nel seguire i tempi giusti e dunque a tenere la concentrazione alta, considerando anche il tipo di spettacolo molto impegnativo.