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L’ELISIR D’AMORE , GAETANO DONIZETTI -TEATRO REGIO DI TORINO, DOMENICA 1 FEBBRAIO 2025

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In coproduzione con il Teatro Regio di Parma, debutta al Teatro Regio di Torino un “Elisir d’Amore” dai tratti inediti nell’ispirata regia di Daniele Menghini, che trasfigura l’opera donizettiana in un’esplorazione astratta sospesa tra sogno e realtà. Una messinscena originale, in cui Nemorino assume i tratti di un moderno Geppetto immerso in un mondo animato da marionette ed entità astratte da lui stesso create, scolpite, intarsiate. Il protagonista non è semplicemente l’ingenuo innamorato che ben conosciamo, ma un artista-creatore che si trova progressivamente coinvolto nel gioco che ha lui stesso messo in moto: l’amatissima Adina è modellata nel legno dando forma alla sua donna ideale, rendendo labile il confine tra il reale e il fantastico. Emblematica è l’enorme mano che incombe sulla scena sulle note di “Una furtiva lagrima”– volente o nolente il ricordo va al debutto scaligero de La Fura del Baus, ben quindici anni fa, con una scelta analoga per il Tannhäuser wagneriano - identificando in definitiva la figura di Nemorino come demiurgo dell’intera storia. Salta immediatamente all’occhio come egli sia l’unica figura umana e autentica in un ventaglio di personaggi farseschi, caricature di se stessi, topoi che prendono vita in un maestoso teatro di figura.

 

La rilettura del libretto è complessivamente brillante e inquadra con intelligenza i tratti psicologici rilevanti di ciascun personaggio, pur semplificandoli in alcuni casi: viene purtroppo appiattito - ad esempio - il percorso di crescita introspettiva di Adina, facendo passare in sordina il suo calare la maschera e cedere all’autenticità del vero amore. Altro tratto opaco della regia sono i riferimenti diretti alla figura di Pinocchio, un contesto cui lo spettatore riesce facilmente a ricollegarsi, ma che non avrebbe richiesto riferimenti espliciti al burattino di Collodi, francamente fuorviante rispetto alla vicenda narrata. In generale - tuttavia - l’universo ligneo che prende forma nelle scene di Davide Signorini (ben illuminate dalle calde luci di Gianni Bertoli e coadiuvate dagli evocativi costumi di Nika Campisi) è di grande suggestione e riesce perfettamente nel ricreare un’atmosfera in bilico tra l’inquietante e il fiabesco, perfettamente in linea con la definizione stessa di melodramma giocoso, essenza del capolavoro donizettiano.

A fronte di un sofisticato lavoro concettuale sulla natura dell’opera - pur coi suoi limiti - appare più superficiale la lettura musicale di Fabrizio Maria Carminati, spesso piatta, frettolosa, quasi dal sapore a tratti bandistico tra tempi costantemente concitati e dinamiche raramente al di sotto del mezzoforte. Sotto la sua bacchetta l’Orchestra del Teatro Regio esegue con professionalità ma senza particolari guizzi interpretativi, mentre il contributo al fortepiano di Paolo Grosa offre un notevole tocco di vivacità ai recitativi.

In grande spolvero l’intero cast vocale.

Valerio Borgioni - che subentra all’indisposto René Barbera - si distingue per voce luminosa e naturalmente proiettata, capace di slanci agili e di una brillante espansione nel registro acuto. Dopo un avvio un po' cauto, la sua interpretazione guadagna progressivamente espressività e varietà dinamica, rivelando una linea di canto morbida e un fraseggio sfumato. Il timbro luminoso e l’ottima tenuta tecnica gli permettono di plasmare un’esecuzione ricca d’intensità emotiva, con una presenza scenica coinvolgente e una capacità comunicativa che conquista il pubblico.

Ottima anche l’Adina di Federica Guida, capace di tratteggiare un personaggio raffinato e soprattutto musicalmente solido. Il suo fraseggio si distingue per ricercatezza e pulizia, con un’intonazione sempre cristallina. Nei momenti più lirici e sentimentali, il timbro morbido e ben calibrato si sposa con una linea di canto curata e suggestiva. Quando la scrittura si fa più virtuosistica la tecnica regge con fermezza, anche se l’interpretazione potrebbe acquisire maggiore vivacità nelle sfumature più giocose del personaggio. Tuttavia, la sua Adina affascina per intensità espressiva e presenza scenica, perfettamente in sintonia con l’atmosfera sognante della produzione.

Tra i migliori solisti sul palcoscenico, Davide Luciano tratteggia un Belcore di notevole spessore teatrale, caratterizzato da una vocalità solida e uniforme che sottolinea con efficacia la tracotanza del personaggio. Le stesse vibrazioni si riflettono nella voce, ben proiettata e dal timbro pieno, che si distingue per ottima tenuta su tutta l’estensione, fraseggio scolpito e dizione chiara. La sua presenza scenica, sicura e carismatica, è giocata su una spavalderia controllata che evita eccessi caricaturali e restituisce un ritratto vivido e convincente dell’ufficiale vanesio.

Paolo Bordogna propone un Dulcamara vivace e incisivo, caratterizzato da tempi comici ben calibrati e un’interpretazione spigliata. Se il fraseggio appare a tratti sopra le righe, innegabile è un’efficacia comunicativa in grado di rapire il pubblico, restituendo un personaggio accattivante e perfettamente inserito nel contesto scenico.

Buona anche la prova di Yulia Tkachenko come Giannetta - subentrata ad Albina Tonkikh – di vocalità fresca e limpida, capace di dare brillantezza ad un personaggio spesso disperso nell’ombra.

Di particolare rilievo l’apporto del coro, preparato con cura da Ulisse Trabacchin.

L’entusiasmo del pubblico suggella il successo di una produzione ben riuscita, in grado di unire con originalità la sostanza fascinosa del libretto a una rivisitazione fresca e brillante (a tratti inquietante), ma che difficilmente avrebbe retto senza l’eccellente livello teatral-musicale di tutti i protagonisti, accolti da meritati applausi al termine.

Camilla Simoncini

PRODUZIONE E INTERPRETI

L’ELISIR D’AMORE


Melodramma giocoso in due atti

Libretto Felice Romani
da Le Philtre di Eugène Scribe
Musica di Gaetano Donizetti


Direttore    Fabrizio Maria Carminati
Maestro del coro    Ulisse Trabacchin
Regia     Daniele Menghini
Scene     Davide Signorini
Costumi    Nika Campisi
Direzione coreografica    Andrea Dionisi
Luci     Gianni Bertoli
Assistente alla regia    Alessandro Pasini
Assistente ai costumi     Anastasia Crippa
Direttore dell’allestimento      Antonio Stallone
Burattini e marionette della  Fondazione Marionette Grilli

Adina    Federica Guida
Nemorino   Valerio Borgioni
Dulcamara    Paolo Bordogna
Belcore    Davide Luciano
Giannetta    Yulia Tkachenko

Orchestra del Teatro Regio di Torino
Coro del Teatro Regio di Torino

Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma
in coproduzione con il Teatro Regio di Torino

FOTO MATTIA GAIDO@TRT