Dopo la splendida produzione firmata da Dario Fo nel 1997, torna dopo 27 anni al Lirico di Cagliari L'Italiana in Algeri, capolavoro di Rossini, nell’ allestimento pensato nel 2009 dal regista Vittorio Borrelli per il Teatro Regio di Torino, con scene di Claudia Boasso, costumi di Santuzza Calì, luci di Vladi Spigarolo da un’idea di Andrea Anfossi. L'Italiana in Algeri é forse il più mirabolante capolavoro buffo di Rossini, un volo nel libero spazio della fantasia, della risata paradossale, il trionfo, tutto italiano, dell’intelligenza sulle difficoltà e gli ostacoli della vita. Isabella che «agli sciocchi fa far quello che vuole» incarna questo temperamento in maniera esemplare.
Lo spettacolo di Vittorio Borrelli, risulta fin troppo garbato, prevedibile e di gusto un poco polveroso, rassicura il pubblico per i colori e i costumi, imitando la memorabile messa in scena Anni Settanta creata per il Teatro alla Scala di Jean-Pierre Ponnelle (le grate, le finestrelle, i colori, la vasca da bagno) e ne riprende un po’ pateticamente le movenze. Un rimando anche un poco appesantito dall’ utilizzo di certi clichè da avanspettacolo che rischiano di far cadere lo spettacolo nella farsa, togliendo a questa Italiana la sua carica di follia. L’ Isabella di Teresa Iervolino stupisce per la sua tecnica di canto sopraffina, le agilità perfette, ma con una voce troppo piccola per imporsi come vero carattere soprattutto nella immensa sala del Lirico Cagliaritano: ne scapita il mordente, il gesto fulmineo e l’effervescenza intellettiva instillata nel personaggio dalle risate musicali di Rossini. Il sempreverde e veterano Antonino Siragusa, nonostante i moltissimi anni di carriera sulle spalle ha la voce «che corre» e le sue agilità acrobatiche e le sue facili salite ai sovracuti, sono un piacere per l’udito e uno stupore per la resistenza. Bruno Taddia è un Taddeo (anzi, Taddeo de Taddia, come lui si fa chiamare tra le risate del pubblico) eccellente per canto e temperamento; Fabrizio Beggi é un dignitoso Mustafà dalla voce possente ma educata e perfettamente piegata al canto rossiniano, qui pieno di quei necessari tratti grotteschi da truculento scioccone che Isabella coglie al primo sguardo, e stimolano la sua intraprendenza. Ottima la prova di Alberto Petricca come Haly, e bravissime entrambe sia la Zulma di Alessandra Della Croce che la Elvira di Chiara Notarnicola, attrici misurate e voci che spiccano a dovere negli assiemi.
Il Maestro Massimo Zanetti ottiene dall'orchestra cagliaritana suoni leggeri e tersi, trasparenti e nitidissimi, cesellati in una trina di fine merletto; colpisce anzitutto la grande perizia tecnica nel tenere saldamente le redini dell’orchestra con gesto misurato ma sicuro, concertando senza corse forsennate e allo stesso tempo rispettando tutti gli effetti di crescendo, marchio di fabbrica del compositore, e dando respiro ai cantanti. Almeno all’inizio quella che è sembrata un po' mancare è stata una maggiore teatralità, con delle agogiche più variegate rispetto a un suono sicuramente bello, preciso ma un po' algido. Corretto e particolarmente presente scenicamente il coro maschile del Lirico, preparato da Mirca Rosciani.
Teatro pieno e pubblico contento alla fine, hanno salutato con calore tutti gli artisti coinvolti.
Pierluigi Guadagni
LA PRODUZIONE E INTERPRETI
Mustafà Fabrizio Beggi
Elvira Chiara Notarnicola
Zulma Alessandra Della Croce
Haly Alberto Petricca
Lindoro Antonino Siragusa
Isabella Teresa Iervolino
Taddeo Bruno Taddia
Direttore Massimo Zanetti
Regia Vittorio Borrelli
Scene Clausia Boasso
Costumi Santuzza Calì
Luci Vladi Spigarolo
da un’idea di Andrea Anfossi
Maestro del coro Mirca Rosciani
Maestro al cembalo Francesco Massimi
Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari
Foto Priamo Tolu