In evidenza

TURANDOT, G. PUCCINI - ARENA DI VERONA, SABATO 8 GIUGNO 2024

Turandot_EnneviFoto_080624_089

Serata inaugurale della 101a stagione areniana con  "Turandot" nella produzione firmata dal leggendario Franco Zeffirelli nel 2012. Rinomata per la sua opulenza e attenzione ai dettagli, il regista toscano ha trasformato l'Arena di Verona in una Pechino imperiale, con scenografie mozzafiato. Ogni scena è stata una festa per gli occhi, con un uso sapiente delle luci e degli spazi che ha esaltato l'atmosfera epica e fiabesca. La ripresa della regia di Zeffirelli da parte delle maestranze veronesi, ha incantato gli spettatori con la sua maestosità e ricchezza visiva, mantenendo viva la tradizione di grandiosità associata all'Arena di Verona.grazie a dettagli elaborati e una brillante gestione dello spazio scenico. I costumi, disegnati da Emi Wada, hanno contribuito ulteriormente a ricreare l’esotismo e la grandiosità della corte di Turandot. Nel complesso, la produzione ha saputo mantenere viva l’eredità di Zeffirelli, offrendo una rappresentazione che combina tradizione e innovazione, capace di coinvolgere emotivamente sia i neofiti che gli appassionati d'opera. Ekaterina Semenchuk ha offerto una performance solida nel ruolo della principessa di ghiaccio, Turandot. La sua voce potente e la presenza scenica imponente hanno reso credibile la freddezza e la determinazione del personaggio. Tuttavia, in alcuni momenti cruciali, soprattutto nel duetto finale di Alfano, la sua interpretazione è sembrata mancare di quella profondità emotiva che caratterizza il personaggio​ nel momento dello sgelo.

Yusif Eyvazov ha offerto una performance di alto livello complessivo nel ruolo di Calaf. La sua esecuzione di "Nessun dorma" è stata accolta da un'ovazione entusiasta, grazie alla potenza e all’espressività della sua voce. Eyvazov ha saputo rappresentare il coraggio e la determinazione di Calaf, riuscendo a trasmettere l'intensità delle emozioni del principe ignoto nonostante l’ormai risaputo colore non proprio piacevole della sua voce. Mariangela Sicilia è stata una vera rivelazione nei panni di Liù. La sua voce dolce e cristallina ha commosso il pubblico, in particolare nell'aria "Tu che di gel sei cinta". Il soprano calabrese è riuscita a trasmettere con intensità e delicatezza il sacrificio e la purezza del suo personaggio, rendendo la sua interpretazione una delle più applaudite della serata​, grazie anche ad una padronanza vocale e interpretativa di altissimo livello.

Riccardo Fassi ha interpretato il ruolo di Timur con gravità e dignità. La sua voce profonda e risonante ha saputo trasmettere la tristezza e la nobiltà del re tartaro caduto in disgrazia, creando un contrasto efficace con i personaggi più giovani, aggiungendo una dimensione ulteriore alla tragedia della storia.

Il trio comico dei ministri è stato interpretato brillantemente da Youngjun Park (Ping), Riccardo Rados (Pang) e Matteo Macchioni (Pong). Le loro esibizioni hanno aggiunto un tocco di leggerezza e umorismo all'opera, pur mantenendo la tensione drammatica della trama, svelando momenti di perfetta armonia musicale e interazione scenica. Carlo Bosi, chiamato all’ultimo per sostituire l’indisposto Piero Giuliacci, ha dato al suo ruolo una profondità che ha arricchito, come di consuetudine, l’intera produzione​. Hao Tian nel ruolo del Mandarino,  ha eseguito con competenza il suo ruolo, contribuendo alla solidità complessiva della produzione.

Ottimo il coro della Fondazione Arena, diretto da Roberto Gabbiani. Ha fornito una performance molto buona, arricchendo la produzione con una presenza vocale notevole e ben coordinata. Ha aggiunto profondità e grandiosità alle scene di massa, contribuendo significativamente all'impatto complessivo dell'opera. La direzione musicale è stata affidata a Michele Spotti, al debutto sul podio areniano, il quale ha saputo esaltare la potenza emotiva della partitura di Puccini, trascinando il pubblico in un viaggio musicale intenso e appassionante. Il lavoro di preparazione svolto con l'orchestra è emerso chiaramente nella fluidità con cui sono stati resi i passaggi più complessi, così come nella coesione generale dell'ensemble. L’ orchestra areniana ha saputo rispondere alle indicazioni di Spotti, dimostrando un'intesa perfetta che ha permesso di rendere al meglio l'opera pucciniana, confermando il suo talento e la sua crescente reputazione nel mondo dell'opera, mentre l'orchestra della Fondazione Arena di Verona ha dimostrato ancora una volta di essere una delle eccellenze musicali italiane​.

Il pubblico ha risposto con entusiasmo, confermando il prestigio dell'Arena di Verona come uno dei luoghi più iconici per l'opera a livello mondiale​.

Pierluigi Guadagni

 

LA PRODUZIONE E GLI INTERPRETI

Direttore d'orchestra Michele Spotti

Regia e scene  Franco Zeffirelli

Costumi Emi Wada

Orchestra e coro della Fondazione Arena di Verona

Direttore del coro Roberto Gabbiani

Corpo di ballo della Fondazione Arena di Verona

Movimenti coreografici Maria Grazia Garofoli

 

Turandot Ekaterina Semenchuk

L'Imperatore Altoum Carlo Bosi

Timur Riccardo Fassi

Calaf Yusif Eyvazov

Liù Mariangela Sicilia

Ping Youngjun Park.

Pang Riccardo Rados.

Pong Matteo Macchioni

Un Mandarino Hao Tian

Il Principe di Persia Eder Vincenzi

 

FOTO ENNEVI