Viva Verdi. Questa è la scritta che campeggia sul grande muro che rimanda alla stazione centrale di Milano, una Milano in pieno tumulto risorgimentale. Giancarlo Del Monaco ha infatti scelto di ambientare il suo Nabucco durante le Cinque Giornate, trasformando lo scontro fra ebrei e babilonesi nell’insurrezione anti austriaca, con tanto di Franz Josef.
L’allestimento, proveniente da Zagabria e approdato al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, è discretamente piacevole grazie alle scene di William Orlandi e alle luci di Wolfgang von Zoubek. Tuttavia la trasposizione politica della parte visiva voluta dal regista non apporta nulla di nuovo o di particolarmente rivelatore all’interpretazione dell’opera se non da un punto puramente estetico, risultando in conclusione piuttosto statica e monotona, forte di una interazione fra i personaggi minima e stereotipata.
L’unico guizzo veramente interessante è stata l’idea di tramutare il momento del celebre coro degli ebrei in una sorta di sogno di Nabucco durante la sua prigionia, punto di svolta da cui partirà la redenzione del tiranno.
Ad ogni modo il titolo verdiano è sempre un grande richiamo per il pubblico e vedere un teatro pieno fa sempre piacere ed è un marcatore dell’ottimo lavoro della direzione negli ultimi anni. Al successo della serata ha contribuito anche la presenza di Daniel Oren, molto amato dai triestini. Il direttore è sicuramente molto amato anche dall’orchestra - si sente infatti da come questa gli risponde - e realizza un Nabucco caratterizzato da tempi generalmente serrati e scattanti (al netto di qualche rallentando eccessivamente smielato) decisamente in contrasto con la staticità di una regia osteggiata anche da cambi scena troppo lunghi.
Per quanto riguarda il canto, Roman Burdenko è un Nabucco vocalmente sonoro e omogeneo su tutta la gamma. Convincente in scena, tratteggia un re fiero ma è allo stesso tempo capace di piegare la voce nei momenti più introspettivi per trasformarsi in uomo tormentato.
Maria José Siri nei panni di Abigaille si conferma solida professionista. Il colore dello strumento è chiaro se paragonato a quello dei soliti sopranoni a cui è affidato il ruolo, ma viene a capo della parte nonostante le agilità non siano immacolate e il fraseggio manchi di mordente. Nell’ultima aria è stata sostituita, verosimilmente a causa di un malore visto che era assente alla ribalta, da Olga Maslova, soprano della seconda compagnia.
Il basso Rafal Siwek, interprete di Zaccaria, manca di autorevolezza e cavata, risultando abbastanza routiniero, come anche l’Ismaele di Carlo Ventre, impetuoso tanto vocalmente quanto sulla scena.
Elmina Hasan è invece una Fenena molto interessante, dotata di voce luminosa, corposa e dal fraseggio rigoglioso, sennonché nella sua aria sembri un po' intimorita, forse non aiutata da lungo velo nero che le copriva il volto.
Ottima la prestazione del Coro che ha regalato un Va’ pensiero di gran pregio, bissato a furor di Oren.
Completano il quadro il gran sacerdote di Belo di Cristian Saitta, l’Abdallo di Christian Collia ed Elisabetta Zizzo come Anna, tutti e tre ottimi nei loro interventi ed ulteriore prova del grande sforzo e della crescita del teatro Verdi, che saggiamente coglie l’occasione e ripropone anche a Trieste il Requiem di Verdi presentato qualche settimana fa a Udine dai sui complessi. La recita è prevista per domani giovedì 28 marzo.
La recensione si riferisce allo spettacolo di venerdì 22 marzo.
Andrea Bomben
PRODUZIONE E INTERPRETI
Maestro Concertatore e Direttore
DANIEL OREN
Regista
GIANCARLO DEL MONACO
Scene e costumi
WILLIAM ORLANDI
Light designer
WOLFGANG VON ZOUBEK
Assistente alla regia
MARTINA ZDILAR SERTIĆ
Assistente alle scene e costumi
FRANCESCO BONATI
Maestro del Coro
PAOLO LONGO
Nabucco
ROMAN BURDENKO
Abigaille
MARIA JOSE’ SIRI
Zaccaria
RAFAL SIWEK
Ismaele
CARLO VENTRE
Fenena
ELMINA HASAN
Il gran sacerdote di Belo
CRISTIAN SAITTA
Abdallo
CHRISTIAN COLLIA
Anna
ELISABETTA ZIZZO
Allestimento del HRVATSKO NARODNO KAZALIŠTE DI ZAGABRIA
Con la partecipazione della Civica Orchestra di Fiati “G. Verdi” - Città di Trieste
Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
FOTO FABIO PARENZAN
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