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"Cecilia" di Licinio Refice inaugura, dal 28 gennaio al 5 febbraio, la Stagione lirica e di balletto 2022 del Teatro Lirico di Cagliari

comunicato stampa

 

Grande attesa per il nuovo allestimento di Cecilia di Licinio Refice,

preziosa rarità musicale del 1934, che inaugura

la Stagione lirica e di balletto 2022 del Teatro Lirico di Cagliari

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AROLDO, GIUSEPPE VERDI  - TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA, VENERDI’ 21 GENNAIO 2022

AROLDO, GIUSEPPE VERDI - TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA, VENERDI’ 21 GENNAIO 2022

Approda al Teatro Municipale di Piacenza l’Aroldo di Giuseppe Verdi, spettacolo inaugurale l’estate scorsa del risorto Teatro Galli di Rimini, rimasto chiuso per oltre 70 anni da quando la sala pricipale, ma non la nobile facciata sulla piazza, rimase seriamente danneggiata da un bombardamento degli Alleati che nel 1943 colpisce platea e palcoscenico. Strettamente legato alla nascita del teatro nel 1857, Aroldo fu scelto da Verdi, che dopo i trionfi di Vespri Siciliani , la prima versione del Simon Boccanegra e la versione parigina del Trovatore, stava cercando un teatro di secondo livello per dare una nuova possibilità di vita al suo precedente Stiffelio, e il progetto andò così in porto, rielaborando massicciamente la vecchia partitura in qualcosa di nuovo e aggiungendo un intero atto, il quarto,  dove la tempesta sul lago rappresenta, sotto il profilo della strumentazione e dell’accurato descrittivismo musicale, una delle pagine più ambiziose concepite da Verdi fino a quel momento.

Se Stiffelio appare più compatto e logico, Aroldo è però opera più matura nel linguaggio musicale e nella profondità psicologica dei personaggi, ma nonostante questo, l’opera non riesce incredibilmente ad inserirsi stabilmente in repertorio, anzi è una delle meno eseguite del Maestro delle Roncole, penultima prima della esotica Alzira.

La concezione dello spettacolo riminese, riproposto a Piacenza, è affidata al  musicologo riminese Emilio Sala, coadiuvato da Edoardo Sanchi, Isa Traversi, Giulia Bruschi, Elisa Serpilli, Raffaella Giraldi, Nevio Cavina e Matteo Castiglioni per regia, scene, costumi, luci e proiezioni. Il pensiero registico di Sala è stato quello di trasportare la vicenda medievale dell’opera in quella storica del teatro e della sua città. Aroldo non è quindi più un cavaliere scozzese di ritorno dalle crociate, ma un fascistissimo soldato italiano che nel 1936 rientra, mentalmente disturbato, dalla Guerra d’Etiopia: voci e filmati dell’epoca si sentono durante lo spettacolo nei momenti dei cambi scena, fino alla tempesta sul lago del IV Atto che si trasforma nel bombardamento di Rimini del 1943;  il teatro stesso è quindi il fulcro della vicenda, con le foto originali della sala distrutta proiettate sullo sfondo, il suo sipario dipinto recuperato dalle macerie, il sipario attuale esibito nell’apoteosi finale. Il libretto viene in parte adattato alla nuova drammaturgia fin dalla locandina dei personaggi, presentati per quelli che saranno concretamente in scena, con leggeri aggiustamenti dei dialoghi quelle volte che le parole originali non si adattano più alle nuove situazioni. Ogni aspetto della rilettura però funziona perfettamente fin dall’inizio, e lo spettacolo cammina soprattutto per la capacità di Sala di sostenere con coerenza la nuova idea narrativa ben oltre lo stupore iniziale, ma soprattutto per la sensibilità drammaturgica che si basa sulla musica prima ancora che sulla parola. Bellissimo il finale dove Mina dopo la lettura del perdono di Aroldo, si alza, si toglie l’impermeabile, se lo sfila anche Egberto. Aroldo e Briano si tolgono la tuta da lavoro. Spariscono i personaggi dell’opera e restano i cantanti in abiti contemporanei al proscenio. Ci guardano in volto, quasi negli occhi, per dirci, con Verdi, che tutti abbiamo bisogno di un perdono.

Manlio Benzi, pur esso riminese, a capo dell’Orchestra Cherubini  ha perfettamente portato a termine a livello musicale “l’ operazione Aroldo” dimostrando una devozione totale a una partitura certamente minore del catalogo verdiano, ma riproposta senza ritrosie, per quello che è nella sua integrità, con i suoi eccessi talvolta bandistici, con le sue (poche) debolezze spesso evidenti, nella consapevolezza comunque di rendere un servizio a un recupero culturalmente fondamentale.  Il Coro del Teatro Municipale di Piacenza è in gran forma, e a lui va uno speciale plauso per la perfetta intonazione (cominciando dal lungo passo a cappella che apre l’opera fino al difficilissimo “temporale cantato” del quarto atto) e la perfezione ritmica esibita sotto la guida di Corrado Casati.

L’Aroldo di Luciano Ganci, al debutto nel ruolo, è stato la conferma di una crescita vocale di una voce baciata dalla natura per bellezza e facilità di emissione. Mai una nota fuori posto, un fraseggio generico, o una incapacità nel cogliere la cifra stilistica di un personaggio vocalmente “scomodo” come il suo. Ganci si è buttato anima e spirito in una gara canora che lo ha portato fino al  termine in condizioni vocali fresche e spavalde, dimostrando una economia di mezzi ed una tecnica ineccepibile.

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MAHLER-CHAMBER-ORCHESTRA

CONCERTO DELLA MAHLER CHAMBER ORCHESTRA, DANIELE GATTI DIRETTORE - TEATRO PONCHIELLI DI CREMONA, VENERDI’ 14 GENNAIO 2022

La stagione 2022 del Teatro Ponchielli di Cremona si è inaugurata con uno straordinario concerto che ha visto il ritorno sul palcoscenico del Teatro Comunale la Mahler Chamber Orchestra diretta da Daniele Gatti, una delle bacchette italiane più prestigiose ed ammirate a livello internazionale, in un programma interamente dedicato a Schumann. Fondata nel 1997 grazie all’impulso artistico di Claudio Abbado e Daniel Harding su una formazione di base di 45 musicisti provenienti da venti paesi diversi, viene gestita in modo collettivo, concentrando il repertorio sul periodo classico viennese e il periodo romantico, mantenendo, però, anche un occhio di riguardo verso le novità contemporanee. Dal 2016 ha appunto quale Artistic Advisor il direttore d’orchestra Daniele Gatti, mentre il primo violino Matthew Truscott – musicista versatile, apprezzato sia nel repertorio moderno che in quello classico, attivo specialmente in ambito cameristico – la dirige regolarmente in concerti di musica da camera quale maestro concertatore.

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Foto Priamo Tolu

Presentata la Stagione lirica, di balletto e concertistica 2022 del Teatro Lirico di Cagliari

 

comunicato stampa

 

Refice, Donizetti, Verdi, Bellini, Puccini, Prokof’ev, Bernstein:

ecco la Stagione lirica e di balletto 2022 del Teatro Lirico di Cagliari

 

Venerdì 28 gennaio alle 20.30 si alza il sipario sulla Stagione lirica e di balletto 2022 del Teatro Lirico di Cagliari. Una stagione sempre molto attesa dal numeroso pubblico che quest’anno assume anche un valore aggiunto e un carattere di ripresa ancora più importanti e che propone un ricco cartellone di opere e balletti. Nello specifico sono previste sei opere ed un balletto per i sette turni di abbonamento (oltre alle recite mattutine rivolte alle scuole), a dimostrazione della continua crescita della produzione e delle alzate di sipario. I titoli delle sei opere sono: Cecilia, L’elisir d’amore, Ernani, La sonnambula, Manon Lescaut, West Side Story ed il classico Romeo e Giulietta per il balletto. Due saranno le nuove produzioni, alle quali va aggiunta un’importante ripresa di un allestimento del nostro Teatro che fu molto gradito al pubblico. 

A causa purtroppo del perdurare dell’emergenza sanitaria e delle relative limitazioni, comuni peraltro a tutte le altre Fondazioni liriche italiane, e della stretta osservanza delle indicazioni descritte nel Protocollo anti-Covid redatto dalla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, ed attualmente in vigore, si è resa necessaria l’individuazione di titoli d’opera idonei al lavoro ed alla movimentazione in totale sicurezza e tranquillità delle masse artistiche in scena (compagnia di canto, artisti del coro, figuranti e ballerini), di quelle tecniche in palcoscenico (macchinisti, attrezzisti, elettricisti, fonici, sarti, truccatori e parrucchieri), fino ai professori d’orchestra nel golfo mistico. 

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Lunedì 20 e martedì 21 dicembre: prosegue la programmazione prenatalizia della Fenice: Concerto di Natale in Basilica e al teatro La Fenice.

Lunedì 20 e martedì 21 dicembre: prosegue la programmazione prenatalizia della Fenice: Concerto di Natale in Basilica e al teatro La Fenice.

CS                                                                                                          

  Prosegue la programmazione prenatalizia della Fenice:

 

Concerto di Natale il Basilica:

la Cappella Marciana diretta da Marco Gemmani

esegue musiche di Baldassare Galuppi

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Foto di Gianpaolo Parodi.

ERNANI, GIUSEPPE VERDI - TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA, VENERDI’ 17 DICEMBRE 2021

Debutta al Teatro Municipale di Piacenza una nuova produzione di Ernani di Giuseppe Verdi.

Opera romantica, dalla trama improbabile ma di indubbio fascino e dalla ricca invenzione melodica, popolarissima nel recente passato, è diventata col tempo quasi una rarità. Ecco quindi che una nuova produzione di questo titolo, viene salutata con sempre estremo piacere, soprattutto per la gioia di uscire da una routine nefasta che vede ormai prevalere i soliti titoli della trilogia verdiana nei teatri italiani. Occasione ghiotta per nulla colta da Gianmaria Aliverta che, responsabile di una non regia, allestisce uno spettacolo infinitamente noioso dove,  oltre al paradosso di esigere continui cambi scena in uno spettacolo privo di scene, (i praticabili ideati da Alice Benazzi sui quali vengono proiettati i video di Luca Atilii, soliti nuvoloni e cascate d'acqua) ci informa nelle note di sala di aver allestito una produzione lontana dalle proprie corde di lettura ma con l’intento di rendere “il sapore della tradizione". Poche idee e confuse risultate in un affastellamento di manierismi e cliché che francamente speravamo di dimenticare e  invece ci vengono riproposte con in più il sadico gusto di un intento provocatore. Sipario.

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Barbara Frittoli e Sara Mingardo cantano a Lonigo (Vicenza) con l'Orchestra dei Colli Morenici

Barbara Frittoli e Sara Mingardo cantano a Lonigo (Vicenza) con l'Orchestra dei Colli Morenici

 

E’ dal 23 ottobre 1892 che il Teatro Comunale di Lonigo intitolato dopo il restauro (rimase chiuso dal 1977 al 1993) a Giuseppe Verdi vive e fa divertire. Il Comunale leoniceno che è l’unico teatro storico dell’Ottocento nella provincia di Vicenza da fine Ottocento fino all’anno della sua chiusura ha continuato ininterrottamente a fare e proporre musica, lirica, danza e prosa. Particolarmente adatto alla musica, con una acustica splendida e luogo di straordinaria bellezza il Comunale leoniceno è conosciuto a livello internazionale per le produzioni operistiche e per i cantanti di grande fama che ha ospitato in passato. Ora, prima delle festività natalizie , un bel regalo sotto l’albero attende i melomani leoniceni e gli amanti della lirica con un concerto previsto domenica 19 dicembre promosso da Concetto Armonico all’interno del progetto “Vicenza in Lirica fuori le mura” grazie al sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Veneto e in collaborazione con il Teatro leoniceno stesso.

La grande lirica ritorna quindi al Comunale di Lonigo con due fuoriclasse del teatro d’opera del mondo: il soprano Barbara Frittoli e il contralto Sara Mingardo, due cantanti particolarmente legate all’associazione Concetto Armonico, presieduta da Andrea Castello. E proprio questo appuntamento conclude la programmazione annuale dell’associazione iniziata con il Concorso Lirico Tullio Serafin, proseguita con il nono Festival Vicenza in Lirica e con la prima edizione del Cavarzere Opera Festival.

A sostenere le due voci femminili sarà l’orchestra dei Colli Morenici, diretta dal Maestro Edmondo Mosè Savio e con la partecipazione del Coro Lirico bresciano Giuseppe Verdi. Il Maestro Savio ha compiuto gli studi in pianoforte diplomandosi al Pontificio Istituto di Musica Sacra di Milano e completando la sua formazione per direttore d’orchestra coi Maestri Salomon e Kalman. Nel 2017 ha realizzato lo spettacolo ‘Zerovskij’ di e con Renato Zero e ha iniziato a dirigere il Coro Filarmonico di Brescia.

A Lonigo dirigerà Sara Mingardo e Barbara Frittoli impegnate in arie del grande repertorio di Mozart, Verdi, Rossini, Cilea e Offenbach. I biglietti sono in vendita alla biglietteria del Teatro di Lonigo nei giorni 18 dicembre dalle 9,30 alle 11,30 e il 15 dicembre dalle 16,30 alle 18.30. I biglietti in platea e in prima Galleria sono ad euro 25 e 22 (ridotti), per i posti di seconda Galleria e palchi di prima e seconda Galleria il prezzo è di euro 20 e 17 euro (ridotto), per la terza Galleria, 15 euro e 12 (ridotto). I biglietti si possono anche acquistare online attraverso la piattaforma vivaticket.com oppure inviando una mail a biglietteria@vicenzainlirica.it, specificando il nome, cognome, diritto a riduzioni e preferenza di posti), oppure anche chiamando il numero 349 6209712.

BARBARA FRITTOLI, soprano

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FOTO Umberto Favretto

IL TROVATORE, GIUSEPPE VERDI -TEATRO GRANDE DI BRESCIA, DOMENICA
12 DICEMBRE 2021

Si chiude in trionfo la Stagione d’Opera 2021 al Teatro Grande di Brescia, con“Il Trovatore” coprodotto nel circuito OperaLombardia che va a riprendere il raffinato allestimento sassarese del 2019, per la regia di Roberto Catalano.

La bellezza apparentemente semplice di questa produzione sta nel saper prendere un soggetto di per sé contorto - il cui intreccio è annoverato tra i più intricati nella Storia dell’Opera - e saperne cogliere, metabolizzare e sublimare gli archetipi, in una sintesi esistenziale di grande efficacia. Non si va a snaturare nulla: solo si preferisce accantonare il didascalico e le sovrastrutture per arrivare al cuore nudo dell’Opera, ambientandola - più che in uno spazio tangibile - in uno spazio mentale di ricordo, senso di colpa, passione ardente come quel “foco” che si ripresenta con insistenza nel libretto. Questa essenzialità dell’astratto e dell’universale, che sposta la vicenda in un luogo / non-luogo e in un tempo / non-tempo, riesce ad esprimersi perfettamente con l’asciuttezza del bianco e del nero, nella monocromia austera delle scene firmate da Emanuele Sinisi e dei costumi di Ilaria Ariemme. Elemento dominante sul palco è appunto la cenere: un’oscura fuliggine spettro di un passato che incombe indelebile sul presente, tormenta i protagonisti e offusca le loro anime. Ciascuno di loro tenta di liberarsene per tutto il corso dell’opera per tornare a uno spazio di luce e purezza ma, quando sembrano ormai vicini alla realizzazione dell’intento, ecco che sull’ultima nota del tragico finale un’altra cascata nera come la pece piomba su di loro. Pochi elementi, grandissimo impatto. Magistrali sono poi le luci di Fiammetta Baldiserri (riprese da Oscar Frosio), che in una scena così minimale assumono un ruolo di particolare rilievo. Silhouette di contrasto rivelate lentamente da pannelli mobili, giochi di ombre portate, un bagliore accecante a richiamare la Pira, riflessi filtranti dal tulle trasparente che delimita il proscenio: tutto contribuisce a una resa visiva poetica e di grande suggestione.

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Bozzetto di scena

"La fille du régiment" di Donizetti, dal 16 al 23 dicembre, chiude "Autunno in musica 2021" al Teatro Lirico di Cagliari

comunicato stampa

 

Il nuovo brioso allestimento di La fille du régiment di Donizetti,

per la prima volta a Cagliari nell’edizione originale francese,

conclude, dal 16 al 23 dicembre, “Autunno in musica 2021”

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©AndreaRanzi+(Casaluci-Ranzi)

LA CENERENTOLA  DI ROSSINI FIRMATA EMMA DANTE AL COMUNALE DI BOLOGNA

 

 

Comunicato stampa


TCBO: LA CENERENTOLA DI ROSSINI FIRMATA EMMA DANTE

Sul podio Nikolas Nägele

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Foto Granfranco Rota

L' ELISIR D'AMORE, GAETANO DONIZETTI - TEATRO DONIZETTI DI BERGAMO, DOMENICA 5 DICEMBRE 2021

Finalmente si riparte. Dopo tanto (troppo) tempo alle prese con chiusure, platee fantasma e opere in streaming, L’Elisir d’Amore inaugura finalmente la stagione del Festival Donizetti Opera, con un’edizione speciale di cui scriveremo approfonditamente più avanti. L’emozione e il clima di festa sono palpabili, l’accoglienza del pubblico calorosa: ancor prima di entrare in teatro riecheggiano in piazza le note dell’opera con il tipico teatro di marionette e una banda in accompagnamento. All’ingresso le maschere distribuiscono ad ogni spettatore una bandierina gialla e rossa (i colori della città) con una citazione dal libretto dell’opera: “Cantiamo, facciam brindisi a sposi così amabili. Per lor sian lunghi e stabili i giorni del piacer!”. Poco dopo scopriremo, istruiti dal Maestro delle Cerimonie impersonato dall’istrionico Manuel Ferreira, che saremo chiamati a sventolare bandiere e cantare insieme al coro quel brano, durante la scena delle nozze. Una trovata in apparenza un po’ naïf, ma coinvolgente quanto basta a strappare un sorriso al folto pubblico (finalmente) in sala per celebrare tutti insieme, con leggerezza, la ripartenza del Festival dopo due anni, in una città così colpita e purtroppo simbolo della pandemia.

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DIVERSITÀ, PAURA E SCOPERTA” IN UNA NUOVA OPERA NATA DA UN PROGETTO DI EUROPA CREATIVA - TEATRO COMUNALE DI MODENA

 

COMUNICATO STAMPA
Modena

 “DIVERSITÀ, PAURA E SCOPERTA” IN UNA NUOVA OPERA NATA DA UN PROGETTO DI EUROPA CREATIVA
CrossOpera è l’iniziativa che ha unito i teatri lirici di Modena, Linz e Novi Sad in nome dell’integrazione culturale

 Va in scena venerdì 3 dicembre alle 20 e domenica 5 dicembre alle 15 .30 per la stagione lirica al Teatro Comunale di Modena CrossOpera. Diversità, paura e scoperta, nuovo titolo dedicato al tema dell’integrazione transculturale prodotto e commissionato insieme al Landestheater di Linz (Austria) e al Serbian National Theatre di Novi Sad (Serbia) e vincitore del bando Europa Creativa 2018. Entrambe Linz e Novi Sad sono città gemellate di Modena. Il giorno 2 alle ore 18 Sandro Cappelletto, autore del libretto dell’atto italiano e narratore nello spettacolo, presenterà l’opera al pubblico in occasione di Invito all’Opera (ingresso libero da Via del Teatro 8).

Come da progetto, l’opera prevede la presenza di 12 musicisti e 6 giovani cantanti provenienti in egual numero dalle tre città. È divisa in tre episodi, ognuno affidato a un compositore proposto dai rispettivi teatri: l’italiano Luigi Cinque, il tedesco Valentin Ruckebier e la serba Jasmina Mitrusic. Ogni atto viene interpretato nella lingua d’origine (italiano, tedesco e serbo) con sopratitoli nella lingua del teatro del paese di esecuzione. Dopo Modena, teatro capofila del progetto europeo, l’opera sarà rappresentata a Novi Sad, “Capitale Europea della Cultura 2022” (20 e 22 gennaio) e a Linz, le cui rappresentazioni previste per il 10 e 12 dicembre sono state per ora sospese a causa della chiusura dei teatri austriaci. Tutti i musicisti sono stati ospitati per una residenza a Novi Sad, in agosto, e a Linz, in settembre, prima di venire a Modena per la produzione dell’opera.

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Pubblichiamo nota di Assolirica sull'ultimo decreto ministeriale firmato dal Ministro Franceschini.

FRANCESCHINI NON CI SIAMO

 

E’ uscito l’ennesimo decreto ministeriale che esclude ancora una volta gli artisti lirici e i team creativi dai sostegni ai lavoratori dello spettacolo.

E’ possibile metter in scena un’opera senza cantanti, direttori d’orchestra, registi, scenografi e costumisti?

Evidentemente per il Ministro Franceschini sì.

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Donato-Renzetti

CortinAteatro. Domenica 05.12 prende il via il cartellone invernale della stagione culturale di Cortina d'Ampezzo, all'insegna dell'internazionalità

COMUNICATO STAMPA

CORTINATEATRO:

DOMENICA 5 DICEMBRE PRENDE IL VIA IL CARTELLONE INVERNALE DELLA STAGIONE CULTURALE DI CORTINA D’AMPEZZO

Otto appuntamenti tra concerti, danza e circo-alpinismo e un “progetto nel progetto”: si tratta di Nell’Olimpo di Beethoven, un percorso pluriennale nato dalla collaborazione tra Musincantus, il Maestro Donato Renzetti con il progetto Obiettivo orchestra della Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, il Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni, l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta e la Filarmonica TRT – Teatro Regio Torino, che accompagnerà musicalmente la Regina delle Dolomiti verso le Olimpiadi del 2026.

A Cortina arriveranno grandi ospiti internazionali, come il gruppo pluripremiato SeiOttavi, la soprano Ines Salazar ricordata come “la Tosca del centenario”, ilvincitore del 63° Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni Jae Hong Park, il direttore d’orchestraDonato Renzetti eil Russian Classical Ballet di Mosca, e approderanno interessanti produzioni come la performance White Out – La conquista dell’inutile di Piergiorgio Milano, in prima assoluta, e il concerto Gloria & Magnificat.

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Bach e Hindemith per i Ritratti incrociati OPV:grandi interpreti per nuove occasioni di ascolto in omaggio a Messinis e Abbado

Bach e Hindemith per i Ritratti incrociati OPV:grandi interpreti per nuove occasioni di ascolto in omaggio a Messinis e Abbado

 

Con Ritratti incrociati OPV presenta la prima esecuzione integrale dei Concerti brandeburghesi di Bach e delle Kammermusiken di Hindemith mai realizzata in soli due giorni.

Una sfida che richiamerà a Padova alcuni tra i più apprezzati musicisti italiani, prime parti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e del Teatro alla Scala di Milano, con Daniele Orlando violino solista e concertatore, per la direzione di Marco Angius.

Il progetto riprende l’impresa di Claudio Abbado, in omaggio al musicologo veneziano Mario Messinis.

 

Giovedì 2 e venerdì 3 dicembre alle ore 20.45 presso l’Auditorium Pollini di Padova, l’Orchestra di Padova e del Veneto si misurerà con un doppio appuntamento esclusivo volto a sancire il definitivo completamento del programma di recupero dei concerti della 55a Stagione, slittati a causa dell’emergenza sanitaria.

Con il titolo Ritratti incrociati OPV proporrà la prima esecuzione integrale dei Concerti brandeburghesi di Bach e delle Kammermusiken di Hindemith mai realizzata in soli due giorni. Una sfida che porterà a Padova alcuni tra i più importanti e apprezzati musicisti italiani, nonché prime parti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, con Daniele Orlando violino solista e concertatore, per la direzione di Marco Angius.

«L’idea di un’integrale simultanea dei Concerti brandeburghesi e delle Kammermusiken è stata uno dei primi progetti immaginati appena approdato all’Orchestra di Padova e del Veneto – sottolinea Marco Angius, Direttore musicale e artistico OPV. Dato che il covid ne ha impedito la realizzazione lo scorso anno, presentiamo ora questo ambizioso progetto a conclusione dello spericolato recupero di fine Stagione. Spericolato e spavaldo: in un’epoca come questa, proporre una doppia integrale in due serate presuppone una certa dose di coraggio, diciamo pure sfrontatezza, sia nei confronti del pubblico che dei musicisti chiamati a parteciparvi, con i numerosi solisti e le eccellenze di orchestre sinfoniche italiane.

Tredici concerti divisi in due serate, sette nella prima e sei nella seconda, che alternano più che dei brani, dei modelli di composizione musicale di cui i sei Brandeburghesi rappresentano per così dire il prototipo concettuale. La musica di Hindemith, come due secoli prima quella di Bach, esalta le caratteristiche strumentali e virtuosistiche degli interpreti in una chiave cameristica affatto nuova per quegli anni. Un’operazione che rinnova ed estremizza l’impresa di Claudio Abbado che nel 1961 propose all’Angelicum di Milano la stessa formula, sebbene diluita in tre concerti nell’arco di due mesi».

Giovedì 2 dicembre i Concerti brandeburghesi di Bach n. 2, 5 e 6 si intrecceranno alle Kammermusiken di Hindemith n. 4, 5, 6 e 7. Per i capolavori di Bach si riuniranno sul palco del Pollini Giampaolo Pretto, già Primo flauto all’OSN RAI, Giampietro Rosato, clavicembalista dell’Ensemble barocco Sonatori de la Gioiosa Marca, Tommaso Rossi al flauto dolce, fondatore dell’Ensemble Dissonanzen, Roberto Rigo, Prima tromba de I Solisti Veneti, e Paolo Brunello, Primo oboe OPV; mentre per i lavori di Hindemith l’Orchestra di Padova e del Veneto si unirà alla viola d’amore Simonide Braconi, Prima viola dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, Roberto Ranfaldi, violino di spalla all’OSN RAI, Ula Ulijona, Prima viola OSN RAI, e Francesco di Lernia, tra i più affermati organisti italiani sul piano internazionale.

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LA VOIX HUMAINE (FRANCIS POULENC), THE TELEPHONE (GIAN CARLO MENOTTI) –TEATRO FILARMONICO DI VERONA, DOMENICA 28 NOVEMBRE 2021

Davvero interessante e oggetto di riflessioni profonde il dittico proposto dalla Fondazione Arena di Verona per concludere la stagione operistica 2021 al Filarmonico. Con La Voix Humaine e The Telephone, rispettivamente di Pulenc su piéce di Cocteau e di Menotti, siamo posti di fronte al più grande protagonista del nostro tempo che sta letteralmente sostituendo la parte fisica ed umana delle nostre frequentazioni: il telefono. Con una incredibile lungimiranza già dal secolo scorso Cocteau negli ani Trenta, quindi Poulenc nel '59, e Menotti negli anni Quaranta intuirono quanta importanza sociale avrebbe avuto col tempo uno strumento che permetteva di mettersi in comunicazione con gli altri a distanza. Oggi il telefono è diventato praticamente parte integrante del nostro corpo e sono davvero pochissime le persone che attualmente non ne possiedono ancora uno, bambini compresi.

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LA FILLE DU REGIMENT - DONIZETTI FESTIVAL 2021, TEATRO DONIZETTI DI BERGAMO, DOMENICA 21 NOVEMBRE 2021

Proprio come Agata Christie è capace di metterti a proprio agio e creare un ritratto perfetto dell’ambientazione dei suoi racconti dopo poche righe, così Gaetano Donizetti riesce a fare con chi ascolta le sue opere. Bastano infatti alcune battute di una sinfonia e lo spettatore si trova già immerso nel mood della vicenda. Una vicenda che nella rappresentazione andata in scena al Festival Donizetti Opera ha assunto un sapore cubano, grazie al ritmo delle percussioni di Ernesto López Maturell - che si sono integrate benissimo con la musica - ma soprattutto grazie all’allestimento di Luis Ernesto Doñas.

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G. VERDI, GIOVANNA D’ARCO - TEATRO COMUNALE DI MODENA, 19 NOVEMBRE 2021

G. VERDI, GIOVANNA D’ARCO - TEATRO COMUNALE DI MODENA, 19 NOVEMBRE 2021

Opera tra le più entusiasmanti del periodo “di galera” di Giuseppe Verdi (assieme allo Stiffelio) per chi scrive, Giovanna D’Arco è andata in scena al Teatro Comunale di Modena in un allestimento proveniente dall’ Opéra-Théatre di Metz che l’ha coprodotto assieme ai Teatri di Reggio Emilia. Il regista Paul Emile Fourny si inserisce nel solco della più macera “tradizione”, termine qui usato nella sua più triste accezione, poiché oltre ad un certo interesse per i video di Virgile Koering proiettati su di uno schermo cinematografico sullo sfondo del palcoscenico, e ad una azione coreografica (curata da Aurélie Barre e danzata dalla MM Contemporary Dance Company) durante la sinfonia, sostanzialmente non succede nulla. Apoteosi è stata la scena prima del secondo atto, dove figuranti, coro ed interpreti tutti sono rimasti perfettamente immobili al proscenio in barba alla grande scena di trionfo sulla Cattedrale di Reims.

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FIDELIO, LUDWIG VAN BEETHOVEN – INAUGURAZIONE STAGIONE AL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, SABATO 20 NOVEMBRE 2021

FIDELIO, LUDWIG VAN BEETHOVEN – INAUGURAZIONE STAGIONE AL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, SABATO 20 NOVEMBRE 2021

Come l’anno scorso abbiamo continuato a ribadire quanto fosse un peccato che i teatri soffrissero le chiusure dettate dall’emergenza sanitaria e le prime produzioni dopo il totale lockdown fossero menomate e prive degli elementi essenziali che ne costituiscono l’essenza, siamo lieti di ripeterci quest’anno, ma nel piacere di ritrovare i posti occupati con capienza piena e gli spettacoli che finalmente possono beneficiare di tutto ciò che è sempre servito per essere completi. Viviamo comunque un periodo di allerta anche perché non siamo affatto usciti dal tunnel ed anzi sussistono ancora dati allarmanti, soprattutto fuori ed in prossimità del nostro Paese.

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LES MUSICIENS DU LOUVRE, MARC MINKOWSKI DIRETTORE – TEATRO PAVAROTTI DI MODENA, DOMENICA 7 NOVEMBRE 2021

Il nome di Marc Minkowski è tra i più conosciuti nel campo delle esecuzioni musicali dei nostri giorni, soprattutto per le sue interpretazioni del repertorio francese del periodo barocco-illuminista, affrontato con la sua ‘geniale’ creatura, Les Musiciens du Louvre, il complesso strumentale da lui stesso fondato nel 1982 a fianco del quale ha percorso la lunga strada che arriva fino ad oggi.

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