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L’atteso ritorno di “Nabucco” al Teatro Massimo di Palermo


COMUNICATO STAMPA, Palermo  ottobre 2022
 
L’atteso ritorno di “Nabucco” al Teatro Massimo di Palermo, dopo che il Covid nel 2020 ne aveva sospeso il debutto. A dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro è il Maestro Francesco Lanzillotta, la regia è di Andrea Cigni.
 
Sarà finalmente in scena in Sala grande domenica 23 ottobre alle 20.00 “Nabucco”, l’opera in quattro parti di Giuseppe Verdi, su libretto di Temistocle Solera, nel nuovo allestimento coprodotto dal Teatro Massimo di Palermo con il Teatro Regio di Torino. L’opera, assente dal palcoscenico di Piazza Verdi dal 2013 avrebbe dovuto debuttare nel marzo del 2020 ma venne sospesa a pochi giorni dal debutto a causa del Covid che costrinse tutti i teatri alla chiusura. A dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro è il Maestro Francesco Lanzillotta mentre la regia è firmata da Andrea Cigni, Maestro del Coro è il nuovo direttore Salvatore Punturo.
 
A interpretare Nabucco si alternano i baritoni Roman Burdenko (23, 26, 28, 30) e Alberto Gazale (25, 27, 29) mentre nell’impervio ruolo di Abigaille, la figlia rifiutata da Nabucco, cantano Ewa Plonka (23, 26, 28, 30) e Irina Moreva (25, 27, 29); nel ruolo del profeta Zaccaria si avvicendano Luca Tittoto (23, 26, 28, 30) e Marko Mimica (25, 27, 29) mentre la coppia di innamorati è affidata al mezzosoprano Silvia Beltrami (Fenena) e al tenore Vincenzo Costanzo (Ismaele). A completare il cast, il basso Luciano Roberti è il Gran sacerdote di Belo, Blagoj Nacoski è Abdallo, fedele ufficiale di Nabucco, ed Elisabetta Zizzo interpreta Anna. Le scene sono di Dario Gessati, i costumi di Tommaso Lagattolla, le luci di Fiammetta Baldisseri, riprese da Gianni Bertoli. Assistente alla regia è Luca Baracchini, alle scene Maddalena Moretti e ai costumi Donato Didonna.  Repliche fino al 30 ottobre.
 
Terza opera lirica di Giuseppe Verdi, il Nabucodonosor, ribattezzato Nabucco solo dopo il debutto al Teatro alla Scala nel marzo 1842, fu il primo grandissimo successo del compositore. La scena si apre sugli ebrei asserragliati nel Tempio di Gerusalemme per resistere all’invasione dei babilonesi, guidati dal Re Nabucodonosor. Alla vicenda politica, che vede i conflitti interiori di Nabucco e Abigaille scontrarsi contro la salda fede di ZaccariaIsmaele e Fenena, si unisce una più tradizionale storia d’amore, con il tenore Ismaele conteso tra due sorelle, Abigaille e Fenena. La gelosia di Abigaille contro la più fortunata Fenena però è doppia, perché Nabucco indica come reggente, durante la sua assenza la figlia più piccola e non Abigaille, che scopre da un documento segreto di non essere veramente figlia di Nabucco. Delusa dal padre e dall’uomo amato, Abigaille rivolge ogni suo sforzo alla vendetta e alla conquista del potere.
L’opera si avvale di un grandioso e solenne impianto drammaturgico che conta su una importante presenza scenica del Coro, sempre presente dalla scena iniziale fino al finale rasserenante, e in particolare nella terza parte con il Coro “Va, pensiero”.
 
La messa in scena di Andrea Cigni di contro all’aspetto monumentale dell’opera sceglie una dimensione più intima. “Nel riflettere sul senso dell’opera – dice il regista - non è l’aspetto monumentale che mi colpisce, né il carattere risorgimentale che le è stato attribuito e meno che mai il contrasto tra due popoli. Vorrei piuttosto raccontarne l’aspetto intimo e teatrale, forse meno evidente rispetto alla grande quantità di interventi corali, ovvero il dramma di Abigaille, figlia illegittima di Nabucco e sorellastra di Fenena. Questo è a mio avviso il motore drammatico fondamentale che descrive dinamiche molto più stimolanti rispetto all’analisi oppresso/oppressore, ebreo/nazista, cultura dominante e cultura soccombente. Dinamiche tipicamente teatrali (e Verdi era uomo di teatro almeno quanto geniale compositore) come quelle tra padre e figlie, tra amante e amato/a, tra sorellastre in conflitto, che si inseriscono in un discorso più ampio sul significato di potere”.
 
Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo sale il Maestro Francesco Lanzillotta, uno dei più interessanti direttori italiani, regolarmente ospite di importanti compagini orchestrali, come l’Orchestra Nazionale della RAI di Torino, l’Orchestra Haydn di Bolzano, la Filarmonica Toscanini di Parma, l’Orchestra Regionale Toscana, che il pubblico palermitano ha già avuto modo di apprezzare in diverse occasioni, la più recente il successo de Il pirata di Bellini l’autunno scorso.
Alla guida del Coro debutta il Maestro Salvatore Punturo che dirige già dal 2003 il Coro di voci bianche, la Cantoria e il Coro Arcobaleno della Fondazione.
 
“Nabucco” è anche l’ultima opera rappresentata al Teatro Massimo nel 1974 prima della chiusura per restauri che si protrasse per ben 23 anni e il celeberrimo «Va’, pensiero» venne simbolicamente cantato dal Coro in più occasioni per auspicare la riapertura del Teatro che avvenne nel 1997 grazie a una mobilitazione della società civile. Da allora l’opera è stata riproposta soltanto nel 2010 e nel 2013.
 
Il debutto sarà preceduto da due appuntamenti di introduzione all’ascolto: il primo, giovedì 20 ottobre alle 18.00 in Sala Onu, a cura dell’Associazione Amici del Teatro Massimo, con Claudio Toscani, studioso dell’opera italiana dell’Ottocento che parlerà di Nabucco, della sua genesi e dei suoi significati al di là del mito risorgimentale. L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria via email a amicidelteatromassimo@gmail.com.
 
Il secondo appuntamento, domenica 23 ottobre, alle 18:30 in Sala Onu è invece con la scrittrice e drammaturga Beatrice Monroy per il ciclo “Vi racconto l’opera” che propone letture e narrazioni di Nabucco a partire dal libretto di Temistocle Solera e da Geremia, Shakespeare, Giuseppe Verdi, Aimée Cesar, Mahmud Darwish e Fadwa Tuqan. Ad affiancarla gli attori Rinaldo Clementi e Stefania Blandeburgo. Biglietti 3 euro.
 
La prova generalesabato 22 ottobre alle 18:30, è aperta a favore di AIRC e organizzata dal Comitato Sicilia della Fondazione per la ricerca sul cancro e dalle volontarie della Delegazione di Palermo, per raccogliere fondi per il finanziamento dei migliori progetti di ricerca e borse di studio per la cura dei tumori. È possibile prenotare i biglietti per lo spettacolo contattando il Comitato Sicilia (091-6110340/ Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) o in sede (viale Libertà, 171, Palermo).
 
Completa il programma domenica 30 dalle 17:30, in Sala degli Stemmi, il laboratorio “Bambini all’Opera”, rivolto a bambini tra i 4 e i 10 anni che propone di condividere l’esperienza teatrale in famiglia. Mentre i genitori assistono all’opera i bambini potranno ascoltarne brani in uno spazio dedicato e seguire il racconto della trama attraverso animazioni teatrali in una dimensione di gioco. Il laboratorio, dal titolo Nabucco, “Il segreto della pergamena”, è realizzato su testi e narrazioni di Francesca Cosentino, interventi cantati di Sonia Sala, animazioni teatrali di Gisella Vitrano e illustrazioni di Giuseppe Lo Bocchiaro. Info e prenotazioni tel. 329 7260846 - 349 3612353. Costo: 20 € merenda inclusa.
La “prima” dell’opera, domenica 23 ottobre dalle 20.00 sarà trasmessa in diretta streaming sulla webTv del Teatro Massimo.

Durata spettacolo3h/ 5'
Infohttps://www.teatromassimo.it/nabucco/  Biglietti da 150 a 15 euro.

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MEFISTOFELE, ARRIGO BOITO - TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA, 14 OTTOBRE 2022

Torna in scena un kolossal del melodramma purtroppo assai raramente riproposto nei nostri teatri; è un’occasione dunque da non perdere: il Mefistofele, capolavoro dello scapigliato Arrigo Boito, torna al Municipale di Piacenza dopo ben cinquantatré anni.

L’interesse dell’evento è prevalentemente musicale, nella magnificenza monumentale e nella ricerca intellettuale che quest’opera porta con sé. La resa di questa edizione è fortunatamente un piacere per l’orecchio, fondandosi in prevalenza sulla coinvolgente direzione di Francesco Pasqualetti: il maestro gestisce con polso e disinvoltura il gran numero di esecutori chiamati in causa, dall’imponente corpo orchestrale alle folte masse corali, esaltando dell’opera il respiro sinfonico d’ispirazione wagneriana, ma anche le argute finezze musicali di cui Boito costella la partitura. 

Nell’impervio ruolo del titolo convince la prova di Simon Lim, più per la voce torrenziale di notevole profondità e volume che per intenzione attoriale, forse leggermente monocorde per rendere con efficacia la controversa e beffarda ironia insita nel personaggio. Il fraseggio è comunque curato, al pari della dizione, con una qualità interpretativa di forte impatto nel suo complesso. 

Muscolare il Faust di Antonio Poli, dallo squillo rilevante ma piuttosto freddo dal punto di vista espressivo. Sicuro in acuto salvo qualche sporadica forzatura, il tenore porta a casa la serata senza drammatici intoppi, ma nemmeno troppa incisività. Felice eccezione a una generale piattezza è la sua aria “Giunto sul passo estremo”, rielaborata con particolare trasporto. 

Ottima la prestazione del soprano Marta Mari nel doppio ruolo di Margherita ed Elena, efficace nell’esaltare i tratti romantici e ingenui della prima (commovente la partecipata resa della scena della pazzia, “L’altra notte in fondo al mare”) e l’altera sensualità della seconda. La linea di canto è solida in ogni area della tessitura, dai gravi pieni agli acuti svettanti, il tutto impreziosito da bel colore e discreta generosità di armonici. 

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DON GIOVANNI, WOLFGANG AMADEUS MOZART - TEATRO GRANDE DI BRESCIA,
16 OTTOBRE 2022

Grande successo di pubblico per il Don Giovanni andato in scena al Teatro Grande di Brescia, nella penultima tappa del titolo in questa tournée di OperaLombardia.

L’allestimento è un ripescaggio dalla nota trilogia napoletana Mozart / Da Ponte di Mario Martone, andata per la prima volta in scena al Teatro San Carlo ormai vent’anni fa e qui ripresa da Raffaele Florio come fu anche per le Nozze di Figaro riproposte all’interno della stessa rassegna nel 2015. Un filone di stampo tradizionale ma non oleografico: i costumi di Sergio Tramonti (che firma anche le scene) collocano la vicenda nella sua epoca originaria con eleganti sete e merletti, ma l’ambientazione non è una semplice riproduzione di Siviglia ed è bensì costituita da asettici spalti lignei che rimandano ad un contesto teatrale e meta teatrale astratto. Quante delle azioni del libertino per antonomasia sono una messinscena? Quanto è labile il confine tra realtà e inganno? E quale contestualizzazione migliore potrebbe sottolinearne questo aspetto, se non la costruzione di un teatro nel teatro? Non a caso questo genere di lettura del Dissoluto Punito si è vista e rivista in numerose produzioni nel corso degli anni e anche in questa occasione non manca di funzionare nel suo complesso, salvo qualche scivolone antiestetico come gli spettatori-fantoccio di dubbia fattura posti sugli spalti ed “effetti speciali” tutt’altro che esaltanti impiegati in particolare negli ingressi del Commendatore, con luci di Pasquale Mari, dalla resa visiva piuttosto modesta tra notturni blu elettrico e flash improbabili a simulare dei lampi nella scena del cimitero, ripresi anche nel finale tra sparuti fumogeni che tentano di riprodurre le fiamme degli inferi e inghiottono il convitato di pietra insieme al protagonista, con un esito certamente più ridicolo che drammatico.

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ANDREA CHÉNIER, UMBERTO GIORDANO -TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA- 18 OTTOBRE 2022

Poco più di due mesi dopo la prima di Bohème (1 febbraio 1896), Andrea Chénier di Giordano ha il suo debutto alla Scala: successo clamoroso che l'accompagnerà costantemente fino ai nostri giorni.  Istinto della situazione, intuizione del suo impianto, sviluppo e scioglimento psicologico,  sono la formula del "verismo sentimentale" del Maestro foggiano che insieme ad una spiccata musicalità di facile ascolto, e ad una provvidenziale brevità, assicurano ancora oggi teatro pieno e incassi garantiti.

Bene ha fatto quindi il Teatro Comunale di Bologna che oltre a mettere in cartellone una tra le opere più amate dal pubblico, è riuscito nella non facile impresa di scritturare due cast di altissimo livello che si sono alternati nelle 7 recite previste.

Alla recita alla quale  abbiamo assistito, trionfatore della serata è stato un Gregory Kunde in forma smagliante che ha saputo dare al suo Chénier, forma e sostanza a tutto tondo. Il tenore americano indossa con sicurezza e slancio i panni del tenore romantico di cui possiede i giusti accenti e il senso del fraseggio. Poco interessa l'età anagrafica: la dizione è chiarissima, così come l’articolazione delle parole, che suonano sempre ampie e generose. Lo squillo è saldissimo nell'acuto, un po' meno nella parte centrale del rigo, ma a partire dall' "improvviso" al primo atto, il poeta è tutto lì: appassionato, sensibile nell'accento, generoso. Spettacolare l'irruenza e la perfetta capacità di immedesimazione nel "sì, fui soldato" al secondo atto, dove Kunde nell' "Uccidi? Ma lasciami l'onore" che conclude l'arioso, trapassa con una sciabolata di voce, l'arido Fouquier.

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VERDI FESTIVAL 2022, G. VERDI - LA FORZA DEL DESTINO - PARMA 09 OTTOBRE 2022

Opera tra le più complesse (e più lunghe) da produrre del Maestro delle Roncole, La Forza del Destino ha aperto il 22° Verdi Festival lo scorso 22 Settembre nella edizione per Milano del 1869, versione integrale curata da Philip Gosset e William Holmes per Casa Ricordi.

Croce e delizia di ogni teatro che intenda metterla in scena, la 24° opera di Verdi rappresenta uno scoglio spesso invalicabile a causa di un cast richiesto veramente solidissimo e di una complessa macchina scenica che prevede continui cambi scena e una durata veramente notevole.

A Parma si sono affidati per quel che riguarda regia, scene e costumi, al quasi ottuagenario Yannis Kokkos, raffinatissimo creatore di spettacoli mortalmente soporiferi dove, al di là di una vaga concettualità astratta nell'ambientazione, non succede quasi nulla. Le solite scene sghembe, i soliti fondalini con proiezioni metereologiche di vario tipo, la quasi perenne fissità dei movimenti sono la cifra  di uno spettacolo che mortifica tutto il possibile in nome di una presunta raffinatezza stilistica.

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GALA LIRICO IN ONORE DI MARIO DEL MONACO

Domenica 16 ottobre sul palcoscenico del Teatro Mario Del Monaco di Treviso un cast d’eccezione per celebrare i 40 anni dalla scomparsa del celebre tenore: in scena grandi stelle del panorama operistico internazionale

e due giovani talenti 

Treviso,  ottobre 2022 – In attesa dell’inaugurazione della nuova stagione 22/23 con il debutto del Rigoletto il prossimo 4 novembre, il sipario del Teatro Mario del Monaco si alza in anteprima con un appuntamento d’eccezione: il gala lirico in onore di Mario del Monaco che domenica 16 ottobre – giorno della ricorrenza della sua scomparsa nel 1982 – radunerà sul palcoscenico trevigiano, a partire dalle ore 20, le più grandi star del panorama lirico internazionale. A quarant’anni dalla scomparsa del grande tenore, il teatro a lui intitolato renderà omaggio a questo artista così legato alla città di Treviso con una serata di gala che vuole essere anche il primo passo verso un percorso di riscoperta e valorizzazione della sua figura e che vedrà anche l’istituzione, a partire dal 2023, di un premio alla carriera a lui dedicato.

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SETTEMBRE DELL’ACCADEMIA FILARMONICA DI VERONA 2022 – CONCERTO DELL’ORCHESTRA MOZART, DANIELE GATTI DIRETTORE.

Appuntamento atteso per il Settembre dell’Accademia Filarmonica di Verona che ha visto protagonisti l’Orchestra Mozart di Bologna ed il Direttore Daniele Gatti con un programma che spaziava da Richard Strauss a Ludwig Van Beethoven e due dei loro capolavori.

L’Orchestra Mozart ha una storia eccellente, iniziata nel 2004 grazie all’Accademia Filarmonica di Bologna, diretta per dieci anni da Claudio Abbado e costituita dalle eccellenze provenienti dalle più blasonate orchestre internazionali.  Dal 2020 Gatti ne è illustre direttore musicale e l’attività prosegue intensa con il progetto di eseguire tutte le nove sinfonie beethoveniane a partire proprio dalla Terza in programma nella tournée di questi giorni in giro per l’Italia.

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SIMON BOCCANEGRA, GIUSEPPE VERDI, FESTIVAL VERDI 2022 – TEATRO REGIO DI PARMA, 29 SETTEMBRE 2022

Riemerge dagli archivi di Casa Ricordi la versione di Simon Boccanegra, ventunesima opera scritta da Giuseppe Verdi nel 1857 per il Teatro La Fenice di Venezia, grazie al Festival Verdi di Parma che con questa operazione “storica” suggella ancora una volta il suo ruolo di custode e garante di tutta la musica verdiana, anche quella dimenticata (e forse piu’ brutta). Fiasco bruciante per il maestro delle Roncole alla prima rappresentazione, colpe dovute in parte ad una fretta compositiva incessante, ad un libretto squinternato del Piave (che fu tentato addirittura di non sottoscrivere) e ad una tinta eccessivamente monocorde della partitura musicale. La vicenda è nota: dopo averla ritirata, la riproporrà riveduta ed integrata nel 1881 al Teatro alla Scala con un libretto “aggiustato” da Arrigo Boito e con una partitura fatta di rimescolamenti armonici, aggiunte (tante), tagli (tantissimi), pensata e scritta proprio in quel Palazzo Doria a Genova, sede ideale per un suggestivo ripasso di storia locale.

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IL SETTEMBRE DELL’ACCADEMIA 2022   CONCERTO DI MIKHAIL PLETNEV - 19 SETTEMBRE 2022

IL SETTEMBRE DELL’ACCADEMIA 2022 CONCERTO DI MIKHAIL PLETNEV - 19 SETTEMBRE 2022

Attesissimo concerto quello di Mikhail Pletnev per il Settembre dell’Accademia di Verona 2022  e se non ha deluso le aspettative del numerosissimo pubblico accorso, sicuramente lo ha diviso.

Il grande pianista, direttore e compositore si è presentato a Verona con un programma a prima vista bislacco, assurdo e lunghissimo (come è spesso sua abitudine) che ha visto accostare due compositori molto differenti tra di loro per quel che riguarda produzione e scrittura per pianoforte: Brahms e Dvorak.

Di entrambi abbiamo ascoltato brani relativamente minori, spesso estratti di composizioni integre e tutti accomunati da una durata limitata e da un colore pensoso ed introspettivo. Con un'espressione facciale impassibile, tranne  che per qualche occasionale lieve inarcamento di un sopracciglio, Pletnev anche a Verona si è imposto la solita immagine di sé fin troppo seria, o a volte svagata, come se il pianista fosse piombato d’improvviso in sala e avesse dovuto imbastire su due piedi un intero recital.

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DON GIOVANNI, W. A. MOZART- FESTIVAL VICENZA IN LIRICA, GIOVEDI’ 8 SETTEMBRE 2022

In una giornata certamente particolare per milioni di persone sparse in tutto il mondo e parimenti per la scrivente, causa forte ammirazione, rispetto e stima nei confronti della immensa Regina Elisabetta II, scomparsa all’età di novantasei anni nella serenità della sua residenza di Balmoral in Scozia, un applauso spontaneo da parte dell’intero pubblico del Teatro Olimpico di Vicenza si è sviluppato all’ingresso del direttore artistico del Festival Vicenza in Lirica, Andrea Castello, al solo menzionare il momento di tristezza che la giornata recava in sé dopo le notizie giunte dal Regno Unito. Ma la musica è fortunatamente fonte di gioia e tale è stato lo spettacolo offerto del Don Giovanni mozartiano organizzato quest’anno per la decima edizione del Festival che come sempre promuove i giovani, il loro talento e naturalmente la musica nella sua bellezza e capacità di unire le persone, come recita anche lo slogan del festival stesso.

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FONDAZIONE ARENA DI VERONA -AIDA - RECITA DEL 28 AGOSTO 2022

Il 99° festival areniano si avvia verso il termine, e per la penultima recita di Aida riesce ad accaparrarsi colui che viene considerato il miglior tenore del momento, Jonas Kaufmann.

Dopo lo splendido concerto dell'anno scorso (http://www.mtglirica.com/categorie/recensioni/jonas-kaufmann-gala-event-arena-di-verona-martedi-17-agosto-2021.html) "Der Tenorissimo" finalmente debutta Radames nella città dove  Arena vuol dire Aida.

Dello spettacolo di Zeffirelli si è detto di tutto e di più, la sua ventennale vita fa parte ormai della storia dell'anfiteatro veronese e piaccia o no (chi scrive lo paragona ad una meringa indigesta) la bolgia infernale di comparse del trionfo e le sfingi di cartapesta, risultano facile richiamo ed entusiasmo per il pubblico di appassionati non particolarmente esigente, che in larga parte affolla l'anfiteatro veronese.

La voce di Kaufmann, dopo un inizio un po' ballerino dovuto, si crede,  all'emozione, sfodera tutto il florilegio del suo meraviglioso baule sonoro, ancora intatto e incredibilmente pulito a fronte di una carriera ormai trentennale e una recente malattia non particolarmente piacevole.

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Roberto-Abbondanza

ASSOLIRICA AL FESTIVAL MASCAGNI

Mercoledì 31 agosto, ore 16.30 – Hotel Universal, Livorno

Tavolo pubblico sul futuro della Lirica e Festival Mascagni

con il presidente nazionale di Assolirica

a Livorno per la Cavalleria Rusticana sulla Terrazza Mascagni

Previsti incontro istituzionale in Comune e tavolo di riflessione sul comparto lirica

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A Venezia, il Palazzetto Bru Zane farà riscoprire MASSENET

FESTIVAL A VENEZIA

MASSENET, MAESTRO DEL SUO TEMPO

Venezia, Palazzetto Bru Zane

 

Sei Concerti dal 1° al 28 ottobre 2022


 

Comunicato stampa

 

Compositore prolifico e di grande successo durante la Belle Époque, Massenet è caduto nell’oblio. Chi altro se non il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française poteva dar voce alle opere del compositore ingiustamente tralasciato e ricordare la generazione di artisti che hanno portato la visione del maestro fino al cuore del XX secolo? In questo primo festival della stagione 2022-23, l’incredibile varietà della sua creazione lirica, d’ispirazione fantastica, fiabesca, antica, medievale, esotica, si confronterà con la delicatezza delle mélodies e composizioni sinfoniche del maestro francese e dei suoi eredi con appuntamenti a Venezia, Parigi, Monte-Carlo, Monaco di Baviera, Budapest... Il festival è stato preceduto, a giugno 2022, dalla pubblicazione di un CD dedicato alle mélodie con orchestra di Jules Massenet (edizioni musicali del Palazzetto Bru Zane), che ha già ricevuto diversi premi di critica internazionale.

Il Festival veneziano sarà presentato giovedì 22 settembre alle ore 18 al Palazzetto Bru Zane. In questa occasione il mezzosoprano Éléonore Pancrazi e il pianista Ian Barber interpreteranno mélodies e opere per pianoforte di Jules Massenet.

 

Il festival Massenet, maestro del suo tempo propone sei concerti dal 1° al 28 ottobre 2022. Tra i momenti più importanti, il fine settimana di inaugurazione del festival che offre un assaggio del ricco universo lirico del compositore e delle sue opere per il suo strumento di predilezione, il pianoforte, attraverso l’interpretazione di François Dumont. L’appuntamento dedicato alle mélodies permetterà invece di scoprire un ambito di successo di Massenet e dei suoi eredi attraverso la voce di Marie Gautrot che tornerà al Palazzetto Bru Zane il 13 ottobre. Gli appassionati di lirica potranno scoprire le opere di Massenet trascritte per violino e pianoforte il 25 ottobre con Théotime Langlois de Swarte e Tanguy de Williencourt. Chiude il festival un appuntamento di pianoforte a quattro mani, il 28 ottobre, con il Geister Duo.

 

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TURANDOT, G. PUCCINI – ARENA DI VERONA, REPLICA DEL 19 AGOSTO 2022

Sempre interessante seguire i cambi cast per produzioni celeberrime come la Turandot della Fondazione Arena di Verona di cui abbiamo recensito la prima del 4 agosto (http://www.mtglirica.com/categorie/recensioni/turandot-giacomo-puccini-fondazione-arena-di-verona-giovedi-4-agosto-2022.html); non certo per fare paragoni, ma semplicemente per il piacere di ascoltare diverse interpretazioni e constatare come uno spettacolo di questa complessità diventi sempre più fluido man mano che le recite si susseguono.

Confermati i ruoli della prima che vedevano come maschere Gëzim Myshketa, Riccardo Rados e Matteo Mezzaro, nonché l’ottimo Altoum di Carlo Bosi che presta di nuovo la voce al Principe di Persia, ed il Mandarino di Youngjun Park. I cambi più importanti vedevano come protagonista Oksana Dyka nelle vesti glaciali della Principessa di gelo, Murat Karahan come Calaf, Riccardo Fassi nei panni di Timur e Ruth Iniesta era la dolce Liù.

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G. BIZET, CARMEN, FONDAZIONE ARENA DI VERONA - RECITA DEL 14 AGOSTO 2022

Per l’ottava recita di Carmen alla Fondazione Arena di Verona, importante debutto sulle tavole dell’anfiteatro veronese (la precedente recita dell’ 11.8 è stata annullata per pioggia) di Elina Garanča, considerata a tutt’oggi la più interessante e completa voce mezzosopranile in attività.

Del cinematografico ed oleografico allestimento di Franco Zeffirelli abbiamo già parlato in occasione della recensione della prima avvenuta il 17 giugno scorso (http://www.mtglirica.com/categorie/recensioni/carmen-george-bizet-inaugurazione-99-arena-di-verona-opera-festival-venerdi-17-giugno-2022-1.html) ma ci piace qui rimarcare, nonstante l’età vetusta e quel senso di ammuffito che scorre tra le scene di cartapesta e gli innumerevoli ballerini di flamenco perennemente in scena, quanto questo allestimento sia amato dal pubblico areniano che puntualmente ad ogni rappresentazione, cade in visibilio (battimano e urla da stadio si sprecano al quarto atto) sognando atmosfere da finta serata flamenco in un centro balneare qualsiasi della costa spagnola.

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C.ORFF, CARMINA BURANA, ARENA DI VERONA – VENERDI’ 12 AGOSTO 2022

Che i Carmina Burana siano una sorta di fenomeno capace di far smuovere in massa persone che altrimenti mai andrebbero ad un concerto di musica classica, lo si sapeva da tempo e vedere almeno per una volta in stagione l’intero catino areniano gremito in ogni ordine dei suoi posti a sedere, conferma il nostro pensiero. Il merito è soprattutto di “O fortuna”: brano di apertura di questa cantata scenica e che così spesso ha smosso la fantasia di registi, pubblicitari e coreografi sì da venirci propinato in tutte le salse e in tutte le declinazioni. Una serata, quindi, positiva e, oserei dire, quasi trionfale, nonostante una breve interruzione per la pioggia, con il pubblico che prima assiste silenzioso e composto e poi esterna la propria soddisfazione in modo coerente all’ambiente che ci ospita: applausi, piedi battuti ritmicamente per terra, fischi e urla di approvazione.

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GIUSEPPE VERDI, LA TRAVIATA - ARENA DI VERONA, REPLICA DEL 6 AGOSTO 2022

Torna all’Arena di Verona l’ultima commovente Traviata di Franco Zeffirelli, che come tutti ricordiamo ci ha lasciati tre anni fa a soli pochi giorni dalla Prima, senza dunque poter assistere al suo debutto di fronte al pubblico (ne abbiamo scritto approfonditamente qui). Un lavoro a più mani realizzato insieme a Carlo Centolavigna alle scene e Maurizio Millenotti ai costumi, storici collaboratori del Maestro, che con quest’ultima produzione ha potuto congedarsi dal mondo e dal teatro con il suo titolo prediletto in assoluto.

Nell’ambito del 99° Festival, questa replica cui assistiamo (la sesta su otto totali) è di particolare interesse musicale, con una fortunata combinazione di cast selezionata fra le dodici stelle internazionali coinvolte a turno nei tre ruoli principali. 

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GIUSEPPE VERDI , AIDA – ARENA DI VERONA, REPLICA DEL 5 AGOSTO 2022

Giunta all’ottava replica di questo Festival 2022, torna in Arena un’Aida zeffirelliana dall’esito ben più felice rispetto alla Prima del 18 giugno (ne abbiamo scritto qui). Dopo un corposo numero di recite, l’incerto debutto dovuto a un’evidente insufficienza di prove è fortunatamente un lontano ricordo: i movimenti delle masse risultano ormai rodati e i frequenti scollamenti tra buca e palco sembrano del tutto risolti in una ritrovata sinergia, sotto la guida di un più ispirato Daniel Oren. Il Maestro tiene saldamente le redini di un’Orchestra della Fondazione Arena oggi decisamente più disciplinata, proponendo agogiche vivaci e variegate, sempre efficaci nel valorizzare tutto il ventaglio di diversi contesti drammaturgici che si avvicendano nell’opera. Molto curate anche la ricerca dei colori e la calibrazione dei volumi, sempre in un perfetto equilibrio tra la solenne maestosità di riti sacri e bellici alternati a soffuse tinte esotiche.

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TURANDOT, GIACOMO PUCCINI – FONDAZIONE ARENA DI VERONA, GIOVEDI’ 4 AGOSTO 2022

Torna a riempire in ogni suo spazio il palcoscenico dell’Arena di Verona il sontuoso e fiabesco allestimento di Turandot che nel 2010 fu affidato al genio di Franco Zeffirelli, dopo che l’anno scorso per gli arcinoti problemi sanitari si era optato per la pur riuscita soluzione con i ledwall. Tornano il lusso, le scene imponenti della Cina delle favole, le coreografie di Maria Grazia Garofoli, i costumi ricchi e imponenti della compianta Emi Wada e le infinite comparse che in verità talvolta nascondono pure i solisti. Uno degli spettacoli sicuramente più amati dal pubblico veronese ed estero che frequenta l’anfiteatro, per i suoi colori, la sua magnificenza, ma che comunque abbiamo più volte notato presenta il limite dell’eccessivo affollamento soprattutto quando la scena non è completamente aperta, con meno spazio a disposizione e la necessità di una maggiore attenzione ai piccoli dettagli che se non gestiti ottimamente rischiano di creare confusione in chi assiste.  

Neanche a dirlo il punto di attrazione per questa recita è stata la coppia protagonista, che torna dopo lo scorso anno a vestire i panni di Turandot e Calaf, composta da Anna Netrebko e Yusif  Eyvazov.

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Andrea-Chnier

Stagione lirica e di balletto 2023 del Teatro Lirico di Cagliari

comunicato stampa

 

Cilea, Rossini, Giordano, Verdi, Bizet, Čajkovskij, Boito, Puccini:

ecco la Stagione lirica e di balletto 2023 del Teatro Lirico di Cagliari

 

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