Tre gli allestimenti di Franco Zeffirelli previsti in cartellone per celebrare quest’anno il centenario dell’Arena Opera Festival, pietre miliari in questo significativo anniversario considerato il legame indissolubile del Maestro con l’anfiteatro veronese. Accanto alle storiche Carmen e Madama Butterfly, si ripropone oggi - alla Prima stagionale - la sua ultima Traviata debuttata postuma nel 2019 (allestimento da noi già recensito nel dettaglio qui).
Il podio è affidato ad Andrea Battistoni, che riascoltiamo dopo diverso tempo notando con piacere un nuovo livello di maturità musicale in grado di estrapolare con gesto sicuro e composto tutta la passionalità della partitura verdiana, convincente per ampia varietà di colori e agogica ben calibrata in ogni momento.
Gilda Fiume - che sostituisce l’indisposta Nina Minasyan - è una Violetta certamente ben cantata, dotata di vocalità morbida e votata al belcanto. Si disimpegna infatti con facilità nelle colorature del finale primo chiudendo il “Sempre libera” con un mi bemolle pulito e ben sostenuto. In questa fase soprattutto - e in generale nell’incedere dell’opera - sentiamo tuttavia la mancanza di un reale approfondimento introspettivo del personaggio, limitandosi ad una buona esecuzione più che a una resa tridimensionale della tormentata cortigiana parigina. Le cose migliorano nel terzo atto in cui la temperatura drammatica raggiunge l’apice e il soprano salernitano sembra interpretativamente più in bolla e a suo agio, proponendo un “Addio del passato” di struggente bellezza.
In piena forma Francesco Meli nel ruolo di Alfredo, uno dei suoi consolidati cavalli di battaglia. Gli acuti iniziano forse ad accusare una certa opacità, ma il tenore ligure si fa nuovamente apprezzare dal pubblico con le sue ormai note caratteristiche: timbro luminoso, filati omogenei, varietà d’accenti e - nondimeno - una convincente prova attoriale data dalla profonda conoscenza del ruolo.
Altra certezza in ambito verdiano è il Germont di Luca Salsi, in grado di darne un’interpretazione a tutto tondo con fraseggio intelligente e solida linea di canto, oscillando sapientemente tra il viscido borghese ottuso (esemplare in questo senso la resa di “Un dì quando le veneri”) e l’umanità del padre, di sangue per Alfredo e quasi d’adozione per Violetta sul drammatico finale.
Convincente l’apporto di tutti i comprimari: Sofia Koberidze (Flora), Francesca Maionchi (Annina), Carlo Bosi (Gastone di Letorières), Nicolò Ceriani (Douphol), Roberto Accurso (Marchese d’Obigny), Giorgi Manoshvili (Grenvil), Francesco Cuccia (Giuseppe) e Stefano Rinaldi Miliani (Domestico e Commissionario).
Puntuali ed intensi tutti gli interventi del Coro, istruito da Roberto Gabbiani.
Al termine convinto successo per tutti gli interpreti, con marcato entusiasmo per protagonisti e direttore. Si replica il 27 luglio, il 19-26 agosto e il 9 settembre.
Camilla Simoncini
LA PRODUZIONE
Direttore d'orchestra Andrea Battistoni
Regia e scene Franco Zeffirelli
Costumi Maurizio Millenotti
Coreografia Giuseppe Picone
Luci Paolo Mazzon
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino
GLI INTERPRETI
Violetta Valéry Gilda Fiume
Flora Bervoix Sofia Koberidze
Annina Francesca Maionchi
Alfredo Germont Francesco Meli
Giorgio Germont Luca Salsi
Gastone di Letorières Carlo Bosi
Barone Douphol Nicolò Ceriani
Marchese d’Obigny Roberto Accurso
Dottor Grenvil Giorgi Manoshvili
Giuseppe Francesco Cuccia
Domestico/Commissionario Stefano Rinaldi Miliani
ORCHESTRA, CORO E TECNICI FONDAZIONE ARENA DI VERONA
FOTO ENNEVI
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