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DO RE MI … PRESENTO – intervista a DIMITRA THEODOSSIOU

.. Tutto quello che faccio sul palco è per il mio pubblico.

La Grecia è una terra meravigliosa, ricca di storia e di arte, patria di grandi artisti e grandi condottieri, scenario di incredibili leggende e miti. Da tale luogo mitologico proviene questa straordinaria Artista, Dimitra Theodossiou, soprano di indiscussa sensibilità e fama mondiale, dalla voce potente e armonica, che sta contribuendo a fare la storia della lirica internazionale con le sue intense e assolutamente convincenti interpretazioni operistiche. Ha lavorato con grandissimi maestri quali Abbado, Muti, Gelmetti, Viotti, Gergiev, Chailly, per citarne solo alcuni. I più importanti teatri al Mondo la hanno vista come protagonista in ruoli come Norma, Lady Macbeth, Violetta Valery, Desdemona, ecc, sempre con grandissimi consensi di critica e appassionati in sala.

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UN BALLO IN MASCHERA, GIUSEPPE VERDI – TEATRO SOCIALE DI ROVIGO, venerdì 7 Dicembre 2012, ore 20.30



Una nuovissima produzione va al merito del Teatro Sociale di Rovigo, che quest’anno sta spolverando per i suoi affezionati melomani titoli impegnativi ed interpreti di livello internazionale, capaci di regalare emozioni sempre più forti al suo pubblico.
Questa splendida opera verdiana, ispirata al dramma di Eugène Scribe 'Gustave III, ou Le bal masqué', andò in scena in primis il 17 febbraio 1859 a Roma, Teatro Apollo. 
La visione dell’opera che ha concepito Ivan Stefanutti può sicuramente definirsi originale, di forte impatto, e coloratissima, se ci si sofferma sui costumi. Alla base di tutto la centralità dei sentimenti e delle passioni che dilaniano il Conte e la sua amata Amelia,  innamorata  ma sposa di un altro, come nel più classico dei triangoli amorosi. Un ‘altro’ che è però il magnanimo e buon Governatore della colonia inglese di Boston, che a sua volta è minacciato di morte dai suoi nemici, ed il cui destino non tarda a compiersi in una sera di festa durante lo ‘splendidissimo’ ballo nella sua casa, ove le maschere celano e svelano gli intrecci di questa storia drammatica di amori e rivalità.

A sfondo di tali accadimenti, dimentichiamo il XVII secolo, ambientazione originaria, per ritrovarci nel nostro tempo con ambienti piuttosto essenziali, basati su due piattaforme nere fisse sui lati del palco, su cui fanno da ‘arredo’ alcuni elementi significativi. Molto semplici la sala della casa del Governatore nel primo atto e lo studio del segretario Renato nel terzo. Di forte impatto invece nel secondo atto il teschio enorme che pende dall’alto, una sfera luminosa in primo piano, mentre nubi minacciose sono proiettate su di uno schermo in fondo, per ambientare l’abituro dell’indovina Ulrica. Una tempesta di lampi luminosi accoglie Amelia nel terribile campo, ove si erge la forca nel secondo atto. Il salone della festa infine presenta una serie di stelle sullo sfondo e persino una gigantesca dal soffitto, fasci di luce a festa, ed una fila di bandiere sul retro. Il tutto completato da coloratissimi costumi, talvolta notevolmente eccentrici, e maschere di vario genere indossate dalla compagine di Ulrica e poi dagli invitati al ballo finale.
Magnifica e tecnicamente convincente, la Amelia di Dimitra Theodossiou. Il soprano riesce a dar vita ad un personaggio forte, intensamente interpretato, che lascia col fiato sospeso ed ipnotizza ad ogni sua entrata in scena. La sua voce è emessa con sostegno ragguardevole, non mostra alcuna fatica qualunque nota essa emetta, arriva ovunque in sala e riesce a sovrastare sempre l’orchestra, senza mai colpire sui suoni. Sicura ad ogni passaggio, i suoi piano sono ben sostenuti, gli acuti senza sbavature, guadagna una autentica ovazione per la splendida interpretazione dell’aria ‘Morrò - ma prima in grazia’ nel terzo atto. Una classe innata che si combina perfettamente col suo personaggio.
Al suo fianco nel ruolo di Riccardo il tenore Mario Malagnini. Ieri sera ci è parso in buona forma e la sua voce ha un bellissimo colore che si sposa bene con quello della sua partner. L’impressione generale è che il tenore sia sempre un po’ trattenuto, anche nelle note più spinte,  nell’emissione vocale, forse prudentemente dosata nel corso della recita; come pure la sua interpretazione potrebbe essere ancora più coinvolgente. Bello il duetto con Amelia nel secondo atto, ove mostra la sua raffinatezza di interprete, lasciando correre la sua voce verso le meravigliose note in simbiosi col suo amore impossibile.
Non convince pienamente  Giovanna Lanza nel ruolo di Ulrica. La voce ha un bel timbro, ma sforza leggermente nel registro più acuto e si incupisce un po’ troppo quando si tratti di avventurarsi nel registro grave. Probabilmente il ruolo non è adatto al suo tipo di vocalità, sarebbe interessante sentirla in altri contesti.
Renato è il baritono Igor Golovatenko. Le sue arie sono interpretate con accorato entusiasmo, ma la sua voce presenta qualche incertezza nei suoni gravi. Talvolta si spinge poco e a fatica nelle emissioni più acute, pur presentando un registro medio di buon livello.
Convincente a pieno invece Paola Cigna che interpreta il paggio Oscar. Bellissimo colore la voce, ben emesse le note più pericolose così come i pianissimo, sicura nei suoi interventi, ben calata nel ruolo, ha dato vita al suo personaggio con intelligenza e buona preparazione vocale.
Discreti anche i comprimari Davide Luciano, che ha offerto una buona e convincente resa del ruolo di Silvano, come anche Enrico Rinaldo e Stefano Rinaldi Miliani, rispettivamente i congiurati Samuel e Tom, pur non precisissimi questi ultimi.
Bella la cornice e buona la prova canora offerta dal Coro Lirico Venetodiretto dal Maestro  Giorgio Mazzucato.
L’orchestra Filarmonia Veneta è stata diretta dal Maestro Stefano Romani. Molto concentrato sulla gestione della buca, ci è sembrato meno attento agli accadimenti in essere sul palco. Un po’ troppo ‘regolare’ l’esecuzione globale, che non ha reso a pieno le sfumature e le emozioni della bellissima partitura verdiana. Generalmente ci si aspettava un suono meno ‘prepotente’, che si adattasse alla sala non grandissima del bel teatro rodigino.
Applausi per tutti al termine della rappresentazione, pubblico in delirio per i due protagonisti principali.

Un plauso infine all’organizzazione del Teatro Sociale di Rovigo, che in collaborazione col Bergamo Musica Festival Gaetano Donizetti,  si sta impegnando seriamente per portare sempre più interesse sulle sue produzioni e sulla cultura della sua Provincia, per  quella che è una delle più sublimi arti, e che fa ben sperare per il futuro dell’Opera nel nostro paese.
MTG


LA PRODUZIONE

Maestro concertatore           Stefano Romani
e direttore d’orchestra        
Regia  scene e costumi          Ivan Stefanutti
Light designer                        Claudio Schmid
Coreografo                            Fabrizio Paganini
Maestro del coro                  Giorgio Mazzucato

GLI INTERPRETI

Riccardo        Mario Malagnini
Renato           Igor Golovatenko
Amelia            Dimitra Theodossiou
Ulrica             Giovanna Lanza
Oscar             Paola Cigna
Silvano           Davide Luciano
Samuel           Enrico Rinaldo
Tom                Stefano Rinaldi Miliani

ORCHESTRA REGIONALE FILARMONIA VENETA
CORO LIRICO VENETO

Nuova produzione e nuovo allestimento del Teatro Sociale di Rovigo, del Bergamo Musica Festival Gaetano Donizetti 


TERZO CONCERTO VERONA LIRICA – VERONA, TEATRO FILARMONICO, domenica 2 dicembre 2012, ore 16,30



Terzo appuntamento stagionale per i pomeriggi domenicali dell’Associazione Verona Lirica, che conta già più di 600 soci nel suo secondo anno di attività intensa e proficua, in stretta collaborazione con l’Arena di Verona. E anche ieri pomeriggio il maggiore teatro veronese ha visto realizzarsi un concerto applauditissimo dal pubblico presente. Protagonisti della serata un folto numero di interpreti: il soprano Giovanna Casolla, il mezzosoprano Anna Malavasi ed il tenore Alejandro Roj. In aggiunta, il coro di Verona diretto da Giovanni Andreoli, ed il Quartetto d'Archi Guenther Sanin: Vincenzo Quaranta, Luca Pozza e Sara Airoldi. Al Pianoforte Patrizia Quarta.


In apertura di concerto è stato proprio il coro di Verona a rompere il ghiaccio con l’esecuzione di ‘Oh Signore dal tetto natio’, da ‘I Lombardi alla Prima Crociata’di Verdi. Spiccano leggermente più le voci maschili nell’insieme, ma nel complesso una discreta esecuzione. Eseguito anche il preludio al terzo atto di Madama Butterfly di Puccini, con più equilibrio tra le voci sussurrate, con l’aggiunta del Quartetto d’archi Guenther Sanin. Si riscatta la sezione femminile con i due cori delle streghe dal ‘Macbeth’ di Verdi.

Star indiscussa del concerto la protagonista di tante splendide serate in Arena: Giovanna Casolla. Con ‘Inneggiamo il Signor..’, da ‘Cavalleria Rusticana’di Mascagni, insieme al coro ed al quartetto, il teatro si infiamma. Splendida anche l’ esecuzione di ‘Sola, perduta, abbandonata’ dalla ‘Manon Lescaut’ di Puccini, e ha emozionato fino alle lacrime con ‘La mamma morta’ dall’Andrea Chenier’ di Giordano, da cui è stato estratto anche il duetto eseguito col tenore Alejandro RojVicino a te s’acqueta..’..e con lo stesso anche il duetto dall’ultimo atto di ‘Carmen’ di Bizet ‘C’est toi! C’est moi’, con il coro in sottofondo. La signora napoletana non ha bisogno di presentazioni: la sua voce è capace di emozionare e stupire ogni volta per il suo incredibile volume, precisione nell’emissione delle note, capacità di modulazione, tecnica perfetta. Tutta la sua esperienza chiara ed evidente già da subito, come da anni ormai ci ha abituati, una gioia per i sensi. Grande capacità drammatica, riesce a dare perfettamente l’idea di ciò che sta cantando, il pubblico è rapito.

Lo spagnolo Alejandro Roj ha eseguito da ‘Roméo et Juliette’ di Gounod ‘Ah!Lève-toi soleil’, la dichiarazione d’amore dalla ‘Carmen’, e i suddetti duetti col soprano Casolla. L’impasto vocale è sicuramente di bel colore, molto spinto, generosa l’interpretazione e l’intensità delle esecuzioni canore. È però ancora evidente il passaggio dal registro medio a quello più acuto, e tende un po’ forzare il suono nelle note più ‘pericolose’. Qualche esitazione inoltre nel duetto dell’Andrea Chenier che però non ha compromesso la resa complessiva dell’aria. Sicuramente più a suo agio nelle arie della Carmen, più ‘collaudata’, ha potuto mostrare un bel materiale su cui basare una buona carriera.

Il mezzosoprano Anna Malavasi ha eseguito ‘Oh mio Fernando’ dalla ‘Favorita’ di Donizetti, ‘Stride la vampa’ dal ‘Trovatore’ di Verdi col coro in sottofondo, e la celeberrima ‘Habanera’ di Carmen, Bizet. Si nota immediatamente il colore artificiale di una voce che cerca di “tubare” per essere ciò che in realtà non è. Il colore e l’emissione sono letteralmente “spaccati” in due: giù fa l’orco, su è un soprano appena lirico; l’inclinazione costante del collo e della testa in avanti sono la dimostrazione della ricerca continua di un suono non naturale.

Il quartetto d’archi ha inoltre eseguito da solo anche il secondo movimento della ‘Suite n. 3 per orchestra’ di Bach, definita popolarmente Aria sulla quarta corda, ed il primo movimento di ‘Eine kleine nachtmusik’ di Mozart in maniera lineare e corretta. Ha accompagnato anche il coro alla conclusione del concerto con la natalizia ‘White Christmas’, che per la verità ci si aspetterebbe un po’ più intima rispetto all’esecuzione offerta, ma comunque apprezzabile.

Tutti i brani, ad eccezione dei due solo del quartetto, sono stati accompagnati al piano da Patrizia Quarta, che ha confermato la sua partecipazione molto sentita e coinvolgente nell’accompagnare gli artisti, a fronte di una tecnica invidiabile. E come regalo ai soci, la signora Casolla ha diretto e divertito il pubblico intonando con gli altri due compagni della serata il brano popolare ‘Non ti scordar di me’ con al piano il bravo maestro del coro Giovanni Andreoli. La serata è stata presentata come sempre dalla simpatia e competenza di Davide da Como.
Premiati tutti con la targa a ricordo della serata, appuntamento per un altro pomeriggio di bella musica a fine gennaio!
Per informazioni sulle iscrizioni www.veronalirica.it
MTG


FRESCHE NOTE – DVD: RODELINDA, HÄNDEL: Fleming • Scholl • Kaiser • Blythe • Davies • Shenyang • Metropolitan Opera Orchestra • Bicket



Questa magnifica e ormai poco rappresentata opera di Händel è ora disponibile in due DVD, per la gioia di chi non ha avuto la fortuna di assistere alla sua rappresentazione al Met di New York lo scorso inverno verso fine anno. Scritta in tre atti, questa opera fu debuttata con grandissimo successo a Londra il 13 febbraio 1725 al King’s Theatre.  Il soggetto si ispirava allo scrittore francese Corneille, che scrisse precedentemente il suo Pertharite, roi des Lombards.

Il tema di fondo è l’amore coniugale all’epoca dei Longobardi nel VII secolo. La trama che vede il più nobile dei sentimenti trionfare si dipana tra vicende intricate e una serie di personaggi dai nomi fiabeschi che ricordano i romanzi cavallereschi dei secoli precedenti. Qui sono interpretati da un più che dignitoso cast: la super celebrata star Renée Fleming, nel ruolo del titolo; Stephanie Blythe, applaudita Eduige;  Andreas Scholl, che interpreta con straordinaria bravura Bertarido, re dei Longobardi;  Iestyn Davies, acclamato Unulfo; Joseph Kaiser, alias il malvagio Grimoaldo; e Shenyang nel ruolo del consigliere Garibaldo. La produzione è di Stephen Wadsworth, con una ricchissima scenografia di stampo tradizionale che riproduce tutti gli ambienti riempiendo l’enorme palco del Metropolitan; direttore d’orchestra è Harry Bicket, molto apprezzato nella direzione di questa opera. Dopo il grande successo ottenuto in teatro, a ben donde è ora riproposto in DVD per rivivere questa bella produzione, che difficilmente si può ritrovare in programmazione nei nostri teatri.

MTG


ERNANI, VERDI – CREMONA, TEATRO PONCHIELLI, domenica 25 novembre 2012, ore 15,30



Terzo titolo in programmazione per la stagione d’Opera al Ponchielli di Cremona, L’Ernani di Giuseppe Verdi è un intenso dramma storico che evoca la Spagna del 1519, ove le lotte di potere sono teatro di sanguinosi scontri che come sempre si svolgono sui campi di battaglia, ma soprattutto nei tumulti del cuore dei protagonisti. Quattro sono gli atti segnati da un titolo specifico: ‘Il bandito’, ‘L’ospite’, ‘La clemenza’, e ‘La maschera’, messi in scena per la prima volta alla Fenice di Venezia nel marzo 1844. Di lì a qualche anno il nostro Paese sarebbe stato teatro delle guerre d’Indipendenza, ed è noto come nelle opere del compositore certi temi fossero particolarmente evidenti per il clima che si respirava in Italia.

Andrea Cigni ha voluto sottolineare come il senso dell’onore e della vendetta a vari livelli siano il filo conduttore di tutti i personaggi. Pertanto, ha ideato una regia che lasci ampio spazio agli interpreti, che non sono ingessati come spesso ahi noi capita di vedere ultimamente, ma hanno modo di esternare anche fisicamente l’intensità delle passioni che li agita. Essenziali ma di una certa eleganza e soprattutto efficaci, le scene colme d’oro di Dario Gessati. Al centro sono posti dei pannelli che si spostano all’occorrenza, a tergo dei quali sono impressi degli estratti dall’opera di Hugo che ispirò il compositore,  evidenziando di volta in volta con un fascio di luce le parole che  sottolineano i temi dei singoli atti. Da segnalare in particolare nel secondo atto un tavolo/cornice a specchio (forse dell’anima) posto tra i pannelli, che rimanda ad un ponte in difesa della rocca, e la imponente tomba di Carlo Magno al centro del palco nel terzo atto. Elaborati e di bella fattura i costumi di Valeria Donata Bettella, soprattutto quelli maschili.

E se per esprimere tanta passione occorrevano degli interpreti ‘sanguigni’ il cast ha risposto bene a tale appello. Rudy Park è sicuramente un tenore spinto di potenza che impersona perfettamente il bandito Ernani  con la sua vocalità. Il colore della sua voce diventa anche più scuro nei passaggi che richiedono una particolare intensità. La pronuncia è già abbastanza buona così come il fraseggio sta migliorando, grazie all’esperienza che questo giovane interprete comincia a  maturare ‘sul campo’. Se continua così potrebbe diventare un riferimento per questi ruoli particolarmente 'ardenti'. Generosa la resa dell’aria reintrodotta in questa produzione nel finale del II atto: ‘Odi il voto’.

Sanguigna anche la Elvira di Maria Billeri, applaudito e generoso soprano dallo strumento potente e dalla interpretazione accorata. Mostra sicurezza nell’emissione vocale e fraseggia bene. Raggiunge tranquillamente le note più acute, come pure le scale sono effettuate con buona sicurezza. Il suo vibrato particolarmente  accentuato in potenza può non sempre piacere, ma il pubblico di ieri sera ha apprezzato con calore la sua interpretazione.
Conferma le sue doti vocali e di gran classe il baritono Alessandro Luongo. Un ottimo Don Carlo che appassiona e canta lodevolmente nel suo registro; bello il colore della voce che  emette i suoni senza il minimo sforzo e con interpretazione straordinaria. Stoffa da vendere.

Impressionante il Don Ruy Gomez de Silva di Enrico Giuseppe Iori. Applauditissimo nella cabaletta reinserita nel primo atto ‘Infin che un brando vindice’, mostra una sicurezza interpretativa straordinaria, il suo personaggio è reso sia vocalmente che dal punto di vista attoriale in maniera egregia. La voce è profonda, scura e ben emessa; il ghigno mostrato osservando il suo corno con il rivale morente alle spalle non può essere descritto a parole. Davvero notevole.

Senza particolarmente colpire completano il cast Nadiya Petrenko nel breve ruolo di Giovanna,  e Gianluca Margheri, Jago. Buono ed apprezzato il Don Riccardo interpretato da Saverio Pugliese.
Grandi applausi per il coro diretto da Antonio Grecoanche se ha sofferto un po’ il volume dell’orchestra in taluni passaggi. Il Maestro Antonio Pirolli ha condotto l’orchestra de ‘I Pomeriggi Musicali’ in modo composto e puntuale, con molta attenzione al palco e sottolineando i momenti più intensi con la giusta espressività, sottolineata dalla buona acustica della sala.

Una bella serata per tutti, un’altra scommessa vinta dal Circuito Lirico Lombardo e dalla Lirica italiana.
MTG

LA PRODUZIONE

Direttore                     Antonio Pirolli 
Regia                          Andrea Cigni
Scene                          Dario Gessati
Costumi                      Valeria Donata Bettella
Light designer            Fiammetta Baldiserri

GLI INTERPRETI

Ernani                                   Rudy Park
Don Carlo                             Alessandro Luongo
Don Ruy Gomez de Silva    Enrico Giuseppe Iori
Elvira                                    Maria Billeri
Giovanna                              Nadiya Petrenko
Don Riccardo                       Saverio Pugliese
Jago                                      Gianluca Margheri

CORO DEL CIRCUITO LIRICO LOMBARDO
Maestro del coro Antonio Greco

ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI

Nuovo allestimento
Coproduzione dei Teatri del Circuito Lirico Lombardo:
Ponchielli di Cremona, Grande di Brescia, Sociale di Como, Fraschini di Pavia 




TIFU, COMINATI, BISANTI : CONCERTO INAUGURALE DELLA STAGIONE SINFONICA 2012-13 – VICENZA, TEATRO COMUNALE, martedì 20 novembre 2012, ore 20,45





Un gremitissimo Teatro Comunale ha accolto ieri sera quello che forse si può definire il più riuscito e spettacolare concerto dell’Orchestra del Teatro Olimpico degli ultimi tempi. Per l’inaugurazione ufficiale della stagione sinfonica si sono esibiti sul palco due indiscussi talenti della scuola musicale italiana: il pianista Roberto Cominati e la violinista Anna Tifu.

In un’atmosfera da sogno e magia, quasi surreale, si sono susseguiti brani di due dei più rappresentativi musicisti del Romanticismo europeo. Ad aprire il concerto la potente Ouverture del Fidelio op.72b’ di L. van Beethoven. Di straordinaria intensità drammatica, questo pezzo orchestrale che introduce la famosissima opera del compositore tedesco, qui nella versione definitiva del 1814, è stato eseguito da un’Orchestra Olimpica che ha trovato nuova energia ed incisività grazie al pluriacclamato nuovo direttore musicale, il Maestro Giampaolo Bisanti.

La sua direzione è puntuale ed appassionata al contempo. Riesce quasi ad abbracciare tutti i musicisti col gesto inequivocabile e sicuro, tenendo sempre la situazione sotto controllo e mai esagerando in potenza. In questo modo ha permesso ai musicisti di suonare al meglio e con percepibile forza espressiva, che si è trasformata in autentica meraviglia con la ‘Ouverture Le Ebridi, La Grotta di Fingal op.26’ di F. Mendelssohn Bartholdy. Specialmente con questo brano, che l’autore dedicò al re Federico Guglielmo IV di Prussia nel 1830, le armonie, i suoni, e la scioltezza nell’esecuzione hanno saputo rendere tangibilmente il senso di solitudine e nostalgia, unitamente alla sensazione di scorrevolezza delle onde marine, così come il compositore intendeva rievocarle, tenendo il pubblico col fiato sospeso fino all’ultimo commuovente suono. Impeccabile anche l'accompagnamento ai solisti, che hanno offerto esecuzioni magistrali. 

Il meraviglioso pianista Roberto Cominatiha letteralmente rapito gli animi degli spettatori, prima col difficile e perfettamente eseguito Concerto n.3 per pianoforte e orchestra in do min. op.37, sempre di Beethoven, in perfetto accordo con l’accompagnamento orchestrale della OTO, e poi con la incredibile esecuzione di ‘Carmen Fantasy’ di Bizet/Horowitzcome bis solo con cui ha omaggiato gli astanti. La sua capacità di muovere i tasti del pianoforte è straordinaria, con nonchalance fa letteralmente quello che vuole sulla tastiera, non esita un istante, la tecnica è ineccepibile, e ciò che ne scaturisce è un’esecuzione intensa e di prim’ordine.

Divina la giovanissima Anna Tifu che ha incantato con il ‘Concerto n. 3 per violino e orchestra in mi min. op.64’, sempre di Mendelssohn. Una fusione incredibile con l’orchestra, una tecnica sopraffina unita ad una sicurezza esecutiva eccezionale, che ha poi confermato emozionando  con il bis ‘Preludio - Obsession’dalla sonata n. 2  di Eugène Ysaÿe, musicista belga morto nel 1931, autore di numerose sonate per violino solo. Qui la violinista ha mostrato ancor più tutta la sua abilità e sensibilità magnifiche nel muovere le corde del suo strumento.

Applausi lunghissimi e scroscianti hanno salutato gli artisti a più riprese, seguite da autentiche ovazioni alla fine della serata. Un successo annunciato e confermatissimo per il nuovo corso dell’Orchestra Olimpica e della musica a Vicenza. E c’è da scommettere che in questa stagione le emozioni siano solo all’inizio. Del resto si sa: ‘chi ben comincia …’
MTG





TROVATORE, VERDI - RAVENNA FESTIVAL, TEATRO ALIGHIERI, sabato 17 novembre 2012, ore 20,30



Con il Trovatore procede la “Trilogia Popolare” messa in Scena dal Ravenna Festival in attesa dell’imminente anno Verdiano.
Questa celeberrima opera del grande compositore italiano fu messa in scena per la prima volta il 19 gennaio 1853 a Roma, al Teatro Apollo, tratta dal dramma ‘El Trovador’ di Antonio García Gutiérrez. Ebbe subito successo e continua ad ottenerlo ancora oggi ovunque sia rappresentata.

Per questa produzione la regia è affidata a Cristina Mazzavillani Muti che raffigura un Trovatore a tinte fosche, cupe, quasi soffocanti e claustrofobiche e che rendono perfettamente la tragicità e l’ineluttabilità della vicenda infondendo nello spettatore un senso di irrequietudine e di ansia fin dalla prima scena. A completamento di ciò, i costumi di Alessandro Lai  ben si adattano a quanto descritto.
La Sig.ra Muti sa ben utilizzare il materiale umano che ha e fa destreggiare i giovani protagonisti, tutti scenicamente molto abili, facendo scorrere la storia con un ritmo incalzante e sempre molto “vivo”.
Il versante musicale vedeva alcune eccellenze italiane e straniere, tutti giovani interpreti.
Il Manrico di Luciano Ganci è pressoché perfetto. Una voce dotata di timbro magnifico, squillo in acuto che fraseggia, colora, e palpita nel tormento delle note e dei passaggi più ostici.
Risolve vocalmente con ottima tecnica e grande generosità. Il registro del passaggio è risolto con una disinvoltura tale da far pensare ai grandi tenori del passato.
Una vera scoperta per il futuro della lirica.

Il soprano Anna Kasyan  interpreta Leonora. Se ne  apprezza subito la lucentezza e pulizia del timbro abbinate ad una ottima tecnica di sostegno sul fiato. Commovente nell’Aria del quarto atto e davvero grintosa nel successivo duetto con il Conte di Luna. Se risolvesse alcune piccole imprecisioni di pronuncia potrebbe davvero diventare interprete di riferimento per questo tipo di repertorio.

Il Conte di Luna è Alessandro Luongo. Giovane voce schietta e “avanti” in tutta la gamma.
Canta in modo meraviglioso la sua Aria ed è interprete sensibilissimo ed attento.
La voce è perfettamente sostenuta e nei passaggi più “drammatici” non cade nella tentazione di gonfiare un centro di natura lirico, restando così sempre molto elegante e cantante di gran classe.

Note dolenti sulla Azucena di Anna Malavasi. Al contrario del collega infatti, gonfia artificialmente un centro che sarebbe anche ricco di armonici, ma quelli di un soprano lirico e non certamente di un mezzo drammatico quale Azucena dovrebbe essere. La voce corre poco in sala e la salita all’acuto è schiacciata ed afflitta da una fissità continua e fastidiosa. L’appoggio, che sull’ottava centrale è consistente, si perde totalmente sul settore medio acuto.
L’interprete è troppo caricata e sembra esagerare anche dove non dovrebbe.

Ferrando è impersonato da Luca Dall’Amico, dotato di meraviglioso materiale di basso, autenticamente italiano, senza quel “cavernoso” effetto gutturale tipico della scuola russa.
La voce è di bella pasta e ben emessa. Sarebbe interessante riascoltarlo in ruoli più importanti.

Ottimi gli interventi dei comprimari: dalla Ines di Isabel de Paoli al Ruiz di Giorgio Trucco.

La direzione di Nicola Paszkovsky è funzionale alla gestione del palcoscenico; non perde mai di vista i cantanti sacrificando per la verità un humus musicalmente più drammatico e più aderente al dettato verdiano.

Una produzione dunque di grande rilievo, che ben si inserisce nel prestigio di questo Festival e rende degno omaggio al compositore simbolo della cultura italiana nel mondo.
MTG


LA PRODUZIONE

Direttore                                 Nicola Paszkowski
Regia e ideazione scenica     Cristina Mazzavillani Muti
Light design                           Vincent Longuemare
Costumi                                 Alessandro Lai
Visual design                         Paolo Miccichè  
Immagini fotografiche           Enrico Fedrigoli
Sound design                         Alvise Vidolin
Allestimento scenico a cura di Roberto Mazzavillani

GLI INTERPRETI

Manrico                                 Luciano Ganci
Leonora                                 Anna Kasyan
Conte di Luna                       Alessandro Luongo 
Azucena                                Anna Malavasi
Ferrando                                Luca Dall’Amico
Ines                                        Isabel De Paoli
Ruiz                                       Giorgio Trucco



Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro Lirico Terre Verdiane di Piacenza
maestro del coro Corrado Casati


assistente alla regia e direzione di scena Maria Grazia Martelli
elaborazioni video Davide Broccoli  maestri di sala Elisa Cerri, Davide Cavalli 
service audio BH Audio  proiezioni Visual Technology, Ravenna

responsabile sartoria Anna Tondini  sarte Marta Benini, Manuela Monti  parrucche Denia Donati, Monia Donati
trucco Mariangela Righetti, Cristina Laghi  attrezzista Enrico Berini

realizzazione scenica laboratorio del Teatro Alighieri Ravenna
costumi Tirelli Costumi, Roma  calzature Pompei, Roma  gioielli Pikkio, Roma

coproduzione Ravenna Festival, Teatro Alighieri Ravenna, Fondazione Teatri di Piacenza


MARIA STUARDA- DONIZETTI, TEATRO SOCIALE DI ROVIGO; venerdì 16 novembre 2012, ore 20.30



Come tutti i drammi storici, la Maria Stuarda di Gaetano Donizetti possiede un fascino intrinseco che va aldilà di qualsiasi allestimento scenico, per la straordinaria forza musicale, la drammaticità delle vicende, e soprattutto per la grandezza della sua protagonista, regina nell’animo oltre che del suo popolo. Un’opera che ebbe una gestazione molto complicata, con i continui tagli, pasticci e rimaneggiamenti dovuti alla censura dell’epoca, e soprattutto per il tema scottante dell’uccisione di una regina cattolica per ordine della protestante Elisabetta. Fu finalmente il 30 dicembre 1835 che la grande Maria Malibran  interpretò il ruolo della monarca scozzese nella prima esecuzione assoluta dell’opera.


Non solo dramma politico e religioso, ma soprattutto dramma d’amore nella visione del regista   Federico Bertolani, che interpreta il pensiero donizettiano sottolineando che è il cuore dello stesso uomo che unisce e divide inesorabilmente le due regine, il conte di Leicester, e la narrazione punta soprattutto sui sentimenti e gli stati d’animo delle due donne prima dell’esecuzione di Maria Stuarda. Una visione fosca, in cui il buio della scena creata da Giulio Magnetto fa da protagonista assoluto, quasi a riempire quel palco pressoché vuoto, in cui soltanto un cubo nero è presente al centro come simbolo della prigionia di Maria, dal primo all’ultimo atto, ad ossessionare Elisabetta, la regina empia, bastarda, in opposizione alla cugina bella, figlia legittima e amata da subito dal pubblico, ma soprattutto dal ‘suo’ Leicester. Cupi anche i costumi di Manuel Pedretti, con la sola eccezione di Maria in abiti bianchi che sottolineano il contrasto con la regina rivale.

Regina vera della serata è stata una straordinaria Mariella Devia, che padroneggia questo ruolo ormai da anni e possiede una naturale regalità che la consacra come una delle interpreti più adatte e di sicuro riferimento per il ruolo della sovrana di Scozia. La scena è in suo potere, così come rapito è  il pubblico in sala, che le ha tributato applausi lunghissimi dopo ogni esecuzione, specialmente per il duetto con Roberto e per quello ‘della confessione’ con Talbot. Un’Artista che padroneggia la sua voce a suo piacere, e se anche in alcuni passaggi si è mostrata più cauta del solito, forse dovuto anche ad un po’ di stanchezza, è stata capace di regalare ancora impressionanti acuti, virtuosistiche scale e pianissimo commuoventi, come solo una regina della lirica può fare.

La rivale Elisabetta d’Inghilterra è stata interpretata da Josè Maria Lo Monaco. La giovane cantante ha sicuramente interpretato il ruolo con generosità che è stata premiata dal pubblico, nonostante la sua voce non sembri propriamente adatta a questo tipo di personaggio, che in taluni momenti necessiterebbe di una maggiore scioltezza ed estensione tale da donare più carattere all'interpretazione.
Un buon Dario Schumunck ha reso il carattere del conte Roberto con presenza scenica ed una voce piuttosto in forma ieri sera, caratterizzata da un bel colore chiaro e una certa sicurezza esecutiva, anche nei passaggi più impervi della partitura.
Si è distinto positivamente Mirco Palazzi, che ha saputo rendere con efficacia il personaggio di Talbot sia vocalmente, grazie ad una voce corposa e ben gestita, che dal punto di vista interpretativo. Buona la prova di Diana Mian e Marzio Giossi, vocalmente adatti e ben calati rispettivamente nei ruoli di Anna Kennedy e del tesoriere Cecil.

Ad accompagnare la recita l’Orchestra ed il bravo coro del Bergamo Musica Festival. Il Maestro Sebastiano Rolli alla guida  ha offerto una direzione orchestrale ‘di cuore’ e stabilito un buon rapporto con musicisti e cantanti, cercando anche di mantenere certi suoni contenuti in modo da non sovrastare i cantanti sul palco.

Che il pubblico abbia apprezzato quanto visto lo si è evinto dai lunghissimi applausi al termine della rappresentazione, e dalle numerose richieste di bis alla protagonista. Una serata positiva per il Teatro Sociale di Rovigo che firma una bella collaborazione con il Bergamo Musica Festival Gaetano Donizetti.
MTG


LA PRODUZIONE
Maestro concertatore           Sebastiano Rolli
e direttore d’orchestra    
Regista                                   Federico Bertolani
Scene                                     Giulio Magnetto
Costumi                                 Manuel Pedretti
Light designer                       Claudio Schmid
Maestro del coro                   Fabio Tartari

GLI   INTERPRETI

Maria Stuarda                      Mariella Devia
Elisabetta                              Josè Maria Lo Monaco
Anna Kennedy                     Diana Mian
Roberto                                 Dario Schumunck
 Giorgio Talbot                     Mirco Palazzi
 Lord Guglielmo Cecil         Marzio Giossi

   
ORCHESTRA E CORO DEL BERGAMO MUSICA FESTIVAL
Nuova produzione e nuovo allestimento
Bergamo Musica Festival Gaetano Donizetti
e Teatro Sociale di Rovigo


MACBETH – GIUSEPPE VERDI, TEATRO G.B. PERGOLESI, JESI, venerdì 9 novembre 2012, ore 21,00



(replica domenica 11 novembre, ore 16.00)

La ricostruzione dell’impianto visivo e scenografico di Josef Svoboda, operata da Benito Leonori ci regala forse il più bello spettacolo di “Macbeth” che oggi si possa vedere in un Teatro.
E’ un’idea che gira attorno alla possibilità di “riflettere” sul palcoscenico non solo le normali azioni dei protagonisti ma anche, ed in modo efficacissimo e mirabile, i loro retropensieri, le loro frustrazioni, i loro sogni e le loro paure.


E’ un gioco di proiezioni, immagini riflesse, improvvisi chiaroscuri, effetti “onirici” con luci che dipanano improvvisamente, un vortice di emozioni che cattura l’osservatore dall’inizio alla fine.
La regia di Henning Brockhaus si sposa perfettamente con questo quadro facendo interagire i due protagonisti in una sorta di morboso rapporto di potere; quasi come se il trono e l’ambizione personale fossero un viatico ad una passione carnale tra i due.
Molto belli i costumi di Nanà Cecchi che richiamano un po’ lo stile ottocentesco dei samurai giapponesi stilizzandolo e rendendolo più adatto al contesto dell’opera Shakespeariana.
Uno spettacolo magnifico.

A tanta meraviglia visiva corrisponde una qualità musicale di livello straordinario.
Tutti debuttanti i protagonisti di questa produzione.
Luca Salsi centra il ruolo di Macbeth in modo praticamente perfetto; è una voce la sua usata con intelligenza, con tecnica di alta scuola; fraseggia, soffre, trema, palpita, scava il personaggio e rende ogni singola sfumatura di questo temibile ruolo. La voce è di bellissimo colore, proiettata in tutta la gamma con una sicurezza invidiabile e alla continua ricerca di suoni torniti e legati.
La perfida Lady Macbeth era Tiziana Caruso; impressiona subito per colore e volume. Una voce dal velluto molto particolare, compatta in tutti i settori e con una estrema facilità nel registro centrale. Le temibili arie sono risolte con disinvoltura e sicurezza tecnica. La voce corre torrenziale nella piccola sala del Teatro Pergolesi e l’interprete è sempre attenta alla ricerca di un “contatto” psicologico con il suo partner.

Mirco Palazziinterpretava il ruolo di Banquo. Bellissima voce la sua che, con un sostegno dei suoni pressoché perfetto, gli consente di essere un Artista di riferimento per questo ruolo. L’interprete è intelligente e rende le dolenti note dell’aria con perizia di colori e sfumature.
Non male i due tenori, il Coreano Thomas Yun regge piuttosto bene l’Aria di Macduff senza particolarmente impressionare; Dario di Vietri canta Malcom con il giusto slancio ma anche con qualche problemino di intonazione.
Bene i comprimari Miriam Artiaco come Dama, Carlo Di Cristoforo come Medico e Andrea Pistolesi nei brevissimi ruoli del Sicario, Araldo ed Apparizione.
Ottima la prestazione del Coro Lirico Marchigiano diretto da Pasquale Veleno.

Collante di tutta questa meravigliosa serata la direzione di Giampaolo Bisanti. La sua è una lettura tesa, asciutta, volta a creare la giusta tensione drammatica in ogni pagina senza mai scordare il palcoscenico. Era sempre con lo sguardo rivolto ai cantanti, pronto a sostenerli in ogni modo. Ha trovato accenti, colori, e atmosfere davvero notevoli riuscendo a creare una simbiosi con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana come raramente ci era capitato di ascoltare. Il gesto è fluido, chiarissimo e la ricerca di equilibri encomiabile. Alta scuola la sua. Alta scuola italiana.

Alla fine successo con punte di trionfo per i due protagonisti, per il direttore e per il regista; tutti con un pensiero rivolto a quel grande genio di Josef Svoboda che non è più tra di noi ma che ci ha lasciato in dono la sua arte con questi splendidi spettacoli.
La Fondazione Pergolesi Spontini è riuscita a mettere in scena un’opera che molti Enti Lirici ben più privilegiati non oserebbero tanto facilmente. Ne ha creato uno spettacolo che raramente si riesce a vedere in Teatro. Ha scritturato praticamente tutti Artisti Italiani, a dimostrazione che Lady, Banquo e Macbeth non bisogna cercarli per forza in terra russa o Europa dell’est ed ha scommesso sull’italianità per il più italiano dei compositori. Scommessa vinta. Senza dubbio. Complimenti!
MTG

LA PRODUZIONE

Direttore                    Giampaolo Maria Bisanti
Regia e luci                Henning Brockhaus
Scene                          Josef Svoboda
Costumi                     Nanà Cecchi
Coreografie               Maria Cristina Madau
Ricostruzione allestimento scenico Benito Leonori
Maestro del coro       Pasquale Veleno

FORM - ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA
CORO LIRICO MARCHIGIANO "V. BELLINI
"

GLI INTERPRETI

Macbeth                     Luca Salsi     
Lady Macbeth           Tiziana Caruso
Banquo                       Mirco Palazzi
Macduff                     Thomas Yun
Malcom                      Dario di Vietri
Dama                          Miriam Artiaco
Medico                       Carlo Di Cristoforo
Sicario, Araldo           Andrea Pistolesi
e Domestico  

in coproduzione con
FONDAZIONE TEATRO LIRICO G. VERDI DI TRIESTE
FONDAZIONE TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA
Nuovo allestimento







NUCCIO, FANALE, PETROVA, DI GIOIA E ARENA BRASS QUINTET AL SECONDO CONCERTO DI VERONA LIRICA, Teatro Filarmonico, Verona, domenica 04 novembre 2012, ore 16,30.


Per il secondo appuntamento con i suoi soci l’associazione Verona Lirica ha pensato ad un cast di giovani e promettenti cantanti, che hanno già all’attivo numerose esperienze nei più importanti teatri del mondo. Un teatro Filarmonico gremito di spettatori ha ospitato una serata ricca di emozioni, come sempre simpaticamente presentata da Davide Da Como. 


Ha aperto il concerto il baritono Donato Di Gioia, che ha sostituito Simone Piazzola indisposto ieri sera. Nell’arco della serata ha    interpretato:   ‘Ah, per sempre io ti perdei’,    dai Puritani di   Bellini, il duetto ‘Madamigella Valery’ col soprano Jessica Nuccio, da La Traviata di Verdi, l’aria della morte di Rodrigo dal  Don Carlo   di Verdi,   e ‘Vien Leonora’,  da La Favorita,  di Donizetti.    Il   pubblico ha apprezzato l’espressività del baritono, che ha ben scandito i testi ed offerto una prestazione canora ‘di cuore’. La sua voce si trova a suo agio soprattutto nelle note tendenti al registro tenorile, offrendo anche  un buon volume ed una buona tenuta vocale.

Il soprano palermitano Jessica Nuccio ha interpretato ‘Il sogno di Doretta’, da La Rondine di Puccini, sempre da La Traviata, l’aria ‘È strano…sempre libera’, applauditissima al termine, e Prendi, per me sei libero’, da L’elisir d’amore di Donizetti. Particolarmente notabile è l’espressività del suo volto mentre impersona le dame delle suddette arie. La giovane cantante offre a chi l’ascolta una mimica non indifferente che colpisce quanto la sua voce, molto acuta e fresca, che offre una buona potenza nelle note più alte, cantate con slancio, e che sta crescendo anche nelle note centrali.

 Il tenore Paolo Fanale ha regalato al suo pubblico l’aria ‘Una furtiva lagrima’ tratta ancora una volta da L’elisir d’amore, da Roméo et Juliette di Gounod ‘Ah leve toi soleil’, Che gelida manina’da La Bohéme di Puccini, e ‘Dalla sua pace’dal Don Giovanni di Mozart. Questo giovane cantante ha una spigliatezza non indifferente nell’interpretare arie difficili e si illumina quando si rivolge al pubblico. La sua voce ha un bel colore molto chiaro ed offre anche una potenza non trascurabile, nonostante la giovane età. Ma sicuramente crescerà ancora quanto a corposità ed agilità.

Il giovane mezzosoprano Olesya Petrova ha stupito il pubblico con la sua prima apparizione italiana. Ha interpretato ‘Acerba voluttà’ da Adriana Lecouvreur di Cilea, da Samson et Dalila di Saint-Saens ‘Mon coeur s’ouvre à ta voix’ e da Cavalleria Rusticana di Mascagni ‘Voi lo sapete o mamma’. Sicuramente è dotata di uno strumento vocale molto potente, pieno e morbido. Tende  ad assumere un suono più cupo e particolarmente scuro nelle note più gravi. Ben eseguiti i pianissimo, ha espresso il meglio della sua vocalità nel registro più acuto.
Degnamente accompagnati al piano gli artisti della serata da una eccellente Patrizia Quarta, che ha fornito in maniera brillante, puntuale e a dir poco ‘orchestrale’, ben più di una base per le arie ascoltate dal pubblico. Un piacere ascoltarla, oltre che vedere quanta passione esprime mentre sfiora o lambisce con intensità i tasti del suo strumento.

Ad integrare i momenti canori con i suddetti artisti, il simpatico e brillante quintetto di ottoni Arena Brass Quintet, che ha letteralmente intrattenuto gli astanti con brani tratti dalle colonne sonore del grande compositore Nino Rota ed altri ispirati al jazzista Henghel Gualdi, celebre in Italia soprattutto negli anni ’60-’70 per aver accompagnato con la sua band Louis Armstrong ai tempi della sua venuta nel nostro paese. Ben eseguito anche un brano da 'West side story' di Bernstein, per poi divertire con una commistione tra gospel e polifonia col brano ‘When the saints…hallelujah’, che unisce il tema del noto canto americano, con la celebre ‘Halleluljah’ di Händel. Molto applauditi per la pregevole esecuzione, hanno anche accompagnato ‘sonoramente’ gli artisti che lasciavano il palco al termine della serata.

Ospite speciale presente in sala il soprano Katia Ricciarelli, che è stata premiata per la sua carriera ed ha rivolto un saluto affettuoso e ricco di ricordi dei passati successi veronesi al suo pubblico. Premiati anche gli artisti che si sono esibiti con un ricordo della partecipazione, la serata è stata lungamente applaudita da un pubblico nuovamente soddisfatto. Per info sulle iscrizioni www.veronalirica.com
MTG 



LA WALLY – CATALANI, TIROLER LANDESTHEATER, INNSBRUCK, venerdì 02 novembre 2012, ore 19,30



 

Questa celeberrima opera di Alfredo Catalani fu composta tra il 1889 ed il 1891, ispirata al romanzo ‘Die Geier-Wally  di Wilhelmine von Hillern del 1875. Con libretto del grande Luigi Illica, oggi trova più facilmente collocazione nei teatri d’Oltralpe, piuttosto che in Italia. E proprio nel delizioso Tiroler Landestheater di Innsbruck è in programmazione questo dramma lirico, ambientato guarda caso in Tirolo, ove il compositore di Lucca si recò a suo tempo per meglio osservare gli usi e i costumi locali. Con  un buon successo andò in scena il 20 gennaio 1882 al Teatro alla Scala.

 
Il regista Johannes Reitmeier insieme alla drammaturga Susanne Bieler, ed allo scenografo Thomas Dörfler hanno creato una produzione moderna, ma mai in modo eccessivo, ove protagonista assoluto è il ghiaccio, con le sue lastre dai riflessi azzurrini che fanno da sfondo fisso, su cui si muovono elettronicamente i vari ambienti solo accennati, fatta eccezion per la casa dell’austero padre Stromminger, presente effettivamente nel primo atto. In ausilio alle scene fisiche, anche un video proiettore che sottolinea alcuni contenuti della trama. Del tutto di fattura tirolese anche i deliziosi costumi di Michael D. Zimmermann, che hanno ben vestito interpreti e coro, lasciando al pubblico la gioia di immergersi completamente nell’ambientazione locale.
Il soprano Susanna von der Burg ha il carattere ed il temperamento giusti per interpretare la volitiva figlia di Stromminger, Wally. La sua voce ha un ottimo volume, un timbro pieno ed è capace di ben sostenere le note più acute, unitamente ad una notevole grazia, richiesta nei momenti più delicati. La sua aria ‘Ebben? Ne andrò lontana’ ha strappato meritati applausi per convinzione,  capacità interpretativa, e per l’emozione che ha trasmesso. La sua scioltezza sul palco è stata particolarmente evidente anche nel secondo atto, durante la festa a Sölden, nella scena del bacio con Hagenbach.
Grandissimi applausi ha ricevuto Paulo Ferreira, al suo debutto nel ruolo di Giuseppe Hagenbach in questa produzione. La sua voce tenorile molto spinta ha entusiasmato il pubblico in sala, buone le doti attoriali, così come l’intesa col personaggio di Wally. Molto intensa la sua interpretazione nell’ultimo atto di ‘Oh! Come  furon lunghi i dì’e dell’aria Vieni vieni una placida vita in duetto con Wally, prima del tragico finale.
Una autentica ovazione ha accompagnato l’uscita sul palco di Susanne Langbein nei panni del claudicante amico Walter. Pur con qualche piccola pecca di pronuncia, la sua interpretazione ha convinto come la sua voce chiara ed acuta. Ben eseguita la ‘Canzone dell'edelweiss’ e molto buona è parsa la sua intesa in scena col soprano Susanna von der Burg.
 
Vincenzo Gellner aus Hochstoff è stato impersonato da Bernd Valentin. Il baritono ha ben interpretato l’uomo disperatamente innamorato e pronto a tutto, grazie anche alla sua voce che è in grado di produrre un colore chiaro/scuro molto interessante. Ben hanno figurato il vecchio padre Stromminger, Marc Kugel, anche se talvolta la sua voce è stata sovrastata dall’orchestra; Afra, ben cantata dal mezzosoprano Melanie Lang, dotata di una voce calda e molto disinvolta sul palco; e ben recitato e cantato anche il ruolo del soldato Johannes Wimmer, davvero simpatico in scena.
Particolarmente bravo il Coro del Tiroler Landestheater, che ha ben cantato con buona dizione ogni sua parte e prestato buona presenza scenica, coadiuvata dalla ricchezza dei costumi.
L’orchestra sinfonica tirolese di Innsbruck ha fornito una prestazione davvero pregevole sotto la direzione del bravo Maestro Vito Cristofaro. Il gesto è sicuro, molto chiaro, non ha bisogno di sbracciarsi tanto perché i suoi musicisti lo seguano. La buona acustica del teatro ha consentito di gustare a pieno le note dirette dal Maestro italiano con precisione e sensibilità nei quattro atti dell’opera. Omaggiato dal pubblico con molti applausi, ha salutato insieme al cast gli appassionati che per molti minuti hanno esternato la soddisfazione per aver assistito ad una bella produzione, in una magnifica serata tirolese.
MTG
 
 
LA PRODUZIONE
Regia                                     Johannes Reitmeier
Direttore d’orchestra           Vito Cristofaro
Scene                                     Thomas Dörfler
Costumi                                 Michael D. Zimmermann
Luci                                        Johann Kleinheinz
 
GLI INTERPRETI
 
Stromminger                         Marc Kugel
Wally                                     Susanna von der Burg        
Giuseppe Hagenbach           Paulo Ferreira
Vincenzo Gellner                  Bernd Valentin
Afra                                      Melanie Lang
Walter                                   Susanne Langbein  
Alter Soldat                           Johannes Wimmer
 
Chor des TLT & Extrachor des TLT

Tiroler Symphonieorchester Innsbruck

 
 
 
 

 

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DO RE MI …. PRESENTO – intervista a … FIORENZA CEDOLINS

Nei miei ricordi c'è il pubblico di tutto il mondo e l'affetto che può dimostrare!

Quando si pensa al nome di Fiorenza Cedolins, il cuore di tutti gli appassionati ed intenditori di Opera lirica sussultano. Un’artista straordinaria, nata in Friuli, la cui voce meravigliosa, sin dal suo debutto nel 1992 al Carlo Felice di Genova, ha conquistato i teatri e i critici di tutto il mondo e continua a riscuotere successi e ad ottenere trionfi memorabili ad ogni sua interpretazione. Diretta dai più grandi maestri della bacchetta, si muove in un repertorio operistico di ampio raggio e le sue incisioni discografiche sono innumerevoli. Coltiva svariati interessi e, tra un volo ed un altro verso altre spettacolari produzioni, si concede un po’ di tempo per rispondere alle mie domande con garbo, gentilezza, serenità, e tanta disponibilità

Come descriverebbe la Sua voce a chi non la conosce?

Potrei definirmi un soprano falcon, con propensione lirica, lirico - spinto ma con la capacità di modulare la voce dagli estremi pianissimo fino al pieno volume. Sufficiente coloratura ed estensione che mi consentono di affrontare il repertorio dal Belcanto Italiano alla Wagner. Prima regola nel mio modo di porgere: morbidezza unita a pienezza di suono.

Come descriverebbe gli inizi della Sua carriera e cosa l’ha portata a intraprenderla?

Molto difficile. In famiglia non esisteva nemmeno l'idea del professionismo artistico e i mezzi economici erano molto scarsi. Ho seguito semplicemente la mia vocazione ed il mio istinto. Grande fortuna: essere assunta nel Coro del Teatro Verdi di Trieste già a 21 anni. Da lì, e dagli altri Teatri dove ho prestato la mia collaborazione nel Coro, ho avuto ristoro economico fondamentale e insegnamento professionale insostituibile.

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FRESCHE NOTE - DVD - La Bohème, Salzburger Festspiele 2012, Salzburg



(Anna Netrebko · Piotr Beczala, Nino Machaidze · Massimo Cavalletti, Alessio Arduini · Carlo Colombara,   Wiener Philharmoniker · Daniele Gatti)

Questa nuovissima produzione andata in scena quest’estate tra luglio ed agosto a Salisburgo, sarà disponibile in DVD a partire dal prossimo mese di novembre sul mercato internazionale. Un allestimento scenico coloratissimo che vede la collaudata coppia artistica regista-costumista, Damiano Michieletto e Carla Teti, come ideatori di ambientazione e costumi assolutamente contemporanei, e naturalmente molto eccentrici, come ci hanno abituati da tempo. 

Qui i protagonisti delle lacrimevoli vicende bohémien sono dei giovani ragazzi dei nostri tempi, da jeans e maglietta, cappellini colorati, calze a rete, ecc. Le vicende si dipanano davanti ad una gigantesca finestra spalancata sul palco che fa da sfondo fisso, su cui si alternano man mano scatoloni, carrelli del supermercato, materassi colorati e oggetti vari. Oppure miniature di edifici parigini stilizzati, carte geografiche gigantesche, chioschetti ambulanti, e chi più ne ha ne metta. Il tutto in un profluire di colori e luci intense. A ciò si aggiunge un cast davvero stellare, che ha entusiasmato coloro che hanno goduto di questo spettacolo dal vivo: Piotr Beczala nei panni di Rodolfo, tenore che si è esibito in Europa e negli Stati Uniti sempre con grande successo, la diva Anna Netrebko, una Mimì intensa ed emozionante, che in questo ruolo sembra profondamente a suo agio, Massimo Cavalletti, Marcello, che ha lavorato in prestigiosi teatri internazionali, dalla Scala di Milano al MET di New York, nonché in Oriente; e Nino Machaidze, nel ruolo di Musetta, altra stella internazionale della lirica molto amata dal pubblico. A costoro si uniscono i bravi Alessio Arduini, ossia Schaunard, Carlo Colombara, alias Colline, Davide Fersini, che interpreta il padrone di casa Benoît, Peter Kálmán, Alcindoro, e Paul Schweinester, Parpignol. Artisti ben preparati, dotati di ottime capacità interpretative e canore, degnamente diretti dalla bacchetta del grande Daniele Gatti, alla guida dei Wiener Philharmoniker, i quali non hanno certo bisogno di presentazione.  Per chi fosse incuriosito da questo spettacolo innovativo ed originale,  e fosse interessato ad una Bohème diversa e fuori dagli schemi della tradizione scenica, è sicuramente un DVD da non perdere, ed aggiungere alla propria collezione.

MTG






RANCATORE E NANASI INAUGURANO LA STAGIONE SINFONICA AL TEATRO RISTORI, VERONA sabato 20 ottobre 2012, ore 20,00 (replica 21 ottobre alle 17,00)



Un prezioso scrigno musicale è sito nel cuore della città nota in tutto il mondo per la sua Arena: il Teatro Ristori. Da poco tornato a nuova vita, ha ospitato ieri sera il concerto inaugurale della stagione sinfonica dell’orchestra areniana, dopo il concerto di gala tenutosi la sera prima. Protagonisti il soprano Desirée Rancatore, ormai consacrata a livello mondiale tra le regine della lirica italiana, ed il direttore d’orchestra Henrik Nánásiche recentemente è stato nominato direttore musicale della Komische Oper di Berlino per la stagione 2012-13.


Il programma eseguito in serata ha previsto, nell’ordine: di Wolfgang Amadeus Mozart, arie da concerto per soprano e orchestra: ‘Et incarnatus est’, dalla Messa in do minore, e ‘Se tutti i mali miei’, tratta da Metastasio e scritta a soli 14 anni durante un soggiorno a Roma. Di Joseph Haydn, l’orchestra ha eseguito la Sinfonia n. 88, una delle composizioni che furono destinate al pubblico parigino, e nella seconda parte la Sinfonia n. 4 di Ludwig van Beethoven, non nota come le altre, ma che è considerata comunque una pagina musicale raffinata e di gradevole ascolto. Era prevista anche la splendida e difficile aria di Mozart ‘Ah, se in ciel, benigne stelle’, ma il pubblico è stato avvisato che per lieve indisposizione del soprano non sarebbe stata eseguita. 
Nonostante ciò, Desirée Rancatore ha fornito una performance pregevole ed è riuscita comunque a dar prova di grande padronanza tecnica, dominio della emissione vocale, evidenziando le varie sfumature del suo strumento e mostrando anche un colore ricco e corposo nel registro medio, nonché grande intensità nell’interpretazione. Anche in questo caso, il pubblico è rimasto molto colpito dalla sua performance ed ha continuato ad applaudire senza sosta tra una apparizione sul palco e l’altra.

Davvero in grande spolvero l’Orchestra dell’Arena di Verona, grazie anche alla conduzione del Maestro Henrik Nánási. Il direttore d’orchestra non lascia mai nulla al caso, accompagna le note in modo molto evidente ed il suo gesto è sempre ben recepito dai musicisti. Molto scenografico anche il suo modo di condurre, quasi a ‘danzare’ sulle note dei sommi Mozart,  Haydn e Beethoven,  ha regalato all’orchestra un colore ed una dinamicità di suoni squisiteLungamente applaudito, il maestro è stato chiamato più volte sul palco a raccogliere i frutti di quanto seminato.
Il teatro Ristori offrirà altri tre concerti dedicati a questi sommi esponenti del classicismo viennese fino a fine novembre. Poi la stagione proseguirà al Filarmonico.
MTG

FRESCHE NOTE – DON GIOVANNI, MOZART



(D'Arcangelo, PisaroniDamrau, DiDonato, Villazón, Erdmann, Mahler Chamber Orchestra, Nezét- Séguin)

In cofanetto da 3 CD, uscito lo scorso 7 settembre.
Questa registrazione in studio dell’opera di Wolfgang Amadeus Mozart che narra la parabola discendente, fino agli inferi, del famoso libertino, presenta un cast eccezionale formato da autentiche stelle della lirica internazionale.


Ildebrando d’Arcangelo, Don Giovanni, ha debuttato proprio con questa opera come vincitore del prestigioso concorso internazionale Toti dal Monte di Treviso, e ad oggi può vantare collaborazioni con i più grandi direttori d’orchestra del mondo. La tedesca Diana Damrau, nel ruolo di Anna, è un soprano di comprovata esperienza nei ruoli mozartiani, ed ha cantato nei più importanti teatri d’Opera internazionali; per non parlare dell’americana Joyce Di Donato, alias Elvira, vincitrice proprio quest’anno del prestigioso Grammy Award americano per la categoria Best Classical Vocal Solo.  Da notare anche la brava tedesca Mojca Erdmann, Zerlina, che ha debuttato l’anno scorso proprio in questo ruolo al MET di New York, nonché Luca Pisaroni e Rolando Villazón, rispettivamente nei ruoli di Leporello e Don Ottavio. Tutti dotati di bellissime ed interessanti voci, questi brillanti artisti ci regalano una buona prova canora e sono ben diretti dal giovane canadese Yannick Nézet-Séguin, che proprio questo mese è stato nominato direttore musicale della straordinaria Philadelphia Orchestra. Un cofanetto davvero interessante per godersi questo capolavoro del genio salisburghese in versione integrale.


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DO RE MI…PRESENTO – intervista a … AMARILLI NIZZA

'La famiglia è la mia base, il mio equilibrio'

Forse non tutti sanno che tra le antenate del soprano milanese Amarilli Nizza, vanto della lirica italiana in tutto il mondo, figura niente meno che la cantante che fu di ispirazione per Pyotr Ilyich Tchaikovskji ed amica dello Zar di Russia, Medea Mei Figner. Da lei ha certamente ereditato un talento straordinario, una presenza scenica impressionante, una voce ricca, piena, potente e tale da poter interpretare un vastissimo repertorio operistico. I teatri più importanti la cercano ed il pubblico la adora. Una persona molto disponibile e gentile, che tra un impegno e l’altro mi concede questa intervista con tanta simpatia e spontaneità.

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FRESCHE NOTE : AVI AVITAL - BACH, TRASCRIZIONI PER MANDOLINO



Questo giovane mandolinista nato a Beersheba, in Israele, ha anche un po’ di Italia nella sua formazione artistica. Perfezionatosi al conservatorio ‘Pollini’ di Padova infatti, si è già esibito sul nostro territorio nazionale, oltre che in ambiti internazionali di prestigio, in Europa e oltreoceano. Si è fatto apprezzare per la grande sensibilità musicale e perizia virtuosistica, unitamente allo straordinario modo in cui, col suo mandolino, riesce sempre a regalare al pubblico momenti di vera poesia in note. È stato anche nominato come miglior solista ai prestigiosi Grammy Awards americani nel 2010. In questo CD, uscito il 4 settembre in Italia, Avi Avital interpreta alcuni capolavori di Johan Sebastian Bach trascritte per le corde del suo mandolino. Anche in questo caso, la sua tecnica è davvero notevole, intensa è l’interpretazione, davvero godibile il risultato.


BRANI:

di Johann Sebastian Bach (1685-1750)

1. Conc. per clavic..: BWV 1052 in re min. 1 Allegro   2 Adagio   3 Allegro
 Mandolino: Avi Avital  – Orchestra: Kammerakademie Potsdam 

2. Conc. per clavic..: BWV 1056 in fa min.  1 Allegro moderato   2 Largo   3 Presto
Mandolino: Avi Avital  – Orchestra: Kammerakademie Potsdam

3. Conc. per vl.: BWV 1041 in la min.   1 Allegro   2 Andante   3 Allegro assai
Mandolino: Avi Avital  – Orchestra: Kammerakademie Potsdam

4. Son. per fl. e b.c.: BWV 1034 in mi min.1 Adagio ma non troppo. 2 Allegro. 3 Andante. 4 Allegro
Mandolino: Avi Avital – Tiorba: Ophira Zakai  - violoncello: Ira Givol -  clavicembalo: Shalev Ad-El








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DO RE MI…..PRESENTO – intervista a DESIRÉE RANCATORE

‘Sono grata al pubblico che mi sostiene ogni giorno’.

Se la storia dell’Opera del nostro paese ha potuto da sempre annoverare grandi personaggi tra le cantanti liriche, un nome che sicuramente fulgido risplende oggi nel firmamento delle nostre stelle operistiche è quello dell’incredibile soprano Desirée Rancatore. Le acrobazie della sua voce fanno sognare gli appassionati melomani, ed i suoi innumerevoli successi sono ormai storici, difatti ha cantato nei più importanti teatri del Mondo. Una persona che rispecchia a pieno la sua città d’origine, Palermo: solare, allegra, che ama stare con la gente e non si risparmia nell’arricchire le risposte con dovizie di particolari ed aneddoti simpatici. Un vero piacere ascoltarla, oltre che sul palco, anche nella vita di tutti i giorni.

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FRESCHE NOTE - VALENTINA LISITSA, LIVE AT THE ROYAL ALBERT HALL (19 giugno 2012)



Questa talentuosa pianista ucraina ha iniziato a suonare il pianoforte quasi in fasce ed ha eseguito il suo primo concerto solistico alla sorprendente età di quattro anni. Ha studiato al conservatorio di Kiev e vinto numerosi premi che ne sanciscono l’abilità tecnica ed interpretativa. In questo nuovo CD, uscito lo scorso 17 luglio, viene proposto lo straordinario concerto tenutosi a Londra il 19 giugno nella prestigiosa Royal Albert Hall, con una serie incredibile di brani celebri dei più grandi compositori dal ‘700 al ‘900. Per chi vuole gustare ex novo la magia della serata e per chi vuole riviverla, un disco imperdibile.


BRANI:

1.  Preludi op.23: n. 5 in sol min.
Sergei Rachmaninov (1873-1943)
2. Bagatelle: WoO 59 in la min. "Per Elisa"
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
3.  Grandi studi da Paganini S.141: n. 3 La campanella in sol diesis min.
Franz Liszt (1811-1886)
4.  Preludi op.32: n. 5 in sol magg.
Sergei Rachmaninov (1873-1943)
5.  Notturni: n. 2 in mi bem. magg. op.9/2
Frédéric Chopin (1810-1849)
6.  Poèmes per pf.: op.32 n. 1 in fa diesis magg.
Alexander Scriabin (1872-1915)
7.  Poèmes per pf.: op.32 n. 2 in re magg.
Alexander Scriabin (1872-1915)
8.  Preludi op.32: n.12 in sol diesis min.
Sergei Rachmaninov (1873-1943)
9.  Son. per pf.: n.14 in do diesis min. op.27/2 "Chiaro di luna"
   1 Adagio sostenuto
   2 Allegretto e trio
   3 Presto agitato
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
10.  Preludi op.32: n.10 in si min.
Sergei Rachmaninov (1873-1943)
11.  Notturni: n.13 in do min. op.48/1
Frédéric Chopin (1810-1849)
12.  Studi da concerto (1848): n. 3 Un sospiro
Franz Liszt (1811-1886)
13.  Studi op.42: n. 3 in fa diesis min.
Alexander Scriabin (1872-1915)
14.  3 Sogni d'amore op.62 S.541 (Liebesträume): n. 3 in la bem. magg. (O lieb, so lang)
Franz Liszt (1811-1886)
15.  Etudes-Tableaux op.39: n. 6 in la min.
Sergei Rachmaninov (1873-1943)
16.  Notturni: n. 8 in re bem. magg. op.27/2
Frédéric Chopin (1810-1849)








silvia_dalla_benetta

DO, RE, MI..PRESENTO – INTERVISTA A SILVIA DALLA BENETTA

‘Canto perché amo cantare…’.

Non c’è frase più azzeccata per comprendere una persona davvero speciale che ha conquistato e conquista continuamente il cuore di centinaia di persone ogni volta che sale su di un palcoscenico. Silvia Dalla Benetta, soprano vicentino, è una delle più apprezzate cantati d’Opera che il nostro paese possa vantare in tutto il mondo attualmente. Reduce dai successi di Traviata a Torre del Lago e precedentemente a Firenze, ci concede il suo tempo tra un impegno e l’altro della sua vita più che frenetica, come capita spesso ad artisti del suo calibro. È in grado di mettere subito a proprio agio l’interlocutore con cui si trova, è una persona davvero genuina e spontanea, come se ne trovano gran poche al giorno d’oggi. In un’atmosfera molto amichevole risponde con scioltezza a tutte le domande con spontaneità e semplicità, sempre ricca di particolari e molto serenamente, anche tra una risata e l’altra, a seconda dell’argomento trattato.

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