‘Versione Milano’
Opera in quattro atti su libretto di Achille De Lauzières e Angelo Zanardini tratto dall’omonima tragedia di Friedrich Schiller
Nasce da Modena, in collaborazione con i teatri di Piacenza, Reggio Emilia e Rimini, lo spettacolo che riporta alla luce e rinfresca l’allestimento del 2012 che ci preparava al bicentenario dalla nascita del suo compositore. Allora fu portata in scena la versione modenese in cinque atti, giustamente giocando in casa, ma si è ritenuto opportuno variare in questa occasione e portare in scena la versione in quattro atti ‘Milano’.
Joseph Franconi-Lee si avvale della collaborazione di Alessandro Ciammarughi per definire uno spettacolo di stampo piuttosto tradizionale visivamente, che rispecchia il libretto e l’epoca, senza quei fastidiosi sconvolgimenti di trama e contenuti, non sempre sensati, che talvolta ci capita di affrontare in teatro. Invece qui ci troviamo esattamente dove ci aspettiamo che si svolga l’azione, ossia partendo e ritornando dal chiostro del Convento di San Giusto con il monumento della tomba di Carlo V, che sembra vegliare sui protagonisti per tutto il tempo, passando man mano per i vari luoghi della vicenda, con fondali dalle prospettive intelligenti (se pur difficili da apprezzare per chi come noi era seduto più lateralmente), e diversi elementi architettonici aggiunti, che hanno reso perfettamente l’idea delle atmosfere, del periodo storico e, grazie alle luci di Claudio Schmid, anche di certi stati d’animo, enfatizzati da ciò che veniva sottolineato con colori particolarmente scuri oppure cangianti. Uno spettacolo fruibilissimo e tanto apprezzato da tutti. In linea con quanto circondava i protagonisti gli splendidi e ricchi costumi sempre curati da Ciammarughi.
Jordi Bernàcer ha fatto da collante allo spettacolo in un continuum con tutti gli interpreti ed il coro, dirigendo l' Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini con ampio respiro per una partitura immensa, ricca, piena di colpi di scena sonori che tengono incollate ed attente le persone che ascoltano. Il ritmo è incalzante ma mai bandistico, il feeling con gli interpreti ben saldo anche nel riportare ‘l’ordine’ quando occorre, il colore di ciò che si ascolta è vario atto dopo atto.
Così gli interpreti hanno potuto esprimersi in modo appropriato sul palco centrando tutti da attori consumati l’immersione totale nei rispettivi ruoli.
Michele Pertusi è un meraviglioso Filippo II: la voce è ben salda e misurata nella profondità dei suoi accenti, il ruolo centrato con piena intensità e partecipazione; per lui un trionfo unanime. Generoso e puntuale l’Infante di Spagna, un Piero Pretti disinvolto, attento e concentrato nella parte cantata con accuratezza, bel fraseggio e grande coinvolgimento emotivo. Stesso dicasi per la Elisabetta di Anna Pirozzi: generosa, accorata, interpretata con voce limpida che arriva dove deve con grande potenza o meravigliosi filati precisi e stabili. Ben interpretato anche il marchese di Posa di Ernesto Petti: una voce sicura e ben calibrata dal color vellutato e con la giusta emissione che la rende ben sonora ed efficace. La Eboli di Teresa Romano ha certamente il sangue che spinge con forza una voce dirompente dal colore fumoso ed accattivante, che paradossalmente apprezziamo di più quando sale e si apre ad un suono più fresco e brillante, rispetto al suono più cupo e marcato di quando scava negli abissi della sua tessitura. Austero e vigoroso Ramaz Chikviladze nell’imponente ruolo del Grande Inquisitore. Ricordiamo che il Frate è statoAndrea Pellegrini, Tebaldo, il paggio di Elisabetta ed anche ‘Una voce dal cielo’ è stata una buona Michela Antenucci, il Conte di Lerma e l'Araldo reale sono stati interpretati da Andrea Galli.
Generoso il contributo del Coro Lirico di Modena preparato da Giovanni Farina.
Trionfo per tutti gli interpreti con tante chiamate alla ribalta e diversi minuti di applausi per apprezzamenti quasi da stadio, da parte di un pubblico fin troppo entusiasta, anche durante lo spettacolo.
Maria Teresa Giovagnoli
PRODUZIONE E INTERPRETI
Direttore Jordi Bernàcer
Regia Joseph Franconi-Lee
Regista collaboratore e movimenti scenici Daniela Zedda
Scene e costumi Alessandro Ciammarughi
Luci Claudio Schmid
Assistente ai costumi Letizia Parlanti
Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini
Coro Lirico di Modena
Filippo II re di Spagna Michele Pertusi
Don Carlo, infante di Spagna Piero Pretti
Elisabetta di Valois Anna Pirozzi
Rodrigo, marchese di Posa Ernesto Petti
Il grande Inquisitore Ramaz Chikviladze
Un frate Andrea Pellegrini
Tebaldo, paggio di Elisabetta e Una voce dal cielo Michela Antenucci
La principessa Eboli Teresa Romano
Il Conte di Lerma e L’araldo reale Andrea Galli
Maestro del Coro Giovanni Farina
Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Galli di Rimini
Allestimento Teatro Comunale di Modena
Illustrazione manifesto Fabian Negrin
FOTO ROLANDO PAOLO GUERZONI
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