DER FLIEGENDE HOLLÄNDER , R. WAGNER - TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, RECITA DEL 4 LUGLIO 2023

DSC3827

Nuova produzione del Teatro la Fenice di Venezia di "Der Fliegende Holländer" dopo 28 anni di assenza, nella città italiana che Wagner ha più  amato (assieme a Palermo) e nella quale morì nel 1883.

Un'assenza molto lunga, ingiustificata se si pensa al legame di questa città con la storia e la vita del compositore, che ha visto una compagnia di canto di primo livello, in una produzione registica non particolarmente interessante.

Poche idee e molto confuse quelle messe in campo dal regista polacco Martin Lakomicki che ci ha proposto l'ennesima serata di Regietheater un po' ammuffito, annacquato in una salsa dal sapore stantio. Se l'idea iniziale del conflitto tra uomo e donna poteva risultare interessante, lo sviluppo nel corso dello spettacolo si è sbriciolato in una noiosa staticità che ha messo a nudo una incapacità di fondo nel venirne a capo. Abbiamo rivisto per l'ennesima volta l'idea originalissima (40 anni fa) dei doppi dei protagonisti, dove soprattutto nell'ultimo atto aggiungono confusione ad una incomprensibile idea che vorrebbe esaltare l'incomunicabilità tra le persone. Ciliegina sulla torta, l'omicidio (suicidio?) di Erik e conseguente lavaggio purificatore del sangue versato da parte di Senta (o del suo doppio). Sipario.

Il versante musicale ha visto il trionfo in scena (per l'ultima volta, purtroppo) della Senta di  Anja Kampe. voce d'acciaio, penetrante e ampissima tutta tesa a scandagliare i conflitti e le passioni del suo personaggio.

La sua ballata del secondo atto ci resterà impressa per coerenza drammatica e purezza di suono  La Kampe non si limita a cantare e bene tutte le note e senza il minimo sforzo ma interpreta, ripensa, affonda quasi, in una interpretazione di primo piano che la fanno entrare a pieno titolo nell'Olimpo dei veri cantanti wagneriani.

Samuel Youn non possiede il tonnellaggio vocale richiesto per il ruolo dell'Olandese ma, aiutato dall'acustica del teatro, tratteggia il personaggio con la giusta dose di sofferenza e dignità richiesta dalla partitura risultando infine più che credibile.

Toby Spence è un Erik finalmente “in parte”, non più il solito “heldentenor” in disarmo che di solito troviamo in questo ruolo, ma un cantante che possiede la virtù di una scansione sia ritmica che verbale assolutamente credibile.

Leonardo Cortellazzi (Steuermann) è stato la seconda splendida sorpresa della serata. Voce fresca, giovane, si conferma ottimo cantante, in virtù di una voce incline alla liricità ma potente e virile che gli consente di regalarci una encomiabile prestazione da vero liederista ricordandoci come la canzone del giovane nostromo sia una delle tante intrusioni nel Lied nel teatro wagneriano.

Preciso e magnificamente in parte anche il burbero Franz Josef Selig come Daland, come pure la Mary dalla petulante vocalità di Annely Peebo.

La direzione musicale di Markus Stenz si smarca dalla tradizione esecutiva volitiva e austera alla quale siamo abituati, cercando costantemente una febbricitante sensualità di suono veramente interessante. L'orchestra gioca un ruolo preponderante, ma non soffoca mai la centralità dei personaggi, creando un clima livido, sospeso, inquieto.

Suggestioni e  assonanze che alimentano una chiave di lettura persuasiva e penetrante fatta propria anche dall'orchestra, che ha saputo rispondere alla sfida con estrema professionalità e ai 2 Cori ( quello della Fenice e il Taras Shevchenko National Academic Opera preparati rispettivamente da Alfonso Caiani e Bogdan Plish) che hanno offerto una prestazione perfetta e limpidamente consapevole delle proprie capacità e possibilità.

Successo vivissimo per tutti gli interpreti in scena, con punte di entusiasmo per Anja Kampe al termine, da parte di un teatro esaurito in ogni ordine di posti.

 

Pierluigi Guadagni

 

LA PRODUZIONE E GLI INTERPRETI

 

Direttore        Markus Stenz

Maestri dei Cori        Alfonso Caiani, Bogdan Plish

Regia          Marcin Łakomicki

Scene           Leonie Wolf

Costumi         Cristina Aceti

Light designer           Irene Selka

 

Daland           Franz-Josef Selig

Senta Anja Kampe

Erik    Toby Spence

Mary Annely Peebo

Der Steuermann       Leonardo Cortellazzi

Der Holländer           Samuel Youn

 

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice con la partecipazione del Coro Taras Shevchenko National Academic Opera and Ballet Theatre of Ukraine

Nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice

FOTO MICHELE CROSERA