Torna anche in questo 2024 all'Arena di Verona il brillante spettacolo de "Il Barbiere di Siviglia" di Gioachino Rossini, con la notissima regia bucolica di Hugo De Ana ed il suo giardino gigante che, nonostante i segni del tempo, continua a regalare rappresentazioni dinamiche, fantasiose e grazie all’estro degli interpreti con più di uno spunto per sorridere.
Fresca e frizzante per tutti l’energia in scena, con un cast affiatato che brilla soprattutto per capacità attoriali. René Barbera è un Conte d'Almaviva dalla voce luminosa che certo cattura l'essenza del giovane innamorato. Magari non agilissimo nei passaggi più impervi, ma il suo strumento si dimostra sempre docile e perfetto nel contesto. Mattia Olivieri è un Figaro giovanile, che offre una interpretazione soprattutto baldanzosa ed incline allo scherzo. La voce è altrettanto fresca, non ancora rotonda e potente, ma si evince una maturazione in corso ed una sicurezza che vien mostrata man mano che lo spettacolo si sviluppa. Assolutamente magnifico Paolo Bordogna come Bartolo: l’esperienza, la presenza scenica, lo humour naturale che adatta il libretto al siparietto del momento; Bordogna ha offerto un personaggio completo, combinando abilità vocale con una comicità naturale nel ruolo dell'anziano tutore ostinato. Felicissimi di aver ascoltato Vasilisa Berzhanskaya come di Rosina: la Berzhanskaya ha brillato in scena mostrando una voce calda e flessibile, dalle agilità perfette. La sua interpretazione è stata piena di sfumature, rendendo il personaggio vivace e astuto. Roberto Tagliavini ha portato in scena un Basilio autoritario e corretto, anche lui trascinato dal vortice brioso dei compagni di palco. Molto bene anche la Berta di Marianna Mappa, Nicolò Ceriani nel doppio ruolo di Fiorello/Ambrogio e Domenico Apollonio come ufficiale.
George Petrou ha guidato l'orchestra con precisione mantenendo un giusto equilibrio tra le sezioni orchestrali e i cantanti. L’orchestra ormai va sicura sulle note del pesarese esaltando costantemente la leggerezza e il brio della partitura, senza mai perdere di vista la profondità musicale dell'opera.
Leda Lojodice ha curato le coreografie con momenti di danza che hanno coinvolto il pubblico e fatto da cornice agli eventi narrati. Il coro si fa protagonista anche in questa occasione, preparato come sempre da Roberto Gabbiani.
Pubblico non numerosissimo, ma festante e stupito come sempre all’accensione dei fuochi d’artificio sul finale.
Maria Teresa Giovagnoli
PRODUZIONE E INTERPRETI
Direttore d'orchestra George Petrou
Regia Hugo De Ana
Costumi Hugo De Ana
Coreografia Leda Lojodice
Maestro del coro Roberto Gabbiani
Il Conte d’Almaviva René Barbera
Bartolo Paolo Bordogna
Rosina Vasilisa Berzhanskaya
Figaro Mattia Olivieri
Basilio Roberto Tagliavini
Berta Marianna Mappa
Fiorello/Ambrogio Nicolò Ceriani
Un ufficiale Domenico Apollonio
Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici della Fondazione Arena di Verona
Coordinatore del Ballo Gaetano Bouy Petrosino
Direttore Allestimenti scenici Michele Olcese
Basso continuo: George Petrou (fortepiano), Sara Airoldi (violoncello) Chitarra Cristiano Alasia
FOTO ENNEVI
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