Questa stagione all’Arena di Verona si sta rivelando ricca di eventi carichi di emozione e dal tutto esaurito, grazie anche ai protagonisti che popolano di volta in volta il palcoscenico dell’antico anfiteatro. È la volta del maestro Ezio Bosso nell’arduo compito di dirigere i mastodontici Carmina Burana di Carl Orff. L’ acclamato musicista si è reso noto al pubblico dei più grazie al Festival della canzone italiana di Sanremo e registra un numero foltissimo di ammiratori tanto tra gli appassionati di musica quanto tra coloro che ne riconoscono il valore sociale. I numeri parlano chiaro: quattordicimila spettatori hanno acclamato a più riprese il beniamino della serata tributandone un successo strepitoso, con ovazioni continue e l’immancabile bis di ‘O fortuna’. Testimone ed ambasciatore dell’Associazione Mozart14, fondata nel 2014 per continuare l’opera benefica del grande Maestro Claudio Abbado, aiuta bambini e ragazzi che sono purtroppo affetti da gravi problemi di salute a causa di disabilità fisiche o percettive, grazie al potere della musica che con delle attività mirate di musicoterapia e laboratori di canto corale, è fonte di speranza non solo nei reparti pediatrici egli ospedali, ma anche nei carceri minorili.
Lo spettacolo proposto dalla Fondazione Arena con l’impianto di luci di Paolo Mazzon ripete complessivamente quelli precedenti del 2014 e 2015, con la luna proiettata sulle gradinate alle spalle del coro, i fasci luminosi che cambiano colore a seconda dei versi, ed i fuochi d’artificio della prima edizione a suggellare una serata di festa. Questi canti dal sapore medioevale ma scritti negli anni Tranta del Novecento compongono uno dei pezzi più amati ed ascoltati dal grande pubblico e spesso si rischia di fraintenderne le intenzioni e di eseguirle in modo bandistico e festaiolo. La storia dei clerici vagantes è ormai ben nota, come lo sono anche i contenuti delle liriche ispirate alla natura, all’amore, alla vita e naturalmente alla sorte (fortuna), il brano più conosciuto. Ezio Bosso ha lavorato a lungo con i cantanti ed i professori d’orchestra nei giorni precedenti il concerto, in modo da poter innanzitutto trovare una chiave interpretativa comune e genuina che non tradisse l’originalità della composizione, prima con i solisti e poi con tutti gli elementi assieme. Dobbiamo sottolineare anche il lavoro del Maestro del coro Vito Lombardi che ha sostenuto il Direttore e lo ha in un certo senso alleggerito della guida della compagine corale, potendosi concentrare maggiormente sull’orchestra. Dunque orchestra davanti con i solisti guidati dal Maestro Bosso ed il coro in alto alle spalle col Maestro Lombardi vigile condottiero.
Il lavoro del direttore è stato principalmente preparatorio e storico potremmo dire, improntato sul significato delle parole cantate per poter meglio esprimere quanto scritto, nonché un attento lavoro sulla interpretazione stilistica, soprattutto dei solisti. Raffaele Pe, Ruth Iniesta e Mario Cassi sono stati i protagonisti solisti di questa edizione. Pe ritorna con successo a dimostrare quanto la sua voce perfettamente proiettata in avanti e dal timbro magnificamente contro tenorile sia adatta a questo tipo di repertorio; la Iniesta offre una voce quasi angelica che canta generosa ed in armonia con l’orchestra; meno a fuoco Mario Cassi che di per sé ha una voce bellissima, ma poco duttile per i difficilissimi sali scendi sul rigo che è qui costretto ad effettuare e molto meno udibile sui gravi. Il coro della Fondazione Arena è arricchito dai bravissimi ragazzi di ben due cori: l’A.d’A.MUS. preparato da Marco Tonini ed il coro A.LI.VE preparato da Paolo Facincani. Il coro areniano qui mostra una potenza ed una ricchezza di voci che già conoscevamo ed oltre ad apprezzarlo nelle produzioni operistiche, come abbiamo ripetuto più volte si fa valere soprattutto quando può concentrarsi sul canto e cantare in formazione compatta, laddove le diverse timbriche creano un unicum interessante e ricco di colori. L’orchestra della Fondazione Arena è stata diretta soprattutto con un cuore immenso da parte del Maestro Bosso. Una direzione vibrante ed appassionata da parte di chi, visibilmente commosso e davvero compartecipe delle ‘peripezie’ musicali che questo colosso offre, nonostante le comprensibile difficoltà fisiche, invia un messaggio di gioia che è arrivato al pubblico forte e chiaro. È la ‘sua’ direzione, che guarda molto al feeling e che si avvale della grande preparazione della stessa orchestra e che piace, appassiona e spinge chi esegue. Qualche ridondanza sonora ci è parsa dalla parte degli ottoni, ma non siamo certi se potesse dipendere da uno strano riverbero dalla nostra posizione oppure proprio da qualche problemino di parte della sezione.
Tra fuochi d’artificio, applausi duraturi e standing ovation il Maestro ha anche annunciato che dirigerà l’anno prossimo la Nona sinfonia di Beethoven proprio in Arena.
Maria Teresa Giovagnoli
LA LOCANDINA
Direttore d'orchestra Ezio Bosso
Maestro del Coro Vito Lombardi
Lighting Designer Paolo Mazzon
Orchestra e Coro dell'Arena di Verona
Soprano Ruth Iniesta
Controtenore Raffaele Pe
Baritono Mario Cassi
Coro di Voci bianche A.d’A.MUS. diretto da Marco Tonini
Coro di Voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani
TESTO: Fortuna Imperatrix Mundi 1. O Fortuna 2. Fortune plango vulnera I. Primo vere 3. Veris leta facies 4. Omnia sol temperat 5. Ecce gratum Uf dem anger 6. Tanz 7. Floret silva nobilis 8. Chramer, gip die varwe mir 9. Reie 10. Were diu werlt alle min II. In Taberna 11. Estuans interius 12. Olim lacus colueram 13. Ego sum abbas 14. In taberna quando sumus |
III. Cour d'amours 15. Amor volat undique 16. Dies, nox et omnia 17. Stetit puella 18. Circa mea pectora 19. Si puer cum puellula 20. Veni, veni, venias 21. In truitina 22. Tempus est iocundum 23. Dulcissime Blanziflor et Helena 24. Ave formosissima Fortuna Imperatrix Mundi 25. O Fortuna |
FOTO ENNEVI
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