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DAS LIED VON DER ERDE, GUSTAV MAHLER - TEATRO OLIMPICO DI VICENZA, SABATO 7 SETTEMBRE 2024

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Sinfonia per contralto, tenore e orchestra

Versione cameristica di Arnold Schönberg e Rainer Rehn
Testi di Hans Bethge da Die Chinesische Flöte

Sempre più alta la qualità degli spettacoli offerti dal Festival Vicenza in Lirica, manifestazione giovane ma con già tanta esperienza alle sue spalle e successi progressivamente crescenti. Sabato scorso abbiamo ascoltato "Das Lied von der Erde" (Il canto della terra) di Mahler: una sinfonia-ciclo di canzoni composta tra il 1908 e il 1909. È una delle sue opere più emblematiche, ove gli elementi di lied e sinfonia, tanto cari all’autore, si combinano perfettamente.

Mahler compose "Das Lied von der Erde" durante un periodo particolarmente difficile della sua vita. Nel 1907, perse sua figlia primogenita, Maria, e scoprì di avere una malattia cardiaca incurabile. Questi eventi lo portarono a riflettere sulla fragilità della vita, il che si trasmette profondamente nell'opera, che nei suoi sei movimenti esplora temi come la caducità, la bellezza della natura, la giovinezza e la morte. Basato su una raccolta di poesie cinesi della dinastia Tang, tradotte in tedesco da Hans Bethge nella raccolta "Die chinesische Flöte", Mahler selezionò appunto sei poesie per adattarle alle sue esigenze musicali.  "Das Lied von der Erde" esplora dunque i grandi temi della vita e della morte, della transitorietà dell'esistenza, del rapporto dell'uomo con la natura e con il ciclo naturale di rinascita e morte. È un'opera che trascende la disperazione personale di Mahler per abbracciare una visione più ampia e universale dell'esistenza umana.

L'orchestra impiegata è costituita dall’Ensemble strumentale dei Conservatori “Arrigo Pedrollo” di Vicenza e “Lucio Campiani” di Mantova diretta per l’occasione dal Maestro Marco Tezza, che ha chiaramente preparato nei minimi dettagli l’esecuzione mostrando di essere direttore di grande carisma e sensibilità. Il suono che si ascolta è  variegato, utilizzando i colori orchestrali con grande raffinatezza, spesso preferendo delicatezza e trasparenza, in particolare nei movimenti più intimi come l’ultimo, "Der Abschied". Le voci soliste sono messe in risalto in ogni intervento senza che l’orchestra perda mai di mordente, alternandosi in modo che ognuna possa esprimere una parte del viaggio emotivo dell'opera.

Così Laura Polverelli  ha potuto esprimere con la sua vocalità scura ed avvolgente i temi trattati con intensità e grande partecipazione, tanto quanto il tenore Joseph Dahdah che grazie alla sua voce strepitosa e ad una interpretazione convincente, ha saputo trascinare chi ascoltava nel vortice delle sensazioni  altalenanti della composizione.

Pubblico davvero felicissimo per quanto ascoltato, il Festiva continua fino al 15 settembre con un appuntamento speciale ad ottobre.

Maria Teresa Giovagnoli


LOCANDINA
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Laura Polverelli mezzosoprano
Joseph Dahdah tenore

Marco Tezza direttore

Ensemble strumentale* dei Conservatori “Arrigo Pedrollo” di Vicenza e “Lucio Campiani” di Mantova

Paolo Ghidoni violino di spalla
Rachele Rossignoli 2° violino
Alessandro Gasparini viola
Alfredo Mendez violoncello
Matteo Spaggiari contrabbasso
Martina Bezzan flauto
Daria D’Onofrio oboe
Tommaso Sanson clarinetto
Alberto Dal Martello fagotto
Michele Orlando corno
Filippo Bazzani fisarmonica
Fabrizio Malaman pianoforte
Anna Panozzo celesta
Marco Costantini – Vittorio Ponti percussioni

Maestri preparatori
Mo. Paolo Ghidoni archi
Mo. Franco Poloni fiati
Mo. Mario Milani fisarmonica
Mo. Saverio Tasca percussioni
Mo. Fabrizio Malaman collaboratore al pianoforte

Foto Edoardo Scremin