Nell’anno pucciniano finalmente possiamo assistere, in onore del compositore e per ricordare degnamente la sua scomparsa cento anni fa, alla rappresentazione del Trittico nella sua forma completa e naturalmente, immaginando la profusione di produzioni in atto in giro per il mondo, i registi cercano idee nuove e particolari che possano colpire, e spesso stupire il pubblico. La sua passione per Dante Alighieri ed il richiamo diretto al poeta nello Schicchi hanno portato il regista Pier Francesco Maestrini a pensare uno spettacolo idealmente collegato alla Divina Commedia, che partisse dall’Inferno del Tabarro, passasse per il Purgatorio di Suor Angelica e trovasse in qualche modo il Paradiso perduto in Gianni Schicchi. Per la verità quello che balza all’occhio ed allo spirito di chi osserva è un senso di angoscia diffuso dalla prima all’ultima tranche di spettacolo. Il led-wall che incornicia il palcoscenico è pregno di immagini di sofferenza, di paesaggi infernali e bui, di anime desolate in perpetua dannazione. Tutte e tre le ambientazioni portano ad un sentimento di profonda pena per i protagonisti in scena, tutti considerati come ormai defunti e pronti a rivivere per un momento mentre narrano la loro triste vita colpevole, come le anime che Dante incontra nel suo viaggio con Virgilio.
Sul podio dell’Orchestra del TCBO il Maestro Roberto Abbado ha raccolto in ognuno dei tre atti unici lo spirito profondo che permea la partitura. Ne Il Tabarro l’orchestra riflette l'oscurità e il senso di tragedia imminente. La direzione è densa ed enfatizza i timbri scuri per creare un'atmosfera di tensione e malinconia. Per Suor Angelica il suono diventa più lirico e contemplativo, con una forte sottolineatura di suoni morbidi e fluidi che evocano il senso di sacralità del convento. Infine la leggerezza dello Schicchi è sottolineata da una direzione frizzante, con ritmi energici che enfatizzano gli effetti comici e parodistici dello spettacolo.
Alhambra Superchi ha preparato lo splendido Coro di Voci Bianche del Tcbo. L'ottimo Coro del Comunale è istruito da Gea Garatti Ansini.
Dispiace notare come già in precedenza l’acustica del Nouveau non sia affatto ‘amica’ dei cantanti, che se non dotati di voci particolarmente possenti faticano e non poco ad ‘uscire’ dal palco per proiettarsi in sala, ahinoi totalmente coperte nei momenti più concitati, nonostante il suono dell’Orchestra sia sempre appropriato nei vari contesti.
Nel profondo e oscuro Tabarro ove sullo sfondo schiavi anonimi lavorano senza sosta in condizioni disumane, si sono distinte nettamente le voci femminili di Chiara Isotton nei panni di Giorgetta e della Frugola di Cristina Melis. Imponente la Isotton come donna delusa e distrutta da una vita che non sente propria, piena di rimpianti e disperata per il figlioletto morto: la voce è immensa, supera gli ostacoli dell’acustica e l’interprete spicca per presenza scenica e vocale. Anche la Melis si impone con scioltezza nel desolato paesaggio in cui si muove, donando sia vocalmente che personalmente un raggio di leggerezza allo spettacolo. Meno incisive le voci maschili che hanno sofferto particolarmente la resa acustica del teatro, soprattutto in alcuni momenti; il Michele/Caronte di Dario Solari ha certamente un timbro interessante più volte ascoltato, ma non ci ha trasmesso in modo profondo il dolore e la rabbia del personaggio tradito da famiglia e vita; Luigi è un generalmente corretto Mikheil Sheshaberidze e discreti sono gli altri personaggi che ruotano intorno al triangolo amoroso: il Tinca di Xin Zhang, il Talpa di Luciano Leoni, il Venditore di Canzonette dalla bellissima voce di Marco Puggioni. Infine gli Amanti sono Cristobal Campos e Tatiana Previati.
Altrettanto inquietante, con qualche squarcio di luce, è l’ambientazione offerta per Suor Angelica: un luogo per lo più diroccato in riva al mare, sempre di ispirazione dantesca, in cui le sorelle - anime del purgatorio vivono le loro giornate piene di rimpianti e desideri irrealizzabili. La protagonista è ancora una volta la splendida Chiara Isotton che qui aggiunge drammaticità a dolcezza fuse in un’unica tragica interpretazione tanto vocale quanto attoriale. Con riferimento al canto XIII dell’Inferno la sua anima sta per essere imprigionata in un albero, circondata da orride Arpie alate, salvata dal compimento del Miracolo della Beata Vergine. Tra le innumerevoli sorelle si distinguono la Zia Principessa di Chiara Mogini, fredda e distaccata come suole al personaggio, la austera Badessa di Manuela Custer che ben utilizza, come sempre, la voce particolarmente scura per sottolineare ogni sfumatura del suo ruolo. Elena Borin è un’ottima Suora Zelatrice. Le consorelle sono Federica Giansanti come Maestra delle Novizie, Vittoriana De Amicis è Suor Genovieffa, Suor Osmina Maria Cenname, Suor Dolcina Mariapaola Di Carlo, la Suora Infermiera Laura Cherici, la Prima Cercatrice Tatiana Previati con la seconda Cercatrice Hyeonsol Park. Infine le Converse sono Anna Grotto e Federica Fiori, mentre la Novizia è Laura Stella.
Si giunge infine all’angosciante spettacolo di Gianni Schicchi, che tutto ha fuorché di paradisiaco, se non nel lieto fine per i due giovani Lauretta e Rinuccio. L’ispirazione è sia dantesca che cinematografica per quanto riguarda l’idea dei parenti accattoni del povero Buoso Donati. Simpatica l’immagine (sempre nel Led-wall) dei frati che si ingozzano alla faccia dei parenti gabbati dal defunto, come lo è anche alla fine quando lo cacciano via a calci perché, suo malgrado, non raccattano quasi nulla. Ma lo squallido letto su ed intorno a cui si svolge tutta la vicenda, con le anime in pena sullo sfondo cupo e deprimente sembra cozzare fin troppo con lo spirito dello Schicchi, certo cacciato all’Inferno da Dante, ma che qui contrasta non poco con ciò che dovrebbe accadere effettivamente sul palcoscenico. Musicalmente nulla da dire sugli interpreti, anche in questo caso anime che tornano per un istante dall’altro mondo, veramente ‘sul pezzo’ ed affiatati tra di loro.
Tra la folta schiera di interpreti sottolineiamo quanto sia sempre fantastico in scena Roberto De Candia: la voce c’è ed è perfetta per il ruolo come lo è il suo essere spigliato, furbo ed accattivante per farla in barba a tutti quanti. Deliziosa e dalla voce uniformemente sinuosa la Lauretta di Darija Augustan, ancora brillante e conforme al ruolo per voce ed impostazione la Zita di Manuela Custer; perfetto il Rinuccio con la bellissima voce di Giorgio Misseri. Tutti gli altri interpreti, bravissimi, ognuno nel suo personaggio sono: Gherardo: Xin Zhang che ritroviamo dopo Il tabarro, Nella: Vittoriana De Amicis, Betto Di Signa: Luciano Leoni, Simone: Mattia Denti, Marco: Michele Patti; La Ciesca: Laura Cherici, il Maestro Spinelloccio in versione zombie: Marco Gazzini, stesso dicasi per Ser Amantio Di Nicolao: Bryan Sala. Infine Guccio è Giulio Iermini, Pinellino Zhibin Zhang.
Sala gremita quasi per intero, pubblico molto soddisfatto con numerosi applausi per tutti gli interpreti ed il direttore d’orchestra.
Maria Teresa Giovagnoli
PRODUZIONE
Direttore Roberto Abbado
Scene Nicolas Boni
Costumi Stefania Scaraggi
Luci Daniele Naldi
Assistente Alla Regia Michele Cosentino
Orchestra, Coro e Tecnici del TCBO
Maestro Del Coro Gea Garatti Ansini
Nuovo allestimento del Teatro Comunale di Bologna
in coproduzione con il Teatro Verdi di Trieste
INTERPRETI
IL TABARRO
Michele Dario Solari
Luigi Mikheil Sheshaberidze
Tinca Xin Zhang*
Talpa Luciano Leoni
Giorgetta Chiara Isotton
Frugola Cristina Melis
Un Venditore Di Canzonette Marco Puggioni
Un Amante Cristobal Campos*
Una Amante Tatiana Previati
Suor Angelica Chiara Isotton
La Zia Principessa Chiara Mogini
La Badessa Manuela Custer
La Suora Zelatrice Elena Borin
La Maestra delle Novizie Federica Giansanti
Suor Genovieffa Vittoriana De Amicis
Suor Osmina Maria Cenname*
Suor Dolcina Mariapaola Di Carlo*
La Suora Infermiera Laura Cherici
Prima Cercatrice Tatiana Previati
Seconda Cercatrice Hyeonsol Park*
Le Converse Anna Grotto* | Federica Fiori*
Una Novizia Laura Stella*
* Scuola Dell’opera Del Teatro Comunale Di Bologna
Coro di Voci Bianche del Tcbo, Maestro Del Coro: Alhambra Superchi
GIANNI SCHICCHI
Gianni Schicchi Roberto De Candia
Lauretta Darija Augustan
Zita Manuela Custer
Rinuccio Giorgio Misseri
Gherardo Xin Zhang*
Nella Vittoriana De Amicis
Betto Di Signa Luciano Leoni
Simone Mattia Denti
Marco Michele Patti
La Ciesca Laura Cherici
Maestro Spinelloccio Marco Gazzini*
Ser Amantio Di Nicolao Bryan Sala*
Guccio Giulio Iermini*
Pinellino Zhibin Zhang*
*Scuola Dell’opera Del Teatro Comunale Di Bologna
**Coro Di Voci Bianche Del Teatro Comunale Di Bologna
FOTO Andrea Ranzi
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