FESTIVAL VERDI 2017: GIUSEPPE VERDI, STIFFELIO - TEATRO FARNESE PARMA, 30 SETTEMBRE 2017

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Tutti in piedi, c'è Stiffelio!

La prima volta di Grahm Vick a Parma, se la ricorderanno per molto tempo.

Sì perché dove passa  Graham Vick fa terra bruciata di tutto ciò che trova, rimane solo un prima ed un dopo.Il prima è il classico teatro di tradizione dove tu paghi un biglietto, entri in teatro, ti siedi, attendi l 'apertura del sipario e ti godi uno spettacolo che può piacere o meno  ma al quale assisti passivamente ascoltando cantanti e orchestra che ti paiono lontani su di un palcoscenico inarrivabile, con i suoi cliché fatti di applausi, ingressi in scena, calate di sipario.

Quello a cui abbiamo assistito a Parma al Teatro Farnese è il dopo.

Non sei più all'opera, sei dentro l'opera, parte attiva di essa e del suo divenire.

Vick ha pensato che tutta l'azione si debba svolgere in platea dove su 4 piattaforme mobili con il pubblico libero di girarci attorno, commentare a bassa voce e fotografare, fa svolgere l'intera azione. E non lo fa solo per ragioni artistiche, giacché​ il Teatro Farnese è in parte impraticabile a causa delle sue ripidissime scalinate e per la totale assenza di un palcoscenico tradizionale, ma meglio così!

Ma Vick ovviamente aggiunge pepe all' azione, ambientando l'opera in una comunità religiosa moderna alla" Family Day" con tanto di gadget e striscioni che invitano alla famiglia tradizionale dove lo Stankar del libretto, ricorda tanto l'Adinolfi nostrano e i coristi le "sentinelle in piedi" che hanno medievalizzato le nostre piazze recentemente.

Ed ecco che mentre tu sei assorto ad ascoltare Stiffelio cantare la sua Cavatina di ingresso "Era una donna a lui da presso", da dietro un figurante ti si avvicina e ti invita a leggere con lui un passo della Bibbia mentre tu con il tuo smartphone lo mitragli di foto.

Foto e video che si sono scatenati silenziosamente  per tutta la serata, allargando la platea virtuale ai quattro angoli del Globo con dirette Facebook che so per certo essere state viste in Sudafrica e in Canada....

L'idea di Vick non è originalissima ma mai nessuno prima di lui aveva osato tanto soprattutto in una città tempio e simulacro di quella "Verdicità" fino ad oggi inviolabile.

E invece il miracolo si è compiuto.- La novità è stata salutata con scrosci di applausi ed emozionanti lacrime anche dai più ortodossi "Verdofili" presenti in teatro, per la prima volta in vita loro dentro ad uno spettacolo, liberi di ascoltare il loro cantante di fronte, dietro o di lato, provando anche i diversi aspetti stereofonici che ciò comporta.

Qualche dubbio lo avevo sinceramente sulla resa musicale, poiché lo sforzo richiesto ai cantanti, al coro e all'orchestra, è notevole. Gli spazi si dilatano e la concentrazione con tutti quegli occhi veri e virtuali puntati addosso, si fa più ardua.

Ma tutto si è risolto alla perfezione, grazie anche ad un cast vocale e ad un direttore d'orchestra che hanno lavorato in perfetta sintonia.

Luciano Ganci è uno Stiffelio dalla voce sicurissima con un fraseggio esemplare ed una facilità di fiato non comune per un personaggio tutto scritto da Verdi sul registro di passaggio.

Maria Katzarava risolve il ruolo di Lina in maniera precisa e sicura ma un po'troppo monocorde, spesso i colori latitano e il fraseggio zoppica, forse a causa della eccessiva tensione  della serata.

Francesco Landolfi dimostra di essere il migliore della serata. Il suo Stankar è esemplare per nobiltà di canto e splendido colore.

La sua cavatina "Lina, pensai che un angelo" al terzo atto, tutta cantata sul fiato a mezza voce, è stata un manuale di interpretazione vocale verdiana.

Giovanni Sala è stato un Raffaele aitante e baldanzoso, come pure ottimamente calati nei rispettivi ruoli lo Jorg di Emanuele Cordaro, il Federico di Blagoj Nacoski e la Dorotea di Cecilia Bernini.

Guillermo Garcia Calvo ha diretto con precisione, ma senza grande mordente, una corretta orchestra del teatro comunale di Bologna.

Preciso e partecipe anche il coro del teatro comunale di Bologna diretto da Andrea Faidutti.

Successo strepitoso da parte di un pubblico con i piedi gonfi ma felice.

Pierluigi Guadagni.

LA  PRODUZIONE

 

Maestro Concertatore e Direttore    Guillermo Garcia Calvo

Regia                                                 Graham Vick

Scene, Costumi                                 Mauro Tinti

Luci                                                   Giuseppe Di Iorio

Movimenti Coreografici                  Ronald Howell

Maestro del Coro                            Andrea Faidutti

GLI     INTERPRETI

Stiffelio, Ministro Assasveriano

Luciano Ganci

Lina, sua Moglie

Maria Katzarava

Stankar, Conte dell’impero

Francesco Landolfi

Raffaele, Nobile di Leuthold

Giovanni Sala

Jorg, Vecchio Ministro

Emanuele Cordaro

Federico di Frengel, Cugino di Lina

Blagoj Nacoski

Dorotea, Cugina di Lina

Cecilia Bernini

                
Orchestra e Coro del Teatro Comunale Di Bologna

Nuovo Allestimento del Teatro Regio Di Parma

In Coproduzione con Fondazione Teatro Comunale Di Bologna

Foto Roberto Ricci